Stati Uniti

La cerimonia per Charlie Kirk, fra riferimenti biblici e attacchi politici

Davanti a 200 mila persone accorse da tutto il Paese, Donald Trump e altri vertici del mondo conservatore hanno ricordato la figura dell'attivista di destra - Stretta di mano, all'evento, fra Elon Musk e il presidente
©Julia Demaree Nikhinson
Red. Online
22.09.2025 08:58

Funerali di Stato, o quasi. Davanti a 200 mila persone accorse da tutti gli Stati Uniti si è svolto allo State Farm Stadium di Glendale, Arizona, il memoriale per Charlie Kirk - attivista di estrema destra ucciso il 10 settembre in un campus universitario nello Utah. A ritmo di attacchi politici e riferimenti biblici, la cerimonia si è protratta per oltre cinque ore, e ha visto la partecipazione del presidente Donald Trump e di diversi esponenti di primo piano della sua amministrazione, insieme a numerosi vertici del mondo conservatore.

Fra perdono e attacchi

Vedova dell’attivista e nuova leader di Turning Point USA - l'organizzazione fondata da Charlie Kirk con l'obiettivo di diffondere idee di stampo conservatore nelle scuole e nelle università americane - Erika Kirk ha aperto il memoriale con un discorso segnato dall’emozione nel quale ha affermato di voler perdonare il killer del marito: «La risposta all'odio non è altro odio».

Parole, queste, diametralmente opposte a quelle usate poco dopo da Trump nel proprio intervento. «[Kirk] non odiava i suoi avversari, voleva il meglio per loro. È qui che non sono d'accordo con Charlie. Odio i miei avversari e non voglio il meglio per loro, mi dispiace», ha affermato sul palco il presidente americano. Accolto da un'ovazione, il tycoon ha parlato per oltre quaranta minuti, alternando il ricordo personale dell’attivista a riflessioni di carattere politico. Kirk, ha detto, fu «un gigante della sua generazione» e «un martire della libertà». Ha ricordato il ruolo svolto dall’attivista nella mobilitazione dei giovani repubblicani, sottolineando che il suo lavoro aveva contribuito in modo decisivo alla vittoria presidenziale. «È diventato immortale», ha aggiunto, annunciando la concessione postuma della Presidential Medal of Freedom, la più alta onorificenza civile americana.

Figlio di ferventi MAGA ma non registrato ad alcun partito, l'affiliazione politica del presunto killer, il 22.enne Tyler Robinson, non è ancora chiara. Come già nelle ore seguenti l'uccisione di Kirk, tuttavia, anche durante la cerimonia l'assassinio dell'attivista conservatore è stato utilizzato per una serie di attacchi agli avversari politici della Casa Bianca. Nel suo discorso, Trump ha accusato la «sinistra radicale» di voler ridurre al silenzio la voce di Kirk e di essere responsabile di un clima che avrebbe reso possibile l’assassinio. «Non come diceva Charlie, che voleva il bene anche per chi lo osteggiava», ha precisato il presidente, rivolgendosi alla vedova con un «mi dispiace, Erika». Ha definito l’autore del delitto «un mostro radicalizzato» e ha promesso indagini del Dipartimento di Giustizia su presunte «reti di estremisti di sinistra».

«Come Gesù»

Molti i membri dell’amministrazione a prendere la parola nel corso della serata. Il vicepresidente JD Vance ha definito Kirk «un martire della fede» e ha affermato che la sua influenza ha cambiato l’equilibrio della politica americana, spingendo molti esponenti a parlare più apertamente di religione. Molteplici le citazioni del Vangelo e, addirittura, i paragoni fra Charlie Kirk e la figura di Gesù, come fatto dal ministro della Sanità Robert F. Kennedy Jr., che ha presentato Kirk come una figura messianica, dalla grande capacità di attrarre i giovani. Più volte, negli interventi, è ricorsa l’idea di un martirio, presentando Kirk come figura cristiana pronta a sacrificarsi per la fede e al tempo stesso come simbolo politico del movimento conservatore. L’intreccio fra religione e politica, hanno sottolineato i media americani nelle ore seguenti il memoriale, è emerso con chiarezza anche nelle parole di alcuni relatori, che hanno descritto lo stadio come «la chiesa di Charlie».

Tornato sul palco per la chiusura dell'evento, Trump si è rivolto direttamente alla famiglia dell’attivista, promettendo che «i vostri figli cresceranno in un Paese che onorerà la memoria del padre». Poi ha richiamato sul palco Erika Kirk per un abbraccio, concludendo la cerimonia mentre lo stadio intonava America the Beautiful e lo slogan trumpiano "fight, fight, fight".

La stretta di mano con Elon Musk

Nel corso della cerimonia, Donald Trump ha incontrato il miliardario Elon Musk - un tempo suo fidato consigliere - il primo faccia a faccia pubblico dopo lo spettacolare litigio andato in scena sui social. Di fronte alle telecamere, Trump ha stretto la mano e chiacchierato con Musk. Il video dei due è stato condiviso dall'account ufficiale della Casa Bianca sulla piattaforma di social media X, di cui Musk è proprietario. Dopo l'evento, il patron di Tesla ha postato sul suo account X un'immagine di lui e Trump seduti insieme, con la didascalia: «Per Charlie».