Russia

La spesa militare, ora, pesa per un terzo sul bilancio

Quella russa si è trasformata in una vera e propria economia di guerra, con possibili, pesanti ripercussioni sulla vita dei cittadini in termini di rincari e inflazione
© MAXIM SHIPENKOV
Red. Online
05.08.2023 20:00

Sì, la Russia di Vladimir Putin è alle prese con un'economia di guerra. Ora è ufficiale, diciamo. Per il 2023, infatti, il Cremlino ha raddoppiato l'obiettivo di spesa per la difesa. Portandolo a oltre 90 miliardi di euro, secondo un documento governativo visionato da Reuters. Tradotto: quest'anno, la spesa militare rappresenterà un terzo della spesa pubblica. Una politica, va da sé, non priva di problematiche. Il deficit pubblico, di riflesso, è in aumento mentre il conflitto in Ucraina pesa sempre di più sulle finanze di Mosca.

Il Cremlino, sotto sanzioni dall'annessione illegale della Crimea nel 2014 e, in maniera sempre più pesante, dopo l'invasione dell'Ucraina, non sta più alimentando un'economia di tipo protezionistico. No, sta investendo pesantemente nel suo apparato militare-industriale. Lo confermano i ritmi di produzione annunciati dalla Federazione. Secondo i dati, nel primo semestre dell'anno la Russia ha speso il 12% in più per la difesa di quanto inizialmente previsto per l'intero anno. Con un costo aggiuntivo stimato in 5,80 miliardi di euro. Nei sei mesi menzionati, la spesa per la difesa è stata pari a 5.590 miliardi di rubli, il 37,3% del bilancio. Da previsioni, la percentuale da destinare all'industria militare avrebbe dovuto limitarsi al 17,1%.

Solo per l'esercito, addirittura, a gennaio e febbraio Mosca ha speso 2.000 miliardi di rubli. Rispetto allo stesso periodo del 2022, nel primo semestre di quest'anno la spesa di bilancio è aumentata di 2.440 miliardi di rubli. E la spesa aggiuntiva, secondo il documento visionato da Reuters, al 97,1% è stata destinata proprio alla difesa.

Sebbene gran parte dei finanziamenti del settore sia classificata, alcuni dati sono stati resi noti. Il citato documento, ad esempio, afferma che la Russia ha speso quasi 1.000 miliardi di rubli per gli stipendi militari nella prima metà dell'anno. Si tratta di 543 miliardi di rubli in più allo stesso periodo dell'anno precedente. Il documento fornisce anche una nuova stima della spesa annuale per la difesa, che ora dovrebbe raggiungere i 9.700 miliardi di rubli, ovvero un terzo della spesa totale del bilancio prevista per il 2023, che ammonta a 29.050 miliardi di rubli. Si tratterebbe della quota più alta in assoluto, almeno dell'ultimo decennio. Sempre secondo il documento, dall'inizio dell'anno la Russia ha già speso il 57,4% del nuovo obiettivo di spesa per la difesa.

Dirottare così tante risorse pubbliche potrebbe creare problemi all'economia russa, di suo costretta a fare i conti con un forte deprezzamento del rublo. In particolare, i cittadini rischiano fortemente un carovita stellare. Anche perché, complici le sanzioni, la Federazione ha visto calare, sensibilmente anche, gli introiti derivanti dagli idrocarburi.

Dopo aver rappresentato il 2,2% del PIL nel 2022, il deficit pubblico è dunque destinato ad aumentare ulteriormente nel 2023. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI), pubblicate l'11 aprile, dovrebbe raggiungere il 6,2%. Un «livello molto alto per gli standard russi», secondo lo stesso FMI che, tendenzialmente, è spesso ottimista rispetto ad altre istituzioni. Se da un lato l'aumento dei costi della guerra sta sostenendo la modesta ripresa economica russa di quest'anno, grazie all'aumento della produzione industriale, dall'altro ha spinto il bilancio in deficit di circa 26 miliardi di euro, cifra aggravata dal calo dei ricavi delle esportazioni. La Russia, su questo fronte, per il secondo anno consecutivo registrerà un deficit, con un calo del valore delle esportazioni di energia del 47% su base annua nella prima metà dell'anno.

L'aumento della spesa di bilancio, soprattutto, sta aumentando di conseguenza il rischio di inflazione. La Banca Centrale russa, non a caso, ha alzato il tassi all'8,5% a luglio. Gli analisti prevedono anche un ulteriore aumento del tasso di riferimento. «Non sappiamo fino a che punto sia possibile aumentare la produzione di carri armati e missili» ha dichiarato l'economista Evgeny Suvorov sul suo canale Telegram MMI. «Ma sappiamo che l'aumento di questa produzione è possibile solo a costo di un'emorragia di personale da altri settori dell'economia». Appunto: i fondi per le scuole, gli ospedali e le strade, fra gli altri, sono già stati tagliati a favore della difesa. «Il complesso militare-industriale sta sostenendo la crescita industriale, mentre le industrie civili stanno nuovamente rallentando» ha dichiarato invece Dmitri Polevoy, responsabile degli investimenti di Locko-Invest, dopo la pubblicazione la scorsa settimana dei dati sulla produzione industriale di giugno. «L'abbondante sostegno fiscale sta avendo un impatto abbastanza buono al momento, ma sta facendo poco per migliorare la posizione dell'economia nel medio o lungo termine. Non appena il consolidamento fiscale diventerà inevitabile, l'economia rallenterà rapidamente». La Banca di Russia prevede una crescita del PIL tra l'1,5% e il 2,5% quest'anno, in linea con le previsioni degli analisti intervistati da Reuters la scorsa settimana. 

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