La guerra eterna e le speranze spezzate degli ucraini

L’incontro tra l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, e Vladimir Putin sembra essere andato meglio del previsto. La porta per una possibile tregua in Ucraina resta aperta, nonostante la situazione sul campo di battaglia sia ancora incandescente, con sempre più civili presi di mira dall’esercito di Mosca. Quest’oggi il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov ha fatto sapere che nei prossimi giorni il presidente russo vedrà il suo omologo statunitense: «Su suggerimento della parte americana, è stato sostanzialmente raggiunto un accordo per tenere un incontro bilaterale al massimo livello nei prossimi giorni, ovvero un incontro tra il presidente Vladimir Putin e Donald Trump», ha dichiarato Ushakov, aggiungendo che in queste ore si stanno «avviando preparativi concreti insieme ai nostri colleghi americani» per «definire i parametri specifici di questo incontro».
Di fatto, l'Ucraina sembra esser stata tagliata fuori dai giochi, proprio come l'Unione europea. E la cosa non è certo andata giù al leader di Kiev Volodymyr Zelensky: «Ho parlato con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Ucraina e Germania condividono l'opinione che la guerra debba terminare il prima possibile con una pace dignitosa, e i parametri per porre fine a questa guerra modelleranno il panorama della sicurezza in Europa per i decenni a venire», ha scritto su X il presidente ucraino, evidenziando che il conflitto «è in corso in Europa e l'Ucraina ne è parte integrante: siamo già in trattative per l'adesione all'Ue. Pertanto, l'Europa deve partecipare ai processi pertinenti».
La guerra non finirà a breve
Mentre i funzionari di USA e Russia sono al lavoro sul vertice previsto nei prossimi giorni, la popolazione ucraina è sempre più insofferente. Troppe le bombe sulle città. Troppi i morti. Dopo oltre 3 anni, la gente è stanca di vedere il proprio Paese congelato in una guerra senza fine. Stando a un nuovo sondaggio Gallup, condotto all’inizio di luglio e pubblicato quest’oggi, 7 ucraini su 10 vorrebbero arrivare ai negoziati in tempi brevi, ma senza troppe illusioni: solo circa un quarto degli intervistati prevede infatti che le armi smettano di uccidere entro i prossimi 12 mesi.
L'entusiasmo per un accordo negoziato, evidenzia la Associated Press, segna una netta inversione di tendenza rispetto al 2022, anno di inizio dell’invasione ordinata da Putin, quando, sempre secondo Gallup, circa tre quarti della popolazione ucraina desiderava continuare a combattere fino alla vittoria. Probabilmente spinta dalle difficoltà incontrate dall’esercito russo. Il Cremlino prevedeva, infatti, di marciare su Kiev in pochi giorni. Dopo oltre 3 anni di feroci battaglie, la Capitale ucraina è ancora in piedi, seppur frequentemente presa di mira dai droni e i missili del nemico. Oggi, dicevamo, solo circa un quarto della popolazione intende combattere fino ad una vittoria che probabilmente mai arriverà. I sostenitori della guerra, emerge dal sondaggio, sono in costante calo in tutte le regioni e tra ogni gruppo demografico.
I risultati si basano su campioni di oltre 1000 intervistati di età pari o superiore a 15 anni residenti in Ucraina. Alcuni territori sotto il parziale controllo russo, che rappresentano circa il 10% della popolazione, sono stati esclusi dalle indagini condotte dopo il 2022.
Minime le conquiste territoriali dei russi
Dall'inizio della guerra, stando alle Nazioni Unite, gli incessanti bombardamenti russi sulle aree urbane e residenziali hanno provocato la morte di almeno 12 mila civili ucraini. Per quanto riguarda la linea del fronte, che si snoda da nord-est a sud-est dell'Ucraina per 1000 chilometri, le stime sul numero di vittime militari sono decisamente più complicate, perché Kiev e Mosca raramente diffondono dati considerati sensibili. Verosimilmente, sono centinaia di migliaia i soldati uccisi in entrambi gli schieramenti. Mentre gli ucraini sperano quantomeno in una tregua, Putin continua a intensificare gli attacchi, approfittando della situazione nettamente favorevole sul campo di battaglia. I russi sono messi meglio delle truppe di Kiev, ma i guadagni territoriali non sono abbastanza per cantar vittoria.
Stando al centro di analisi militare finlandese Black Bird Group, l'Ucraina ha subito alcune delle maggiori perdite territoriali del 2025 negli ultimi tre mesi, tra cui 502 chilometri quadrati solamente a luglio. In totale, la Russia ha occupato circa un quinto del Paese invaso. Lo Stato maggiore militare russo è convinto che il fronte ucraino possa crollare nel giro di due o tre mesi, per questo motivo il Cremlino sta prendendo tempo con Trump, nonostante il tycoon abbia minacciato nuove pesanti sanzioni e dazi del 100% ai Paesi che comprano il petrolio russo, tra cui Cina e India.
Dall'inizio dell'anno scorso, stando a un rapporto del Center for Strategic and International Studies di Washington, le truppe di Mosca hanno comunque conquistato solo 5 mila chilometri quadrati di Ucraina, meno dell'1% del territorio complessivo del Paese guidato da Volodymyr Zelensky, subendo, tra l'altro, pesantissime perdite in termini di uomini e armamenti.
Gli USA, la NATO e l'UE
Oggi si parla di un probabile incontro tra il leader americano e quello russo, ma fino a pochi giorni fa la tensione tra i due Paesi è salita vertiginosamente. Trump, solitamente molto accomodante con Putin, è arrivato a criticare duramente il suo omologo russo.
Il mese scorso Zelensky ha rinnovato la sua offerta di incontrare Putin, ma la sua proposta è stata respinta poiché il Cremlino non intende arretrare di un solo centimetro dalle sue richieste unilaterali: il riconoscimento delle quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson come appartenenti alla Russia, la rinuncia di Kiev all’adesione NATO e il disarmo dell’esercito ucraino.
Tornando al sondaggio Gallup, la maggior parte degli ucraini non si aspetta una pace duratura in breve tempo. Solo circa un quarto degli intervistati crede che i combattimenti possano finire entro i prossimi 12 mesi, mentre circa 7 intervistati su 10 ritengono che sia «abbastanza» o «molto» improbabile che la guerra finisca entro il prossimo anno.
Inoltre, negli ultimi tempi l'opinione degli ucraini sull’operato degli Stati Uniti si è fatta decisamente più negativa, mentre è aumentata la fiducia nei confronti della leadership tedesca.
Tre anni fa, la maggioranza degli ucraini vedeva nel presidente USA Joe Biden un prezioso alleato. La fiducia nei confronti dell'America ha iniziato via via ad erodersi, fino a toccare il 16% con il ritorno di Trump alla Casa Bianca. La Germania, per contro, è diventata sempre più popolare tra gli ucraini, raggiungendo il 63% dei consensi. Anche le speranza di adesione alla NATO e all'Unione europea sono calate.
Mentre ai piani alti della politica internazionale si decidono le sorti di un popolo, i diretti interessati, quelli che hanno il proprio nemico dentro casa, vorrebbero tornare alla vita di tutti i giorni. Perché dopo oltre 3 anni di bombardamenti, la guerra sembra eterna. Peggio, normale.