Il caso

La flotta ombra russa è tornata nel Baltico?

L'esercito polacco dichiara di essere intervenuto dopo che una nave russa è stata avvistata nelle vicinanze di un cavo elettrico che collega Polonia e Svezia – E la mente torna ai presunti sabotaggi, avvenuti nelle acque del Nord Europa, nei mesi scorsi
© EPA/ADAM WARZAMA POLAND OUT
Red. Online
21.05.2025 22:30

Le acque del Baltico sono, di nuovo, agitate. Dopo i diversi attacchi a cavi sottomarini nel Nord Europa, avvenuti negli scorsi mesi, si torna a parlare di «manovre sospette» della flotta ombra russa nei mari che bagnano la Scandinavia. Nello specifico, l'esercito polacco, come scrive Reuters, ha dichiarato di essere intervenuto dopo che una di queste navi è stata avvistata nelle vicinanze di un cavo elettrico che collega la Polonia alla Svezia. 

«Una nave russa della flotta ombra, sottoposta a sanzioni, ha eseguito operazioni sospette vicino al cavo elettrico che collega la Polonia e la Svezia», ha dichiarato a tal proposito, su X, il primo ministro polacco Donald Tusk. «Dopo l'efficace intervento dei nostri militari, la nave ha fatto rotta verso uno dei porti russi». Quando si parla di «flotta ombra», lo ricordiamo, ci si riferisce alle imbarcazioni utilizzate da Mosca per trasportare petrolio, armi e cereali, in segno di violazione delle sanzioni internazionale imposte dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. 

In altre parole, dunque, la «flotta ombra» sarebbe tornata a operare nelle acque del Baltico. E non solo. Da novembre 2024, diversi Paesi nordici e baltici sono stati vittima di presunti sabotaggi, spesso legati a inspiegabili rotture di cavi sottomarini. Episodi per cui, spesso, è stato puntato il dito contro Mosca, ritenuta responsabile a causa anche della presenza di alcune navi nelle aree di questi misteriosi incidenti. 

Al momento, dunque, sono in corso ulteriori indagini per capire per quale motivo una nave russa si trovasse nelle vicinanze dei cavi che collegano Polonia e Svezia. Parlando con i giornalisti, il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz ha detto che un volo di pattugliamento ha spaventato l'imbarcazione e la ORP Heweliusz della Marina polacca si stava recando sul posto per indagare sull'accaduto. 

Come riferisce sempre la Reuters, l'ambasciata russa a Varsavia non ha risposto a una richiesta di commento. In passato, Mosca ha negato il suo coinvolgimento nei sabotaggi di cavi sottomarini avvenuti nel Baltico, sostenendo che l'Occidente usasse quelle informazioni «per limitare le sue esportazioni di petrolio via mare». 

Il cavo che, potenzialmente, sarebbe stato preso di mira è un cavo sottomarino da 600 megawatt che collega la costa svedese vicino a Karlshamn con Ustka, nel nord della Polonia. Un collegamento che consente a entrambe le reti di fare affidamento sulle forniture transfrontaliere quando l'elettricità è più economica nell'altro sistema. Attualmente, secondo un portavoce dell'operatore di rete polacco PSE, il cavo è in funzione. I dati di PSE hanno infatti confermato che alle 11.30 oltre 600 megawatt stavano fluendo verso la Svezia attraverso il cavo.

Il pericolo, però, non sembra del tutto scampato. «Questo dimostra quanto siano pericolosi i tempi in cui viviamo, quanto sia grave la situazione nel Mar Baltico», ha dichiarato Kosiniak-Kamysz in una conferenza stampa. «Da quando la Svezia e la Finlandia hanno aderito all'Alleanza Nord Atlantica, il Mar Baltico è diventato un'area marina chiave, dove si verifica il maggior numero di incidenti, i più comuni dei quali riguardano la rottura dei cavi... e il sabotaggio».