Sudan

La guerra e la febbre dengue

Nel contesto del devastante conflitto in Sudan arriva anche la febbre dengue, con un allarmante aumento di casi: si parla di «centinaia di morti e migliaia di contagi»
©Jason Patinkin
Ats
25.09.2023 21:47

La devastante guerra in Sudan, iniziata oltre cinque mesi fa, che ha provocato almeno 7'500 morti, secondo un bilancio sottostimato, oltre che milioni di sfollati e rifugiati, ha anche avuto dei contraccolpi sul già fragile sistema sanitario. Decine di ospedali sono stati bombardati o occupati dai combattenti, mentre le scorte, negli stabilimenti ancora in funzione, sono ormai esaurite o sono state saccheggiate.

In questo drammatico contesto si è affacciata anche la febbre dengue che ha registrato un aumento allarmante nel Paese africano. Lo Stato più colpito è quello di Gedaref, al confine con l'Etiopia, dove la velocità di diffusione della febbre dengue ha già causato «centinaia di morti e migliaia di contagi», ha avvertito il sindacato dei medici. La stagione delle piogge in Sudan, segnata ogni anno dal dilagare di epidemie di malaria o di dengue, quest'anno è stata ancora più devastante a causa della guerra tra i due generali al potere a Khartoum. «Gli ospedali sono già pieni e i casi continuano ad aumentare, la situazione è particolarmente complicata per i bambini malati perché la maggior parte di loro viene curata a casa», ha riferito all'Afp un residente di Gedaref.

Secondo il ministero della Sanità sudanese, i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) hanno «portato via le principali scorte di medicinali a Khartoum per un valore di 500 milioni di dollari. Nei centri di oncologia, cardiologia, oftalmologia, ortopedia e pediatria manca il 70% delle attrezzature».