La disinformazione razzista che dipinge i Paesi non Occidentali come arretrati

In rete, oltre a contenuti che fomentano la teoria del complotto dell'islamizzazione dell'Europa, si trovano post, video e immagini che puntano a denigrare i Paesi non Occidentali dipingendoli come estremamente arretrati e violenti. Una narrazione che considera questi Paesi come non civilizzati, e ripropone una retorica che ha radici in una visione eurocentrica e coloniale del mondo.
Lo «stupro per vendetta» ordinato da un organo statale in Pakistan
A fine agosto 2025 è stato condiviso lo screenshot di un vecchio articolo del Daily Mail, datato 26 marzo 2018, riguardante un caso di «stupro per vendetta» avvenuto in Pakistan. Secondo chi lo ha pubblicato, per punire lo stupratore di una donna, il «consiglio della Sharia» (la legge sacra della religione islamica basata sul Corano, ndr) avrebbe deciso che la sorella dello stupratore doveva essere violentata dal fratello della vittima.
In realtà, la notizia è stata presentata in maniera fuorviante. L’episodio risale a marzo 2018, quando a Multan, in Pakistan, 12 persone di due famiglie sono state arrestate per aver organizzato uno «stupro per vendetta», chiamato wani: la famiglia della vittima di uno stupro aveva chiesto che la sorella dell’aggressore subisse la stessa violenza. Questa vendetta, quindi, non era stata organizzata da un organismo statale ufficiale. Non esiste nessun «Consiglio della Sharia» in Pakistan. Nel Paese è presente invece il «Consiglio dell’Ideologia Islamica», che ha solo un ruolo consultivo per il Parlamento e non emette sentenze.
In Pakistan, la pratica del wani è illegale, ma in alcune aree rurali persistono sistemi tradizionali di «giustizia fai da te», che operano al di fuori del sistema legale formale del Paese.
Le ragazze rinchiuse in una cella in Iraq
Sempre ad agosto è circolato su Facebook un video di alcune donne vestite di bianco all'interno di una gabbia trasportata da un camioncino. Per l’autore del post, il video mostrerebbedi 19 ragazze yazide fatte sfilare per le strade di Mosul, in Iraq, prima di essere bruciate vive dall’Isis nel 2016, per essersi rifiutate di convertirsi all’Islam.
Nonostante l’Isis abbia effettivamente commesso un genocidio contro gli Yazidi tra il 2014 e il 2017, l’immagine diffusa non ha nulla a che vedere con l’Iraq o con quella vicenda. Si tratta in realtà di una scena girata in Egitto nel 2013, durante una manifestazione a Beheira in cui alcune donne avevano inscenato di essere imprigionate in una gabbia per protestare contro la destituzione del presidente Mohamed Morsi da parte dell’esercito. Come si può vedere da altre inquadrature, la gabbia era aperta da un lato e faceva parte di una protesta simbolica.
Le capre sopra l’aereo di Air India
Un altro video diventato virale ad agosto riguarda un aereo con alcuni bagagli e capre legati sopra la fusoliera mentre fa inversione su una pista. Secondo la scritta in sovraimpressione al video, si tratta di un aereo della compagnia Air India atterrato a Londra dopo un volo di 21 ore.
In realtà, quella scena non è mai avvenuta: il contenuto è stato generato con l’intelligenza artificiale. Il video mostra diversi elementi incongruenti: l’aereo non corrisponde al design reale dei velivoli Air India, dipinti con scritte e colori differenti. Inoltre, si notano dettagli anomali tipici della generazione artificiale, come le scritte illeggibili sulle giacche degli operatori, un volto di un uomo che scompare quando questo si gira e alcuni movimenti degli operatori innaturali. Anche le proporzioni, come quella della capra rispetto all’aereo, risultano irrealistiche.