«La Cina potrebbe far finire la guerra in Ucraina con una telefonata»

Basterebbe una semplice telefonata di Xi Jinping a Vladimir Putin per fermare la guerra in Ucraina. Ne è convinto il presidente finlandese Alexander Stubb, che, in un’intervista esclusiva a Bloomberg, ha sottolineato come la Russia, dopo le sanzioni occidentali, sia diventata fortemente dipendente dalla Cina, al punto che Pechino potrebbe ordinare a Mosca di cessare i combattimenti.
Secondo il capo di Stato 56.enne, se Xi Jinping «dicesse: “È tempo di iniziare a negoziare per la pace”, la Russia sarebbe costretta a farlo. Non avrebbero altra scelta». Stubb è convinto inoltre che la Cina trarrebbe vantaggio dalla fine della «guerra aggressiva e coloniale» di Putin, mostrando al mondo la sua leadership sul piano internazionale.
La Finlandia, da quando è entrata a far parte della NATO nell’aprile del 2023, ha dovuto fare i conti con un «vicino di casa» particolarmente scomodo e invadente: attacchi informatici, interferenze GPS, violazioni dello spazio aereo e immigrazione armata sono solo alcune delle forme di guerra ibrida a cui il Paese scandinavo ha dovuto assistere negli ultimi mesi.
Per il presidente finlandese, tuttavia, al momento è fuori discussione spingere per un cessate il fuoco, in quanto «c'è bisogno di una vera negoziazione di pace. L'unica cosa che la Russia capisce è il potere. E quindi più si riesce ad aiutare l'Ucraina ora, più velocemente faremo finire la guerra».
Tornando al rapporto tra Pechino e Mosca, il presidente cinese ha sempre cercato di dipingere il suo Paese come un attore neutrale rispetto alla guerra, con tanto di critiche alla Russia per gli attacchi contro i civili e le numerose minacce di impiegare armi nucleari. La stessa Cina, però, è pure accusata dall’Occidente di fornire a Mosca tecnologie e componenti per armi, permettendo così alla Russia di aggirare le restrizioni commerciali. Pechino, inoltre, si è sempre opposta alle sanzioni internazionali e ha più volte accusato gli Stati Uniti e gli alleati occidentali di Kiev di alimentare la guerra attraverso le forniture di armi.
Secondo Bloomberg, il commercio della Russia con la Cina ha rappresentato il 28% del totale per le casse di Mosca lo scorso anno (nel 2021 rappresentava il 19%), mentre l’Unione europea ha visto la sua quota di commercio russo scendere al 17% (nel 2021 era del 36%).
Lo scorso maggio, Xi Jinping, dopo aver accolto Vladimir Putin a Pechino, aveva sottolineato la necessità di una «soluzione politica» per risolvere la situazione in Ucraina. In quell’occasione il leader asiatico aveva pure esternato scetticismo sulla conferenza di pace al Bürgenstock, dichiarando che Pechino, piuttosto, avrebbe sostenuto la convocazione di una conferenza internazionale di pace che «dovrebbe essere riconosciuta sia dalla Russia sia dall’Ucraina, con la partecipazione paritaria di tutte le parti e un’equa discussione di tutti i piani di pace». E infatti, il 15 e il 16 giugno, di delegazioni cinesi in Svizzera non se ne sono viste.
Xi e Putin quest'oggi prenderanno parte al vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO), che si terrà ad Astana, la capitale del Kazakistan. Lo «zar» nell'incontro di ieri con il presidente cinese ha dichiarato che le relazioni tra i due Paesi stanno vivendo «il periodo migliore nella loro storia», in quanto basate su «principi di uguaglianza, benefici reciproci e rispetto per la sovranità di entrambi». Xi Jinping, dal canto suo, ha sottolineato come la Cina sia «sempre stata dalla parte giusta della Storia, insistendo per lo stabilimento della pace e la promozione dei negoziati».