L’intervista

«La scissione di Forza Italia non sconvolgerà il centrodestra»

Secondo il politologo Luigi Pandolfi Forza Italia è stata pregiudicata anche dall’assenza di Silvio Berlusconi
©EPA/FEDERICO PROIETTI
Osvaldo Migotto
28.05.2021 20:20

In Italia la nascita del nuovo gruppo parlamentare «Coraggio Italia» su iniziativa del presidente della Liguria, Giovanni Toti, e del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, sta mettendo in agitazione Forza Italia (FI) che nell’operazione perde 11 deputati. Sulle conseguenze di questa nuova scissione nel partito di Berlusconi abbiamo sentito il parere del politologo e saggista Luigi Gandolfi.

La fuoriuscita dai ranghi di FI di 11 deputati può essere letto come il segnale del definitivo declino del partito di Berlusconi?
«Certamente Forza Italia è nata come partito leaderistico intorno a una figura particolare e ingombrante come Silvio Berlusconi. Già la sua assenza in questo ultimo periodo in qualche modo si è fatta sentire e si vede come questa formazione politica sia orfana di una leadership alla quale era legata sia la prospettiva del partito, sia la prospettiva personale di coloro che avevano scelto di seguire Berlusconi. È quindi del tutto evidente che in questa situazione già di per se difficile questa scissione crea ulteriori problemi. Penso che probabilmente questi parlamentari che hanno deciso di abbandonare Forza Italia abbiano ritenuto che in questo partito non ci fosse più un futuro».

Vede qualche responsabilità da parte di Antonio Tajani, numero due di Forza Italia, in questa nuova frammentazione del partito?
«Tajani è una figura assolutamente opaca, dal punto di vista politico, che per altro serviva e serve a non fare ombra al leader vero che è Silvio Berlusconi. Però in assenza del leader vero di FI questa figura opaca in qualche modo rappresenta una sorta di palla al piede per questo partito. Berlusconi è ormai assente da un certo tempo dalla scena politica e forse non tutto è legato alle sue condizioni di salute. Sappiamo che ci sono dei processi che lo riguardano e ci sono state delle udienze alle quali lui non ha partecipato, adducendo problemi di salute. Vi è dunque un mix di condizioni che pesano negativamente sulla formazione politica creata da Silvio Berlusconi».

Quali le possibili conseguenze dell’indebolimento di FI sulla compattezza del centrodestra, in vista delle elezioni amministrative?
«Credo che questa nuova spaccatura nel partito di Berlusconi non avrà un influenza sul quadro complessivo del centrodestra. D’altronde, a differenza del centrosinistra, il centrodestra ha sempre dimostrato di sapersi mettere d’accordo in vista delle elezioni, per cui non credo che questo fatto avrà delle conseguenze nelle città e nelle Regioni dove si voterà».

Chi potrebbe trarre maggiori benefici dall’ulteriore indebolimento di Forza Italia?
«C’è una forza politica in netta ascesa che è Fratelli d’Italia (FdI), si tratta di un partito lanciatissimo che beneficia da un lato delle posizioni populiste che lo hanno caratterizzato negli anni passati e dall’altro della sua attuale collocazione, ossia partito di opposizione. L’accelerazione della crescita del partito di Giorgia Meloni si è registrata proprio dopo la formazione del Governo Draghi, al fronte del quale FdI è l’unico partito rilevante a collocarsi all’opposizione. I fatti stanno dimostrando che questa scelta della Meloni è stata azzeccata. Ad ogni modo un’eventuale implosione di Forza Italia non necessariamente favorirà un’unica forza politica. Però è evidente che in questo momento nel centrodestra c’è una stella cadente che è Salvini, e un astro nascente che è Giorgia Meloni. Questo è un dato di fatto».