La lista nera dell'ONU scatena l'ira di Netanyahu: «L'IDF è l'esercito più morale del mondo»

«Le Nazioni Unite - ha denunciato Netanyahu - si sono messe oggi nella lista nera della storia unendosi ai sostenitori degli assassini di Hamas». «L'Idf - ha continuato il premier - è l'esercito più morale del mondo e nessuna decisione delirante dell'Onu potrà cambiare questa realtà». Anche il leader centrista e ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz ha parlato «di un nuovo minimo storico» nell'antisemitismo da parte delle Nazioni Unite: «Mentre Israele conduce la guerra più giusta della sua storia contro mostri che hanno massacrato, violentato e rapito neonati, donne e bambini in nome di un'ideologia omicida, l'Onu - ha accusato - traccia spudoratamente false equivalenze tra Israele e Isis». Il ministro degli Esteri Israel Katz ha invece bollato la decisione come «un atto cialtronesco da parte di Guterres: un passo che avrà conseguenze sulle relazioni di Israele con le Nazioni Unite».
E mentre si accentua lo scontro tra Israele e la comunità internazionale, sabato sera potrebbe aprirsi una crisi di governo a Gerusalemme. Domani scade infatti l'ultimatum che Gantz ha posto lo scorso 18 maggio a Netanyahu intimandogli di cambiare strategia nella guerra a Gaza, a partire dal futuro governo della Striscia, pena l'uscita dall'esecutivo di emergenza nazionale. Uno scenario dalle molte incognite. Anche se Netanyahu può contare su una solida maggioranza di seggi di destra alla Knesset infatti, l'addio di Gantz avrebbe un indiscutibile peso politico, visto che il leader centrista non solo conta forti legami con gli Usa ma potrebbe anche indurre altri nel governo - come il ministro della Difesa Yoav Gallant, anche lui in disaccordo con Netanyahu sul futuro governo a Gaza - a prendere decisioni clamorose.
Questo è il quadro che il segretario di Stato Usa Antony Blinken troverà lunedì al suo arrivo in Israele nella sua ottava visita dall'inizio della guerra. Mentre sul tavolo resta la road map rilanciata dal presidente Joe Biden - che oggi ha dato atto a Netanyahu di averlo ascoltato sull'operazione a Rafah - che al momento non è riuscita a sbloccare lo stallo nei negoziati, sebbene le trattative tra Cairo e Doha continuino.