La Russia sta reclutando cittadini serbi per combattere in Ucraina

La Russia sta reclutando, attivamente, cittadini serbi per combattere in Ucraina? Sì, secondo quanto ha rivelato il Guardian. Forte di testimonianze dirette e indagini indipendenti. La notizia, in fondo, non deve sorprendere: al netto dei rapporti, stretti, fra i due Paesi, il Cremlino ha forte necessità di rimpolpare le sue truppe dopo 18 mesi di guerra. Nello specifico, secondo quanto emerso Mosca ha pianificato nel dettaglio il reclutamento di centinaia di cittadini serbi.
Dall’inizio della guerra, d’altro canto, la Russia ha introdotto una serie di leggi per attirare i cittadini stranieri nel proprio esercito. A suo tempo, Vladimir Putin aveva dichiarato che il Cremlino dovrebbe aiutare i cittadini stranieri desiderosi di combattere nelle fila dell’esercito di Mosca. Di qui, a proposito di leggi, la decisione di abbassare la durata minima del servizio a contratto per gli stranieri da cinque a un anno.
Il Guardian, al riguardo, cita il periplo di Branko. Il cui nome è stato modificato dal quotidiano per garantirne l’anonimato. Ma la cui storia, dicevamo, è vera. Maledettamente vera. Branko, leggiamo, si è imbarcato su un volo diretto a Mosca da Belgrado alla fine di settembre. Dopo alcuni giorni nella capitale russa, assieme ad altri tre connazionali serbi è stato trasferito presso un centro di reclutamento a Krasnogorsk, dove a ognuno è stato fatto firmare un contratto con l’esercito russo. «È stato tutto molto veloce» ha rivelato Branko al Guardian. «In un giorno appena sono diventato un soldato russo. E ora sto aspettando di andare in Ucraina».
La Serbia, candidata all’adesione all’Unione Europea dal 2012, da tempo vive sospesa fra un avvicinamento al blocco di Bruxelles e l’influenza di Mosca. La guerra in Ucraina ha esacerbato, e non poco, le tensioni interne. Facendo emergere, con forza, la parte di Paese e società che simpatizza per i russi. Sentimenti, questi, particolarmente vivi fra i gruppi ultranazionalisti.
Certo, il numero di serbi finora reclutati non sarebbe tale da cambiare le sorti del conflitto. Ma la vicenda ha risvolti importanti. Soprattutto in termini di relazioni fra Belgrado e Mosca. Per dire: il governo serbo è mai stato informato di questa campagna di reclutamento? A guidare il piano, secondo il Guardian, sarebbe stato Davor Savicic, un serbo attivo in Ucraina, fra i filorussi, già nel 2014. E il cui nome è stato collegato anche al Gruppo Wagner, con cui stando a Fontanka avrebbe combattuto in Siria.
Lo stesso Savicic, durante un’intervista concessa all’anchorman pro-Cremlino Vladimir Soloyov, dal canto suo ha ammesso candidamente di essere alla guida di un’unità di cittadini serbi in Ucraina. Queste le sue parole: «Stiamo ufficialmente firmando un contratto con il Ministero della Difesa russo. I soldati passano attraverso l'ufficio di registrazione e arruolamento militare di Krasnogorsk».
Dettagli, questi, che corrispondono al racconto di Branko. «Dopo un addestramento supplementare, i ragazzi vengono inviati nella direzione di Luhansk» ha aggiunto Savicic, riferendosi alla regione ucraina orientale che rappresenta uno degli obiettivi chiave di Putin. Seduto accanto a Savicic, durante l'intervista, c'era un altro serbo, Deyan Beric. Il quale ha detto a Solovyov che i combattenti serbi si erano arruolati come parte della 106. divisione aviotrasportata russa. «Quando Vladimir Putin ha permesso agli stranieri di venire, ho fatto un piano su come avrebbe funzionato tutto e mi sono rivolto al mio generale» ha detto Beric, indicando Savicic. «I ragazzi arrivano, li incontriamo, poi vanno immediatamente all'ufficio di registrazione e arruolamento militare e firmano un contratto». E ancora: «La maggior parte dei volontari stranieri dell'esercito russo proviene dalla Serbia».
Beric, in precedenza, aveva rilasciato interviste ai media statali russi in cui descriveva come avesse combattuto a fianco dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk in Ucraina, dal 2014
D’accordo, ma quanto è coinvolto in queste iniziative il Cremlino? Parecchio, a quanto pare: i funzionari russi starebbero coordinando da vicino il processo di reclutamento dei cittadini serbi.
Il servizio in lingua russa della BBC, che la settimana scorsa ha raccontato per primo di questo piano, ha spiegato di avere ottenuto una registrazione privata di un incontro fra Savicic e alcuni funzionari di Mosca. Nell’audio si può sentire Savicic dire di aver pianificato di reclutare fino a mille cittadini serbi.
Orden Respubliki, un gruppo di informatori russi contro la guerra, ha condiviso con il Guardian un elenco di 13 serbi che si sarebbero arruolati nelle forze armate russe da settembre. Due dei 13 uomini citati nella lista, tra cui Branko, hanno risposto alle richieste di commento del Guardian. «Siamo circa 60-70 uomini finora» ha detto uno dei serbi della lista. Come Branko, anche lui ha viaggiato dalla Serbia a Mosca a settembre, aggiungendo di aver firmato con la «106. divisione aviotrasportata». L'uomo ha dichiarato di aver deciso di arruolarsi nell'esercito russo per «motivi ideologici» mentre le lucrose retribuzioni militari avrebbero avuto un «ruolo secondario».
Questa campagna di reclutamento sottotraccia, tuttavia, rischia di fomentare le tensioni tra Mosca e Belgrado. Lo scorso gennaio, il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha reagito con rabbia alla televisione di Stato dopo che un video di notizie russe aveva affermato di mostrare volontari serbi che si addestravano a combattere a fianco delle truppe wagneriane in Ucraina. «Perché tu, da Wagner, chiami qualcuno dalla Serbia quando sai che è contro le nostre regole?» aveva detto il presidente, riferendosi alla legge che vieta ai serbi di partecipare a conflitti all'estero. Anche il ministro della Difesa serbo, Milos Vucevic, ha messo in guardia i serbi dall'unirsi alle file russe. Da allora, più di due dozzine di nazionalisti serbi sono stati perseguiti per questo motivo.
Non a caso, Viktor Zaplatin, un veterano della guerra russa che ha reclutato volontari serbi nei combattimenti a fianco delle forze filorusse in Ucraina nel 2014, ha dichiarato che le autorità serbe hanno dato un giro di vite ai combattenti che si recano in Russia. «Il rischio di azioni penali per coloro che sono andati in Russia e sono tornati in Serbia è molto alto» ha detto Zaplatin. «Ci sono sempre stati volontari serbi in Russia. Questo significa che ci sono volontari anche adesso, ma il numero e le funzioni con cui partecipano e prestano servizio sono un segreto organizzativo».