Il caso

La rissa assicurativa per gli aerei «rubati» dai russi continua

I grandi gruppi occidentali si rifiutano di pagare i risarcimenti alle società di leasing che, nel bailamme post-invasione dell'Ucraina, hanno perso oltre 400 velivoli: «Non è stato fatto abbastanza per recuperare quelle proprietà»
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Marcello Pelizzari
20.03.2024 10:45

La questione, invero, era emersa (quasi) subito. Chi pagherà per gli aerei «rubati» dai russi? Parliamo di 400 e oltre velivoli che il Cremlino, sulla scia delle sanzioni occidentali legate all'invasione russa dell'Ucraina, aveva ri-nazionalizzato evitando così di consegnarli alle società di leasing. O, meglio, ai legittimi proprietari. La vicenda, evidentemente, nel corso dei mesi e degli anni si è trascinata anche, se non soprattutto, a livello assicurativo. Tradotto: le società di leasing si sono fatte sotto nella speranza di ottenere un risarcimento. Bene, com'è andata? Anzi, come sta andando? Proviamo a fare un po' di chiarezza.

Alcuni dei maggiori gruppi assicurativi del mondo, scrive il Wall Street Journal al riguardo, stanno sistematicamente rigettando queste richieste di risarcimento. Con una motivazione, principalmente: i lessor, le società di leasing, avrebbero dovuto fare di più per riprendersi gli aerei prima che la Federazione Russa decidesse di bloccarli. In gioco ci sono miliardi di dollari e, come detto, oltre 400 aeroplani di fabbricazione europea o statunitense, oltre a milioni di spese legali. Secondo gli esperti, questa rissa assicurativa – come è stata più volte definita – che coinvolge decine di società influenzerà, in futuro, la copertura dei conflitti. 

Quanto valgono, ora, gli aerei?

Le compagnie russe, prima del 24 febbraio 2022, come molti altri vettori a livello mondiale ricevevano a noleggio aerei di fabbricazione occidentale. Airbus e Boeing, nello specifico. Una strategia, questa, più flessibile rispetto all'acquisto secco di velivoli. Il valore della flotta sequestrata dalla Russia, in seguito all'invasione su larga scala dell'Ucraina, si aggirava sui 10 miliardi di dollari. A livello assicurativo, tutti i mezzi erano coperti da assicuratori russi e occidentali, fra cui giganti come American International Group, Chubb e Swiss Re, scrive ancora il Wall Street Journal. 

Sin da subito, appunto, è emersa una questione. Anzi, la questione: chi risponderà di questo vero e proprio furto? Non solo, tecnicamente parlando chi ha commesso questi furti? Le stesse compagnie o lo Stato? E ora, con il problema del mancato accesso ai pezzi di ricambio e agli aggiornamenti dei software, quanto valgono davvero gli aerei? Nei primi, caotici giorni post-invasione, ricordiamo, Europa, Regno Unito e Stati Uniti avevano imposto pesanti, anzi pesantissime sanzioni nei confronti di Mosca. Sanzioni che coinvolgevano anche il settore aereo e che avevano spinto le società di leasing a interrompere gli accordi in essere con i vettori della Federazione. Lasciando così nel limbo centinaia e centinaia di aerei. 

Nel frattempo, alcuni lessor hanno ingaggiato vere e proprie squadre di recupero. Ma i successi, invero, sono stati pochissimi. Altri aeromobili sono rimasti bloccati in aeroporti come Amsterdam o Ginevra. Finendo in un limbo legislativo e burocratico. O, se preferite, nel (quasi) oblio. Le stesse società di leasing, visto lo stato attuale in cui versa il settore in Russia, dubitano che, anche recuperandoli, questi aerei possano tornare a volare in Occidente. Attualmente, su ordine del Cremlino, gli aerei sono stati registrati in Russia e volano esclusivamente su rotte nazionali o, all'estero, verso aeroporti e Paesi considerati amici di Mosca.

Ma i russi, intanto, pagano

D'accordo, ma come funziona un'assicurazione per aerei? In genere, le società di leasing richiedono alle singole compagnie di assicurare i velivoli presso un'entità locale, in questo caso quindi in Russia, mentre i lessor hanno una propria assicurazione che, tendenzialmente, copre anche «rischi» come la guerra. I grandi gruppi assicurativi chiamati, ora, a risarcire le società di leasing, tuttavia, sostengono di non poter intervenire. Fra i motivi, c'è il fatto che i contratti siano stati interrotti prima che gli aerei rimanessero bloccati in Russia. 

Come detto, agli occhi degli assicuratori le società di leasing avrebbero anche dovuto sforzarsi di più per recuperare gli aerei: Chubb, in un documento, ha dichiarato che i lessor hanno avuto più di una possibilità per «rimuovere i loro beni dalla Russia». Non avendolo fatto, riporta il Wall Street Journal citando il documento in questione, «hanno abbandonato volontariamente i loro beni». I lessor, dal canto loro, hanno ribadito che recuperare quanto spettava loro era una missione quasi impossibile. Tant'è che solo una manciata di velivoli è tornata ai legittimi proprietari.

In mezzo, la posizione interlocutoria di alcuni esperti. O, se preferite, il dubbio che gli assicuratori stiano agendo in questo modo per evitare risarcimenti monstre. Della serie: ma, se caso, avrebbero abbastanza fondi per coprire i lessor? Bella domanda. Va sottolineato, in mezzo a questo bailamme, il fatto che gli assicuratori russi abbiano versato risarcimenti per oltre 2 miliardi di dollari per più di 100 aeromobili, secondo quanto riportato. AerCap Holdings, società irlandese che nel 2022 ha subito una svalutazione di 2,7 miliardi dollari per via degli aerei bloccati in Russia, si è accordata per 67 dei suoi 113 velivoli rimasti in Russia. Ottenendo, in totale, 1,3 miliardi di dollari. Cifre, leggiamo, inferiori rispetto al valore pre-guerra. AerCap, in particolare, ha ottenuto circa il 70% rispetto al valore assicurato. 

La battaglia legale, in ogni caso, è tutto fuorché conclusa. AerCap, fra gli altri, sta cercando di ottenere risarcimenti anche in Occidente, per un valore di 2,2 miliardi di dollari. Altri attori, invece, stanno rifiutando sistematicamente le offerte di risarcimento al ribasso degli assicuratori russi.