Vaticano

La papamobile di Francesco diventa una clinica per i bambini della Striscia

Attualmente è in fase di allestimento con attrezzature per la diagnosi, l’esame e il trattamento, tra cui test rapidi per le infezioni, kit di sutura, siringhe e aghi, fornitura di ossigeno, vaccini e un frigorifero per i medicinali
© Caritas Gerusalemme
Red. Online
05.05.2025 09:55

È stata la protagonista dell'ultima uscita tra i fedeli di papa Francesco, a San Pietro, nel giorno di Pasqua. Un veicolo da cui ha salutato e avvicinato milioni di fedeli in tutto il mondo. E che il Pontefice, nei suoi ultimi mesi di vita, aveva deciso di donare a Caritas Gerusalemme affinché la trasformasse in una stazione sanitaria mobile per i bambini di Gaza. Stiamo parlando della papamobile, che è ora in fase di rimodulazione (e sono state diffuse le prime foto del progetto).

A Gaza quasi un milione di bambini sono sfollati. L’accesso al cibo, all’acqua e all’assistenza sanitaria è stato interrotto. La fame, le infezioni e altre condizioni mettono a rischio le loro vite. Per questo prima di morire, riferisce Caritas Gerusalemme, papa Francesco ha messo la sua papamobile a disposizione. Ora, con il supporto di Caritas Svezia, sta per diventare un’unità sanitaria mobile per i bambini. «Quando riaprirà il corridoio umanitario per Gaza, sarà pronta a fornire assistenza sanitaria primaria ai bambini».

«Con il veicolo saremo in grado di raggiungere i bambini che oggi non hanno accesso all’assistenza sanitaria, bambini feriti e malnutriti. Si tratta di un intervento concreto e salvavita in un momento in cui il sistema sanitario di Gaza è quasi completamente collassato», ha dichiarato Peter Brune, segretario generale di Caritas Svezia.

Il veicolo sarà dotato di un autista e di medici. Attualmente è in fase di allestimento con attrezzature per la diagnosi, l’esame e il trattamento, tra cui test rapidi per le infezioni, kit di sutura, siringhe e aghi, fornitura di ossigeno, vaccini e un frigorifero per i medicinali.

«Questo veicolo rappresenta l’amore, la cura e la vicinanza di Sua Santità per i più vulnerabili, che ha espresso durante tutta la crisi», per Anton Asfar, segretario generale di Caritas Gerusalemme.

Il veicolo sembra essere stato accuratamente adattato alle esigenze dei più bisognosi. Ma «non è solo un veicolo», ha concluso Brune. «È un messaggio per dire che il mondo non si è dimenticato dei bambini di Gaza». Ed è anche un invito: che anche il resto del mondo se ne ricordi.

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