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La minaccia di Israele: «Faremo a Teheran ciò che abbiamo fatto ad Hamas»

È quanto dichiara il ministro della Difesa, Israel Katz, quattro giorni dopo l'attacco ai ribelli Houthi yemeniti – alleati dell'Iran – all'aeroporto di Tel Aviv – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La minaccia di Israele: «Faremo a Teheran ciò che abbiamo fatto ad Hamas»
Red. Online
08.05.2025 06:28
17:38
17:38
Gaza: Witkoff consegna piano americano a ONU

In un intervento davanti al Consiglio di Sicurezza dell'ONU l'inviato statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha illustrato la nuova grande iniziativa per Gaza, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF): un fondo destinato a riportare gli aiuti nella Striscia attraverso una struttura logistica trasparente, indipendente e neutrale.

Il documento di 14 pagine ottenuto da Ynet prevede la realizzazione di quattro centri di distribuzione per 300'000 persone ciascuno. L'obiettivo è aggirare gli ostacoli che hanno minato la fiducia dei donatori oltre che evitare che gli aiuti finiscano nelle mani di Hamas.

Secondo il piano americano consegnato da Witkoff all'ONU durante un incontro a porte chiuse, la distribuzione avverrà «attraverso canali logistici sicuri, senza alcuna presenza militare (l'IDF non sarà presente nei centri di distribuzione, ma è previsto un coordinamento per garantire l'accesso umanitario) e sotto la supervisione diretta di squadre di sicurezza indipendenti».

Gli aiuti, pacchi alimentari, kit igienici, medicinali e acqua, verranno distribuiti secondo i bisogni e senza discriminazioni. La fondazione prevede di fornire un pacco alimentare per famiglie palestinesi del valore di 65 dollari, contenente 50 pasti completi, consegnato direttamente ai cittadini «a rischio». Ogni centro servirà fino a 300'000 persone, coprendo così in una prima fase 1,2 milioni di abitanti, con possibilità di espansione fino a 2 milioni.

Alla guida della fondazione ci sono esperti con vasta esperienza in operazioni umanitarie e sistemi finanziari. Tra i membri del consiglio direttivo e del team esecutivo figurano Nate Mook (ex CEO di World Central Kitchen), Jake Wood (fondatore di Team Rubicon) e David Beasley (ex direttore del Programma alimentare mondiale (PAM) dell'ONU). I controlli saranno affidati a una delle principali società di revisione contabile a livello globale, con supporto legale di uno studio specializzato in diritto internazionale e umanitario.

Il documento sottolinea che l'iniziativa nasce a fronte di crescenti preoccupazioni nella comunità internazionale per la deviazione degli aiuti da parte di gruppi armati, la vendita illegale nei mercati neri e la mancanza di trasparenza da parte delle autorità locali. Pur essendo una fondazione americana, la GHF vuole distinguersi da qualsiasi organismo politico o militare.

I rappresentanti diplomatici del Consiglio di sicurezza hanno criticato duramente la proposta, nel contesto delle accuse globali secondo cui Israele starebbe affamando deliberatamente la popolazione di Gaza. L'inviato statunitense ha ribattuto sottolineando che l'obiettivo è evitare che gli aiuti finiscano nelle mani di Hamas. Le Nazioni Unite e diverse organizzazioni umanitarie si oppongono al piano e rifiutano di collaborare.

15:54
15:54
«106 morti in 24 ore nella Striscia»

L'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che almeno 106 persone sono state uccise e altre 367 ferite nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza a causa degli attacchi israeliani.

Secondo le autorità sanitarie locali, il bilancio dall'inizio dell'offensiva, nell'ottobre 2023, è salito a 52'760 morti e 119'264 feriti. La maggior parte delle vittime, dicono, sono donne e bambini.

14:10
14:10
«Tra Siria e Israele sono in corso negoziati indiretti»

L'autoproclamato presidente siriano Ahmad Sharaa (Jolani) ha affermato che sono in corso negoziati indiretti con Israele «per evitare che la situazione vada fuori controllo per entrambe le parti». Lo ha detto a margine della sua visita a Parigi, nelle ultime ore, accolto dal presidente francese Emmanuel Macron, come riferiscono oggi media siriani e regionali.

Israele occupa da decenni territori siriani e dall'8 dicembre scorso, da quando Sharaa ha preso il potere, lo Stato ebraico ha esteso il raggio della sua occupazione militare in Siria. Nei giorni scorsi l'aviazione israeliana ha condotto raid aerei vicino al palazzo presidenziale di Damasco.

«Sono in corso negoziati indiretti, tramite mediatori, per calmare la situazione e per tentare di contenere gli incidenti, perché gli eventi non sfuggano fuori dal controllo delle parti», ha detto Sharaa ripreso in un video durante dichiarazioni ai media a Parigi.

13:22
13:22
«Trump deluso da Netanyahu, anche sugli accordi con Riad»

Fonti vicine al presidente Usa riferiscono che il presidente degli Stati Uniti è deluso dal primo ministro israeliano Benyamin Netanyah. Lo riferisce il quotidiano Israel Hayom secondo cui, in conversazioni a porte chiuse Trump ha affermato che avrebbe fatto progressi nei suoi obiettivi in Medio Oriente senza aspettare Israele.

Per quanto riguarda un accordo con l'Arabia Saudita, il presidente vorrebbe che Israele fosse una parte centrale dell'intesa, ma «Netanyahu sta ritardando l'adozione delle decisioni necessarie». Il commander in chief inoltre sarebbe ancora arrabbiato con Netanyahu e la sua cerchia per quello che lui considera un tentativo di spingere la Casa Bianca ad agire militarmente contro il programma nucleare iraniano. Non è un caso, è stato fatto notare, che gli Usa non abbiano comunicato in anticipo ai funzionari israeliani il cessate il fuoco con gli Houthi nello Yemen. Dopo l'annuncio di Trump, Netanyahu e altri ministri hanno sottolineato che Israele «può difendersi da solo».

