Italia

La Camera boccia lo scostamento di bilancio

A rischio il decreto lavoro atteso in consiglio dei ministri il primo maggio
© Riccardo Antimiani
Ats
27.04.2023 18:55

La bocciatura della Camera italiana allo scostamento di bilancio apre uno scenario che mette a rischio il decreto lavoro atteso in consiglio dei ministri il primo maggio.

Il decreto si basa sulle risorse ricavate in deficit dal Documento di economia e finanza (Def; pari a circa 3,4 miliardi di euro), ora impantanato in Parlamento, per destinarle ad un ulteriore taglio del cuneo, oltre all'innalzamento del tetto di esenzione dei fringe benefit.

Il governo, spiegano fonti dell'esecutivo, che riapprova il nuovo, necessario, Def già oggi in consiglio dei ministri, sta lavorando per ottenere il via libera del Parlamento allo scostamento entro sabato mattina.

Ma le incognite sono diverse, a cominciare dalla reale presenza compatta dei parlamentari nelle aule, molti hanno già lasciato Roma. Le procedure parlamentari richiederebbero anche dei nuovi passaggi in commissione, un quadro che porterebbe via altro tempo. Tanto da far slittare il tutto alla prossima settimana, si ragiona in ambienti della maggioranza.

La situazione resta comunque fluida e il tentativo di chiudere la partita prima del primo maggio (e quindi di consentire il Consiglio dei ministri sulle nuove misure per il lavoro) resta la priorità del governo.

Nel documento è probabile che si intervenga ritoccando i saldi, che attualmente sono: per il 2023 un deficit al 4,35% tendenziale e al 4,5% programmatico e per il 2024 al 3,5% tendenziale e al 3,7% programmatico. Le risorse ricavate dallo scostamento, il governo ha indicato di volerle destinare per quest'anno al taglio del cuneo (3,4 miliardi) e per il prossimo alla riduzione delle tasse (4,5 miliardi).

Il Def bocciato in parlamento è stato approvato in Consiglio dei ministri l'11 aprile e l'iter consueto ha richiesto un paio di settimane nelle Camere.

Possibile solo con l'ok delle Camere

Lo scostamento di bilancio è una variazione degli obiettivi di finanza pubblica rispetto a quelli definiti in sede di approvazione del bilancio dello Stato, cioè con i saldi della manovra.

Gli scostamenti, che rappresentano un cambiamento rispetto alla situazione cosiddetta «tendenziale» o «a legislazione vigente», possono essere definiti ad aprile nel Documento di economia e finanza (DEf) e ad ottobre nella Nota di aggiornamento al Def (Nadef), in cui vengono fissati i parametri dell'anno successivo.

In alcuni casi, come per esempio durante l'emergenza Covid, lo scostamento è stato deciso anche nel corso dell'anno per consentire provvedimenti d'urgenza.

Lo scostamento libera infatti dello spazio per misure di politica economica utilizzando la leva del deficit. Ma proprio per questo, ampliando l'indebitamento ed allontanandosi solitamente dagli obiettivi di rientro di medio termine fissati dal Patto di stabilità, per utilizzare quegli spazi il governo deve chiedere un'autorizzazione al Parlamento.

L'applicazione delle regole europee è stata sospesa nel 2020 durante la pandemia e così è rimasta in vista della riforma annunciata ufficialmente ieri dalla Commissione. Rimangono però in vigore le norme italiane che, con la riforma dell'articolo 81 della Costituzione, nel 2012 hanno introdotto il principio dell'equilibrio strutturale delle entrate e delle spese del bilancio. Def e NaDef sono quindi accompagnati ogni anno da una relazione in cui l'esecutivo chiede alle Camere l'approvazione dei nuovi saldi.

Il Def prevede per quest'anno uno scostamento del deficit dal 4,35% tendenziale a legislazione vigente al 4,5% programmatico. Tradotto in risorse, si tratta di circa 3-4 miliardi che il governo vuole destinare al taglio del cuneo fiscale. Per il 2024 è invece già prevista una variazione dal 3,5% tendenziale al 3,7% programmatico. In questo caso 4-5 miliardi che saranno utilizzati ancora per il taglio delle tasse.