Crisi

La Libia blocca l’esportazione di petrolio

La compagnia petrolifera statale libica fermerà l’export da tutti i terminal ed i porti della Libia centrale e orientale - L’ONU: «Conseguenze devastanti»
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Ats
18.01.2020 13:18

La Compagnia petrolifera nazionale libica (Noc) ha dichiarato lo stato di «forza maggiore», e quindi la loro chiusura, nei terminal petroliferi del golfo della Sirte. Lo riporta un post sulla pagina Facebook della Noc precisando che il Comando generale di Khalifa Haftar e le Guardie degli impianti petroliferi hanno dato istruzioni per «fermare le esportazioni di petrolio» da cinque porti tra cui Sidra e Ras Lanuf.

«Noc dichiara la forza maggiore dopo i blocchi Lna» il sedicente Esercito nazionale libico di cui Khalifa Haftar è comandante generale, «delle esportazioni di petrolio dai porti di Brega, Ras Lanuf, Hariga, Zueitina e Sidra», sottolinea il post riferendosi fra l’altro, nel caso di Sidra e Raf Lanuf, ai due maggiori terminal petroliferi libici.

«Il comando generale Lna e le Guardie degli impianti petroliferi delle regioni centrale e orientale hanno dato istruzioni alla dirigenza della Sirte Oil Company, Harouge Oil Operations, Waha Oil Company, Zueitina Oil Company e Arab Gulf Oil Company (AGOCO), controllate della National oil corporation», la stessa Noc, «di fermare le esportazioni di petrolio dai porti di Brega, Ras Lanuf, Hariga, Zueitina e Sidra», precisa il comunicato.

L’ONU: «Conseguenze devastanti»

La missione Onu in Libia esprime «profonda preoccupazione per gli attuali sforzi per interrompere o compromettere la produzione di petrolio» nel Paese. «Questa mossa avrebbe conseguenze devastanti prima di tutto per il popolo libico che dipende dal libero flusso di petrolio - si legge in un comunicato dell’Unsmil - e avrebbe effetti terribili per la situazione economica e finanziaria già deteriorata del Paese». L’Unsmil reitera «l’importanza di preservare l’integrità e la neutralità della National Oil Corporation».