Francia

La controversa legge sull'immigrazione passa soltanto per due terzi al vaglio dei Saggi del Consiglio Costituzionale

Si rallegra il ministro Gérald Darmanin, scatenando ancor di più la rabbia della destra, dell'estrema destra e della sinistra, con le prime due che chiedono una modifica della Costituzione e la gauche che vuole semplicemente una «rinuncia» al progetto
©TERESA SUAREZ
Ats
25.01.2024 21:54

La controversa legge sull'immigrazione passa soltanto per due terzi al vaglio dei Saggi del Consiglio Costituzionale, che tagliano via 32 articoli su 86 giudicandoli «non compatibili» con il tema centrale della legge voluta dal presidente Emmanuel Macron e dal suo governo.

Si rallegra il ministro Gérald Darmanin, scatenando ancor di più la rabbia della destra, dell'estrema destra e della sinistra, con le prime due che chiedono una modifica della Costituzione e la gauche che vuole semplicemente una «rinuncia» al progetto.

Ad essere respinte dai nove giudici della Corte sono state le misure inserite dalla destra per inasprire la legge adottata tra discussioni, manifestazioni e colpi di scena a dicembre: con decisione inappellabile sono state eliminate dalla legge gli articoli che rendono più difficile l'accesso alla sanità e alle prestazioni sociali per gli stranieri extracomunitari, quelli che istituiscono le controverse «quote» di immigrati per ogni anno da decidere in Parlamento, quelle che inaspriscono i criteri per il ricongiungimento familiare e quella - che aveva fatto molto discutere e non sembrava poter avere alcun futuro - che istituiva l'obbligatorietà di una «cauzione» che tutti gli studenti stranieri avrebbero dovuto versare e che sarebbe poi stata trattenuta nel caso di loro rifiuto di rientrare in patria a studi conclusi.

«Il Consiglio costituzionale ha convalidato l'integralità del testo del governo», ha esultato Darmanin, che ha poi «preso atto della censura costituzionale nei confronti di numerosi articoli aggiunti in Parlamento». Una censura che la maggioranza si attendeva e in molti casi si augurava, dal momento che era ben cosciente, come ammette Darmanin, che si trattava di emendamenti «manifestamente e chiaramente contrari alla Costituzione».

Tutt'altra atmosfera nel Rassemblement National di Marine Le Pen, con il giovane presidente del partito e capolista alle Europee, Jordan Bardella, che denuncia «un colpo di mano dei giudici, con l'appoggio del presidente della Repubblica stesso». «Questa legge - ha continuato Bardella - è nata morta. L'unica soluzione è un referendum sull'immigrazione».

Per Le Pen, «soltanto una riforma della Costituzione» potrà risolvere il problema. Una soluzione evocata anche dai leader dei Républicains per i quali i temi migratori rendono indispensabile una riforma costituzionale.

Nella maggioranza, non pochi hanno tirato un sospiro di sollievo, compresi i 27 sul totale di 248 deputati che si erano opposti al testo. Il ministro della salute Aurélien Rousseau si era dimesso dopo l'adozione.

Parlando di «vittoria» le associazioni, le organizazzioni non governative come Amnesty International, i collettivi e i sindacati che si erano opposti alla legge, mentre a sinistra si chiede il ritiro dell'integralità del testo, che invece Macron punta a promulgare nelle prossime ore.

«La legge sull'immigrazione è stata totalmente amputata» dalla censura dei giudici e non ha più «nessuna legittimità», il governo la deve «ritirare», ha detto la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, mentre il segretario del Partito socialista, Olivier Faure, si dice soddisfatto ma sottolinea che «il governo porterà come una macchia indelebile l'appello a votare» una riforma in gran parte bocciata dalla Corte Costituzionale.