La Transnistria è sotto attacco? Sandu a Lavrov: «Manipolazioni»

Il progetto russo di volersi espandere territorialmente nella strategica area del Mar Nero - dalla regione di Odessa fino alla Transnistria - sembra costituire più di un’ipotesi. Soprattutto se si prendono per vere le dichiarazioni rilasciate lo scorso 22 giugno - nel programma televisivo «Porta a Porta» - dal propagandista del Cremlino, Vladimir Solovjov.
Ipotesi invasione
Quest’ultimo, sollecitato dal giornalista Bruno Vespa, aveva confermato senza troppe perifrasi, la fondatezza di una possibile invasione della Moldavia nell’ambito della guerra in Ucraina (ipotesi finora negata da Mosca), coinvolgendo l’enclave russa con capitale Tiraspol; dove dal 1992, con la nascita dell’autoproclamata Repubblica di Pridnestrovie, sono tuttora presenti duemila soldati russi con funzioni di «peace-keeping». Ma se nessuno, ufficialmente, è a conoscenza dei piani di espansione di Vladimir Putin in Ucraina, la Moldavia - da mesi ormai sotto i riflettori internazionali per il timore di un’invasione da parte di Mosca - è tornata a catturare l’attenzione dei media dopo il monito pronunciato giovedì dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che aveva dichiarato pubblicamente come «qualsiasi attacco - dell’Ucraina o della NATO - alle forze di pace russe di stanza in Transnistria, avrebbe un seguito immediato da parte della Federazione russa».
Al ministro del Cremlino, ha risposto ieri la presidente della Moldavia Maia Sandu, che ultimamente, proprio per timore di un coinvolgimento nella guerra in corso nell’ex Repubblica sovietica, pareva essersi distanziata anche dal suo omologo della non riconosciuta Transnistria, Vadim Krasnoselsky, che l’aveva di recente spronata a un rinnovato dialogo. «Tutte queste affermazioni - ha detto Sandu rivolta a Lavrov in un programma dell’emittente moldava ProTV - servono solo a destabilizzare la situazione» a Tiraspol. «Un attacco alla Transnistria non ha nulla a che fare con la realtà» ha insistito. «In queste settimane e perfino mesi, dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina si sentono molte reazioni provocatorie, ed è molto importante rimanere solidali e uniti. Non ci lasciamo manipolare».
E ancora: «Siamo un Paese pacifico, è la Russia che deve dare risposte quando si parla di aggressione e non la Moldavia».
Soluzione pacifica
E che dire del nodo della Transnistria, che resta insindacabilmente una spina nel fianco di Chisinau? Sandu, a questo proposito - citata dal quotidiano nazionale Timpul - ha affermato che «la risoluzione del conflitto in Transnistria può essere messa in atto solo con mezzi pacifici e diplomatici».
Il tema sarebbe già stato affrontato in passato alla presenza di Lavrov. Cui Sandu ha rivolto un’ultima frecciata: «Il ministro russo ha affermato che la NATO sta allargando i suoi confini avvicinandosi alla Russia e ora guarda verso la Moldavia, ebbene, è un’altra manipolazione, dato che noi, secondo la Costituzione, siamo un Paese neutrale».