La Svizzera stanzia due milioni di franchi per gli aiuti umanitari a Gaza

La Svizzera stanzia due milioni di franchi per gli aiuti umanitari a Gaza, nuovamente possibili dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco. Lo ha annunciato oggi il consigliere federale Ignazio Cassis all'indomani del suo incontro con il suo omologo giordano Ayman Safadi avvenuto ieri sera.
Il sostegno, proveniente dal fondo per gli aiuti umanitari d'emergenza, sarà immediato e non deve passare dal Parlamento, ha dichiarato oggi a Keystone-ATS da Baghdad il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Comprende beni umanitari che giungono dalla Svizzera e sarà attuato dall'Unicef.
Gli aiuti più in linea con il piano di pace del presidente statunitense Donald Trump dovrebbero essere sbloccati entro la fine dell'anno, un punto che Cassis ha affrontato ieri con Ayman Safadi.
Il responsabile del DFAE vede due modi per fornire aiuti a lungo termine: un sostegno delle agenzie Onu o una cooperazione bilaterale attraverso altri Paesi della regione. La Giordania, da dove parte un corridoio umanitario, svolge un ruolo importante nel fragile processo di pace in corso, ha dichiarato Cassis.
Questo Paese del Medio Oriente, che ospita una grande comunità palestinese, vedrebbe di buon occhio il riconoscimento di uno Stato palestinese per contenere un eventuale flusso di profughi sul proprio territorio. «La prospettiva è una soluzione a due Stati, senza la quale non potremmo lavorare», ha dichiarato Cassis.
Tuttavia il riconoscimento di uno Stato palestinese da parte della Svizzera è ancora prematuro, secondo il responsabile del DFAE. I prossimi mesi, fino all'elezione l'anno prossimo voluta dall'Autorità palestinese, saranno decisivi, ha affermato il consigliere federale. Quest'ultimo ha ricordato la volontà di Berna di mettere a disposizione la sua esperienza in questo processo, sottolineando l'importanza di una guida palestinese.
Le priorità nell'immediato sono la stabilizzazione della situazione e l'aiuto umanitario, secondo Cassis. Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas è entrato in vigore il 10 ottobre e fa parte di un piano di pace proposto dal presidente statunitense Trump. Prevede oltre allo scambio di ostaggi, l'afflusso di aiuti umanitari, un nuovo ritiro israeliano a Gaza, il disarmo di Hamas e la ricostruzione del territorio. Il riconoscimento di uno Stato palestinese non figura chiaramente nel piano.