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Il presidente siriano Ahmad al-Sharaa ha annunciato il trasferimento della responsabilità del mantenimento della sicurezza nella città meridionale di Sweida alle fazioni locali e agli sceicchi drusi - Nel discorso un avvertimento a Israele - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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19:02
19:02
«Almeno 94 palestinesi uccisi dai raid israeliani nelle ultime 24 ore»
Sono almeno 94 i palestinesi uccisi dai raid israeliani nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della Salute di Gaza. Di questi, 26 sono morti mentre cercavano di ottenere aiuti umanitari.
Almeno 367 palestinesi feriti sono arrivati negli ospedali di Gaza nelle ultime 24 ore.
Da quando è stato lanciato a maggio il controverso programma di distribuzione alimentare Ghf, sostenuto da Stati Uniti e Israele, almeno 877 palestinesi in cerca di aiuti sono stati uccisi e 5.666 sono rimasti feriti. Il bilancio dei palestinesi morti dall'inizio della guerra sale a 58.667. Altri 139.94 sono rimasti feriti.
Decine di persone sono morte solo nella giornata di oggi in varie zona della Striscia. Oltre alle tre vittime dell'attacco alla chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, si contano 4 vittime in un attacco al campo profughi di Bureij, nella parte centrale della Striscia, e 3 in un attacco a un edificio residenziale a Gaza City.
16:16
16:16
Netanyahu: «In Siria continueremo ad agire se necessario»
Israele continuerà a usare mezzi militari per far rispettare le sue due linee rosse in Siria: «Smilitarizzare l'area a sud di Damasco, dalle alture del Golan ai monti drusi, e proteggere i fratelli dei nostri fratelli i drusi». Lo ha detto Benyamyn Netanyahu in un video diffuso dal suo ufficio.
Il premier ha accusato il regime di Jolani di aver violato entrambe le linee rosse: «Ha inviato un esercito a sud di Damasco e ha iniziato a massacrare i drusi. Non potevamo accettarlo in alcun modo». Per Netanyahu il cessate il fuoco annunciato dal regime «è stato ottenuto con la forza». E ha avvertito: «Continueremo ad agire se necessario».
15:48
15:48
2 morti e 11 feriti per il raid israeliano sulla chiesa cattolica di Gaza
Due vittime e 11 feriti, di cui 3 gravi, è il bilancio del raid israeliano sulla chiesa cattolica della Sacra Famiglia di Gaza. Lo ha fatto sapere oggi il Patriarcato latino di Gerusalemme.
Papa Leone XIV si è detto «profondamente addolorato» in un telegramma del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, rinnovando l'appello a un immediato cessate il fuoco. Dal canto suo, l'esercito israeliano ha annunciato di aver aperto un'indagine, rammaricandosi per i danni causati.
Stando al «Times of Israel», che riporta una presa di posizione dell'esercito di Israele, quest'ultimo «compie ogni sforzo per mitigare i danni ai civili, compresi i siti religiosi». «Israele - stando al ministero degli esteri di Tel Aviv - non prende mai di mira chiese o siti religiosi e si rammarica di qualsiasi danno a un sito religioso o a civili non coinvolti».
15:44
15:44
Gli attacchi USA hanno distrutto solo uno dei 3 siti iraniani
Il sito nucleare iraniano di Fordow è stato in gran parte distrutto dai bombardamenti americani del mese scorso. Lo riporta oggi Nbc citando una nuova valutazione dell'amministrazione Trump, presentata nei giorni scorsi ad alcuni esponenti del Congresso.
Gli attacchi a Natanz e Isfahan, invece, hanno causato danni più limitati e gli impianti sarebbero stati degradati solo al punto che l'arricchimento dell'uranio potrebbe riprendere nei prossimi mesi se Teheran lo desiderasse.
15:06
15:06
Almeno 516 morti negli scontri nel sud della Siria
Il bilancio delle vittime degli scontri nel sud della Siria continua a crescere. Secondo l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani si contano almeno 516 morti da domenica scorsa.
13:18
13:18
Il tribunale belga ferma l'invio di armi verso Israele
Il tribunale di Bruxeles ha ordinato al governo regionale fiammingo di bloccare tutto il transito di equipaggiamento militare verso Israele, riferisce l'emittente Vrt. La regione ospita il porto di Anversa, uno dei più grandi di Europa
L'intervento ha bloccato componenti destinati alla società di difesa israeliana Ashot nel porto di Anversa. Secondo il Tribunale il governo fiammingo deve impedire il transito di «prodotti per la difesa e altre attrezzature destinate all'uso militare per le quali non vi è alcuna certezza materiale che siano destinate esclusivamente all'uso civile».
06:58
06:58
Il punto alle 6.30
Il presidente siriano Ahmad al-Sharaa ha annunciato il trasferimento della responsabilità del mantenimento della sicurezza nella città meridionale di Sweida, teatro di sanguinosi scontri settari da domenica, alle fazioni locali e agli sceicchi drusi.
«Abbiamo dato priorità agli interessi del popolo siriano rispetto al caos e alla distruzione», ha dichiarato Shareeh in un discorso televisivo. «Abbiamo deciso che le fazioni locali e gli sceicchi saggi si assumeranno la responsabilità del mantenimento della sicurezza a Sweida», ha aggiunto il leader siriano citando «la necessità di evitare di sprofondare in una nuova guerra su larga scala» dopo quattro giorni di violenza.
«Avevamo due opzioni: una guerra aperta con l'entità israeliana a spese del nostro popolo druso, della sua sicurezza e della stabilità della Siria e dell'intera regione, oppure dare agli anziani drusi e agli sceicchi l'opportunità di tornare in sé e dare priorità all'interesse nazionale», ha spiegato al-Sharaa.
Il presidente siriano ha affermato che «lo Stato siriano è intervenuto per porre fine agli scontri tra gruppi armati a Sweida e nelle zone circostanti» e ha promesso di chiamare a rispondere i responsabili degli abusi contro quello che ha definito «il nostro popolo druso, che è sotto la protezione e la responsabilità dello Stato». Al-Sharaa ha inoltre affermato che la protezione dei cittadini drusi e dei loro diritti è «la nostra priorità».
Il discorso televisivo di al-Sharaa, evidenzia un'analisi di al Jazeera, ha segnato anche un cambio di toni nei confronti di Israele. Rivolgendosi ai cittadini drusi della Siria, il presidente ha detto: «Respingiamo qualsiasi tentativo di trascinarvi nelle mani di un partito esterno [...] chiunque inizi una guerra con la Siria, se ne pentirà».