Ambiente

La riduzione di voli ad Amsterdam-Schiphol deve essere più drastica

È quanto ha deciso il governo olandese: i movimenti annuali, rispetto ai 460 mila precedentemente annunciati, non dovranno superare quota 452.500
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Red. Online
03.09.2023 06:00

No, la riduzione di voli all'aeroporto di Amsterdam-Schiphol deve essere ancora più drastica. È il pensiero del governo olandese, quello del dimissionario Mark Rutte. Governo che, prima di levare le tende, ha comunque deciso di portare avanti il piano di snellimento, in termini di operazioni consentite, dello scalo. Di qui l'annuncio di aver presentato alla Commissione Europea un piano, in tal senso, da attuare il prossimo anno. Un piano molto più ambizioso rispetto a quanto annunciato in precedenza

Il ministro delle Infrastrutture e della Gestione delle Acque, Mark Harbers, in una nota ha spiegato che il numero di voli, all'anno, scenderà a 452.500 dai 500 mila movimenti attuali. Un limite, dicevamo, più stringente se paragonato ai 460 mila movimenti precedentemente dichiarati dal governo dell'Aia. Quanto ai voli notturni, da effettuare con aerei più silenziosi, il massimo consentito scenderà dai 32 movimenti attuali a 28.700.

«L'aviazione porta molte cose meravigliose ai Paesi Bassi, a patto che si presti attenzione anche agli effetti negativi sulle persone che vivono intorno all'aeroporto», ha dichiarato Mark Harbers. Con questa misura, il ministro mira a limitare l'inquinamento acustico causato dal trasporto aereo e, parallelamente, le emissioni di CO2. Secondo i calcoli del ministero, «questo pacchetto di misure consentirà di ridurre il rumore di circa il 15% nelle 24 ore e del 15% di notte». Per raggiungere l'obiettivo del 20%, per contro, dovranno essere adottate ulteriori misure.

La misura dovrebbe avere un impatto, in particolare, su KLM, la compagnia di bandiera olandese parte del colosso Air France-KLM. Schiphol, infatti, è di gran lunga l'aeroporto più grande dei Paesi Bassi nonché hub del vettore. Pure la filiale low cost Transavia Holland sarà fortemente colpita.

Non a caso, il gruppo Air France-KLM ha espresso la propria opposizione al progetto, affermando che «questa decisione ostacolerà inevitabilmente la connettività, l'attrattiva e la situazione occupazionale dei Paesi Bassi e non tiene conto degli sforzi compiuti dalla nostra compagnia aerea, KLM, e dal gruppo nel suo complesso per ridurre efficacemente la propria impronta ambientale e acustica». Non finisce qui. Il gruppo, infatti, ribadisce che «non avrà altra scelta se non quella di adeguare la propria strategia per mantenere la propria quota di mercato europeo in un settore globale». Il che, a mo' di minaccia, «include la rivalutazione dei piani di investimento nei Paesi Bassi per i prossimi anni e la riallocazione della capacità all'interno della nostra rete».

Quando il governo olandese aveva annunciato un limite di 460 mila movimenti annuali, Air France-KLM aveva tentato di impugnare la decisione a livello legale. Il gruppo, tuttavia, era stato respinto dalla Corte d'Appello di Amsterdam lo scorso luglio.

Pure le associazioni del trasporto aereo hanno reagito con forza. Airlines For Europe, tramite il suo direttore generale Ourania Georgoutsakou, ha parlato di una decisione «arbitraria, mal ponderata e contro le procedure normalmente utilizzate». Anche l'Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) ha commentato con un certo sdegno la decisione: «Tra qualche mese, questo governo non sarà responsabile delle gravi conseguenze che potrebbero derivare dalla decisione di Schiphol, in particolare per quanto riguarda le relazioni con i partner commerciali dei Paesi Bassi, nonché la perdita di posti di lavoro e di prosperità nel Paese».

Il governo che arriverà, insomma, si ritroverà sul tavolo il più classico dei regali avvelenati.

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