Intanto, secondo le informazioni in possesso dello Stato ebraico, i tre ostaggi su cui ci sono forti preoccupazioni che non siano più in vita sono un israeliano e due stranieri. Lo riferisce una fonte vicina al dossier, citata da Ynet. Le loro famiglie sono state informate.

La fonte ha spiegato che «qualsiasi informazione rilevante in possesso dell'Unità per i rapiti e le persone scomparse viene trasmessa alla famiglia da un agente dei servizi segreti. I contatti con i parenti degli stranieri vengono effettuati costantemente tramite le ambasciate dei paesi interessati».

12:52
12:52
Un morto nei raid israeliani nel sud del Libano

È di almeno una persona uccisa il bilancio di nuovi raid aerei israeliani nel sud del Libano, nel distretto di Nabatiye. Lo riferisce il ministero della sanità di Beirut.

L'esercito israeliano (Idf) conferma intanto di aver lanciato un'ondata di attacchi aerei nel sud del Libano, colpendo obiettivi di Hezbollah nell'area del castello Beaufort utilizzata dall'organizzazione filoiraniana per sparare razzi contro Israele.

Secondo il portavoce militare, il sito serviva alla gestione dei sistemi d'arma e difesa dell'organizzazione sciita. Nell'attacco sono stati colpiti miliziani, armi e tunnel sotterranei. L'esercito ha definito il luogo «parte di un progetto sotterraneo strategico» che, a seguito dei bombardamenti, è stato messo fuori uso.

«L'esistenza del sito e le attività al suo interno rappresentano una grave violazione delle intese tra Israele e Libano», ha detto il portavoce.

12:04
12:04
Raid aerei israeliani nel sud del Libano

L'agenzia di stampa ufficiale libanese ha riferito di una «serie» di attacchi israeliani nel Libano meridionale, nonostante il cessate il fuoco tra Israele e il movimento islamista Hezbollah.

Secondo Ani, «una serie di attacchi israeliani» ha preso di mira il settore di Nabatiyeh, a circa dieci chilometri dal confine. I media locali hanno riferito che i raid hanno colpito zone montuose lontane dai centri residenziali.

10:30
10:30
Israele chiude due scuole gestite dall'Unrwa a Gerusalemme

Le forze israeliane sono entrate in due scuole, gestite dall'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), a Gerusalemme Est per farne rispettare la chiusura: lo ha riferito un fotografo dell'AFP, mentre le Nazioni Unite hanno confermato la chiusura di tre scuole nel campo profughi di Shuafat.

Il fotografo ha riferito che un avviso di chiusura in ebraico è stato lasciato all'ingresso di almeno una delle scuole e che l'Unrwa, che le gestisce, ha dichiarato che almeno un membro del suo personale è stato arrestato.

La polizia israeliana, scrive il Times of Israel, ha chiuso sei scuole gestite dall'Unrwa nel campo profughi di Shuafat e in altri quartieri di Gerusalemme Est.

Le chiusure fanno seguito a un avviso emesso dalla polizia alle scuole il mese scorso e sanciscono ora l'applicazione ufficiale del divieto imposto da Israele alle operazioni dell'Unrwa dentro Israele.

Secondo il Comune di Gerusalemme, circa 900 studenti erano iscritti alle scuole gestite dall'Unrwa in città. Dall'approvazione della legge, il Comune si è impegnato a fornire a questi studenti sistemazioni alternative in altre scuole di Gerusalemme Est.

08:09
08:09
Israele: «Faremo a Teheran ciò che abbiamo fatto ad Hamas»

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha minacciato oggi di fare ai leader di Teheran ciò che abbiamo «fatto ad Hamas a Gaza», 4 giorni dopo l'attacco dei ribelli Houthi yemeniti - alleati dell'Iran - all'aeroporto di Tel Aviv.

«Avverto... i leader iraniani che finanziano, armano e sfruttano l'organizzazione terroristica Houthi: il sistema per procura è finito e l'asse del male è crollato», ha affermato Katz.

«Siete direttamente responsabili. Quello che abbiamo fatto a Hezbollah a Beirut, ad Hamas a Gaza, ad Assad a Damasco, lo faremo anche a voi a Teheran», ha aggiunto in un comunicato.

Dal canto suo, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha respinto le accuse secondo cui il governo di Teheran sarebbe coinvolto in un presunto piano per colpire l'ambasciata israeliana a Londra, dopo l'arresto di sette cittadini iraniani.

«L'Iran respinge categoricamente e senza mezzi termini qualsiasi coinvolgimento in tali azioni e conferma di non essere stato informato di alcuna accusa tramite i canali diplomatici appropriati», ha dichiarato Araghchi in un post su X.

06:28
06:28
Il punto alle 6.00

La protezione civile palestinese afferma che cinque persone sono state uccise e diverse altre sono rimaste ferite nelle prime ore di oggi in un attacco israeliano avvenuto a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza.

Nel frattempo, la Columbia ha chiamato la polizia per far fronte a un sit-in di studenti pro-Gaza sul campus.

Una cinquantina di persone sono state fermate, ha detto Sharla Steinam, una dottoranda della Columbia Journalism School, per aver preso parte a una breve occupazione della Butler Library, la principale biblioteca dell'ateneo Usa.

Gli studenti sono stati ammanettati e caricati su autobus della polizia: la maggior parte aveva addosso le sciarpe bianche e nere diventate simbolo delle proteste propalestinesi.