Aviazione

La Russia vuole riaprire un aeroporto vicino al confine con l'Ucraina

Si tratta dello scalo di Krasnodar, chiuso assieme ad altri dieci dopo l'invasione su larga scala annunciata da Vladimir Putin: come leggere questa mossa?
Marcello Pelizzari
18.12.2023 15:00

Alcune settimane, fa abbiamo parlato di come l'Ucraina – pur in un contesto di guerra – confidi nella ripresa dei voli. Soprattutto quelli internazionali. Il Paese aveva sospeso ogni operazione e chiuso tutti i suoi aeroporti, come noto, immediatamente dopo l'invasione su larga scala da parte dell'esercito di Mosca. Anche la Russia, per precauzione, aveva deciso di chiudere gli scali nei territori della Federazione al confine con l'Ucraina. La notizia, ora, è che presto potrebbe riaprire l'aeroporto di Krasnodar. Uno degli undici, appunto, chiusi per via della loro posizione: Mosca, infatti, aveva giudicato troppo pericoloso mantenere attivi i collegamenti di linea in regioni così vicine al fronte. 

Secondo i media russi, al Pashkovsky è già stato effettuato anche un volo di prova, lo scorso 15 dicembre, con un Sukhoi 100 operato da Azimut Airlines in arrivo da Mineralnye Vody. Sono state diffuse anche foto che mostrano l'atterraggio del velivolo. Gli specialisti di Rosaviatsiya, l'Agenzia federale per il trasporto aereo, hanno concluso che l'aeroporto è pronto per la ripresa delle operazioni. La data scelta per la riapertura, secondo i beninformati, è piuttosto evocativa: il 25 dicembre. Pobeda, una branca di Aeroflot, prevede di tornare a proporre voli da Mosca e San Pietroburgo già il prossimo 12 gennaio. Di conferme ufficiali, comunque, ancora non ce ne sono.

La possibile riapertura era stata affrontata anche da Vladimir Putin a margine della conferenza-fiume di fine anno, quando ha risposto alle domande dei cittadini. La decisione, aveva spiegato il leader del Cremlino, era vincolata alle garanzie di sicurezza per i passeggeri. E sulla sicurezza, in alcuni canali Telegram, c'è chi ha ironicamente scherzato: vista la situazione, volare in Russia è sempre più pericoloso.

È difficile, detto ciò, interpretare questa possibile svolta. Oltre a Krasnodar, Rosaviatsiya aveva imposto uno stop ai voli civili anche per gli aeroporti di Anapa, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Gelendzhik, Kursk, Lipetsk, Rostov sul Don, Simferopol ed Elista. Divieti tuttora validi. C'è chi, commentando la notizia, ha intravisto un possibile legame con la situazione al fronte. Che parrebbe più favorevole alla Russia, ora. Ma c'è anche chi ha ricondotto il tutto a questioni puramente economiche: la manutenzione dell'aeroporto, durante il lungo, lunghissimo periodo di pausa, è costata 1,53 miliardi di rubli. Circa 15 milioni di euro. Denaro, questo, fornito direttamente dal Ministero dei Trasporti che, fra le altre cose, sta sostenendo l'intero settore dell'aviazione.