Il ritratto

La «luganese» Elly Schlein finisce sul New York Times

Dall'amore per «Una pallottola spuntata» alle canzoni dei Green Day, passando per il nonno antifascista e la possibilità di tassare i ricchi: ecco il ritratto alla neosegretaria del PD fatto dal quotidiano americano
©FABIO FRUSTACI
Red. Online
04.03.2023 17:00

Si chiama The Saturday Profile. Il ritratto del sabato. È una rubrica attraverso cui, di settimana in settimana, il New York Times descrive «persone che stanno plasmando il mondo che le circonda». A questo giro, il quotidiano newyorkese si è concentrato sulla neosegretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, nata e cresciuta a Lugano. Emblematico il titolo: «La donna che sta scuotendo la politica italiana (no, non è la presidente del Consiglio».

Così scrive Jason Horowitz, l’autore dell’articolo: «Ha sbalordito l’establishment liberale e scombinato il panorama politico italiano». Secondo il New York Times, ancora, «è difficile incarnare il cambiamento in Italia più della signora Schlein». Una donna che ha una relazione con una donna, prosegue Horowitz, «una donna figlia di padre ebreo americano, nipote di un partigiano antifascista, orgogliosamente nativa di Lugano, in Svizzera, ex volontaria di Barack Obama, collaboratrice di un documentario pluripremiato sui rifugiati albanesi, fan del film Una pallottola spuntata, massacratrice degli accordi dei Green Day con la sua chitarra elettrica, fervente progressista desiderosa di fare fronte comune con Alexandria Ocasio-Cortez». Ovvero, la deputata più radicale se pensiamo ai Democratici statunitensi.

«Con la sua elezione, Schlein ha catapultato l’Italia, che sembrava da tempo un Paese per vecchi, in un territorio completamente nuovo» si legge nell’articolo, che poi prosegue evidenziando le differenze fra la leader del PD e l’attuale premier, Giorgia Meloni.

Spazio anche ai timori di Schlein, fra cui il ruolo del centro: «Dove sono gli abitanti del centro italiano?» chiede la stessa neosegretaria al giornalista. «Quando qualcuno ha provato a rappresentarli con nuove opzioni politiche, non è mai andata molto bene». Schlein, passando al suo programma, nell’articolo afferma di volersi rivolgere agli italiani in difficoltà, presentando «soluzioni ambientaliste e femministe» per «un Paese chiaramente patriarcale». Tradotto: reintrodurre le tutele del lavoro, tassare i ricchi, riavvicinarsi una volta per tutte ai sindacati, investire nella green economy, promuovere i diritti LGBTQ+ e quelli dei migranti. «Diritti civili e diritti sociali, per noi, sono strettamente interconnessi». Per poi precisare che «»la sinistra ha perso nel momento in cui è diventata timida su questi temi».

Nel profilo tracciato da Horowitz Schlein appare sicura. E ambiziosa. Intende trascinare il PD, fare in modo che, alle prossime elezioni, possa vincere. Come? Alleandosi con partner su cui c’è intesa nell’area progressista. «I Cinque Stelle, ovviamente, hanno molto seguito» dice Schlein. Il New York Times, la riguardo, fa notare che il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, «negli ultimi anni ha mostrato una forte vena illiberale». Ovvero, «è stato il presidente del Consiglio che ha firmato la repressione delle navi di salvataggio dei migranti in mare ed è emerso come il principale oppositore dell’Italia all'impegno di Meloni a continuare a inviare armi in Ucraina».

Obiezioni cui Schlein risponde affermando di non essere d’accordo con Conte. E confermando il PD come «sostenitore totale» di Kiev contro «l’invasione criminale» russa. La neosegretaria conclude spiegando di avere votato per l’invio di armi «perché ora è necessario». Ricordando, fra l’altro, che uno dei suoi nonni era ucraino mentre l’altro era un parlamentare antifascista. Una storia personale e familiare che l’ha sensibilizzata rispetto a «ciò che il nazionalismo ha portato nel continente europeo». E questa, la stoccata finale, «è una guerra nazionalista di Putin».

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