Europa

La Bulgaria si prepara all'euro, e non mancano i timori per la sua fragile economia

Dal primo gennaio 2026 il Paese - tra i più poveri dell'UE - adotterà la moneta unica: tra detrattori e sostenitori, la Bulgaria è letteralmente spaccata in due
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Red. Online
28.12.2025 14:00

L’euro sta arrivando, tra timori e incertezze. Dal primo gennaio 2026, la Bulgaria diventerà infatti il ventunesimo Stato europeo ad adottare la moneta unica. Un cambiamento importante, che porta con sé speranze e perplessità. Nel Paese c’è infatti chi teme un aumento dei prezzi, con nuove turbolenze pronte a colpire quello che è uno degli Stati più poveri e corrotti dell’Unione europea.

Mentre i sostenitori insistono sul fatto che la moneta unica darà impulso all'economia, rafforzerà i legami con l'Occidente e proteggerà dall'influenza russa, i detrattori temono un crollo delle finanze. L'ultimo Paese ad aver aderito all'euro - introdotto per la prima volta in 12 Stati l'1 gennaio 2002 - è stata la Croazia, nel 2023.

Dopo l'iperinflazione degli anni '90, la Bulgaria aveva agganciato la sua moneta al marco tedesco e poi all'euro, rendendo il Paese dipendente dalla BCE. Membro dell'UE dal 2007, Sofia era dunque entrata nella cosiddetta «sala d'attesa» della moneta unica nel 2020, contemporaneamente alla Croazia.

La presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, sostiene che «grazie all’euro», la Bulgaria avrà più scambi commerciali, più investimenti e più «posti di lavoro di qualità e redditi reali».

Durante una recente visita a Sofia, il commissario per l'economia, Valdis Dombrovskis, ha affermato come la mossa sia fondamentale in un momento di guerra tra Russia e Ucraina, di crescenti tensioni geopolitiche e di incertezza economica globale che «sottolineano l'importanza dell'unità europea»: «La maggior parte dei Paesi europei, compresa la Bulgaria, sono troppo piccoli per plasmare il mondo odierno da soli. Possono acquisire il peso necessario solo integrandosi pienamente nelle più ampie strutture politiche ed economiche dell'Unione Europea», ha dichiarato Dombrovskis.

Nonostante i benefici decantati, i bulgari sono tutt'altro che uniti. Stando a un sondaggio del Ministero delle Finanze, il Paese appare spaccato in due, con il 51% di favorevoli all'adesione alla moneta unica, e il 45% di contrari.

Stando al Guardian, una crisi politica durata quattro anni, segnata da sette elezioni parlamentari e da una corruzione diffusa, ha eroso la fiducia nel governo e contribuito a polarizzare il clima politico nel Paese. La scorsa settimana, il governo dell'ex primo ministro Rosen Zhelyazkov si è dimesso dopo meno di un anno di mandato, in seguito a settimane di proteste di massa contro la corruzione in tutto il Paese.

Come detto, i più scettici temono che i prezzi possano esplodere durante la transizione e, con uno stipendio mensile medio di circa 1.260 euro, molti bulgari rischierebbero di veder spazzato via il proprio potere d’acquisto.

Inoltre, alcuni rapporti investigativi citati dal Guardian hanno portato alla luce una diffusa campagna sui social media legate alla Russia,  che starebbe cercando di minare il sostegno dei bulgari all'euro, diffondendo disinformazione.

Interrogato sulla presunta influenza russa in merito all'euro, Dombrovskis ha affermato che «non è un segreto» che Mosca stia conducendo una guerra ibrida contro l'Europa. Secondo il commissario per l'economia, «si tratta di provocazioni, atti di sabotaggio, violazione dello spazio aereo europeo, ingerenza nei processi politici dell'UE, e diffusione di disinformazione».