La promozione di Kim Jong-un: da «leader supremo» a «presidente»

Chiamatelo, semplicemente, "presidente". È questa la carica sulla quale Kim Jong-un sta cercando, piano piano, di mettere le mani. Secondo un rapporto stilato dal ministero dell'Unificazione della Corea del Sud, che gestisce le relazioni con Pyongyang, il 40.enne è stato indicato come "presidente" in 26 occasioni dai media statali nordcoreani nei primi sette mesi del 2023. Nell'intero 2022, ciò era avvenuto 23 volte; solo quattro, addirittura, nel 2020.
Negli ultimi anni, il "leader supremo" ha ridotto la propria attività pubblica: irrintracciabile per lunghi periodi, ha più volte alimentato il diffondersi di speculazioni sul suo stato di salute.
Quest'anno il leader nordcoreano ha condotto attività pubbliche in 57 occasioni. Nella prima metà del 2023, il numero delle sue ispezioni pubbliche ha raggiunto quota 32, quasi la metà della media degli anni passati (62). Non meglio le ispezioni militari (30), e le apparizioni in ambito economico (4). Da quando è salito al potere nel 2011, le attività pubbliche di Kim sono in gran parte diminuite dopo aver raggiunto il picco di 214 nel 2013.
Ma questo tentativo di appropriarsi del titolo di presidente mette in luce un aspetto particolare della politica di Kim: il culto della personalità è ancora vivo e, anzi, procede a pieno regime.
Il titolo del padre...
L'assunzione di nuovi titoli non è un processo raro nelle dittature, ancor meno in Corea del Nord. A gennaio 2021, ad esempio, Kim Jong-un aveva assunto la nomina a "segretario generale" del Partito dei Lavoratori, una posizione precedentemente ricoperta dal padre. Una mossa puramente simbolica, dato che dal 2016 il terzogenito di Kim Jong-Il aveva già assunto il ruolo di vertice del partito con il titolo di "primo segretario". Un modo, insomma, per rafforzare la propria autorità. Dall'ascesa al potere, avvenuta nel 2011, Kim ha anche assunto l'incarico di presidente della Commissione per gli Affari di Stato e di comandante supremo dell'esercito del Nord, composto da 1,2 milioni di persone.
...e quello del nonno
Ora, dicevamo, Kim Jong-un vuole essere chiamato "presidente". Questa carica ha un valore particolare, dato che in Corea del Nord è stato utilizzata una sola volta, dal nonno di Kim Jong-un, Kim Il-sung. Nato sotto l'occupazione dell'Impero giapponese, Kim Il-sung fece carriera nell'esercito di guerriglieri che combatté la presenza nipponica nella penisola. Nominato primo leader supremo (1948) e segretario generale del Partito dei Lavoratori (1949), Kim Il-sung — di fatto, fondatore della Corea del Nord — rafforzò la propria presa sul potere negli anni '50 e '60, prima di dare il via negli anni '70 al culto della personalità i cui effetti sono visibili ancora oggi: attualmente, Kim Il-sung è idolatrato come "presidente eterno" o "grande presidente". Un titolo a cui evidentemente aspira anche Kim Jong-un.
La situazione
Intanto, evidenziano i dati raccolti da Seul, la grave situazione alimentare della Corea del Nord sembra in qualche modo attenuarsi, aiutata dalle forniture di prodotti agricoli estivi, come patate e mais. Negli scorsi anni, lo scenario si era molto deteriorato a causa delle crescenti difficoltà economiche per la chiusura dei confini dovuta alla pandemia di COVID-19. Tuttavia, sembra che i comuni cittadini nordcoreani stiano sostenendo costi elevati per l'acquisto di cibo, dato che i prezzi degli alimenti sono saliti alle stelle all'inizio di quest'anno. Il prezzo della farina ha subito un'impennata del 445% nel primo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2019, quando il Paese aveva imposto le restrizioni COVID.