Buckingham palace

«La vera questione è come reagirà la regina Elisabetta»

L’intervista al giornalista esperto di casa reale Antonio Caprarica
Dario Campione
10.04.2021 06:00

Antonio Caprarica, per molti anni corrispondente della Rai da Londra, è uno dei giornalisti che meglio conosce le vicende dei Windsor. Quattro giorni fa, per i tipi di Sperling & Kupfer, è uscito il suo ultimo libro, interamente dedicato a Elisabetta II (Elisabetta. Per sempre regina, Sperling & Kupfer, pagine: 549, € 18.50).

Che cosa cambierà a Buckingam Palace dopo la morte di Filippo?

L’interrogativo non riguarda tanto la vita della dinastia, dato che Filippo non aveva alcun ruolo nella successione e la sua morte non cambia il meccanismo che porterà prima Carlo e poi William sul trono. La questione vera è come reagirà Elisabetta. Qualche anno fa il principe Harry aveva detto che la nonna sarebbe andata avanti a regnare sino alla fine e che l’unica incertezza sarebbe potuta soregere proprio con la morte di Filippo.

Qual è stato il ruolo di Filippo nel lunghissimo regno di Elisabetta?

Un ruolo fondamentale anche se nascosto. Filippo è rimasto sempre nell’ombra dietro il trono, ma fu la stessa regiona, nel 1997, alla festa per le nozze d’oro, a rendere omaggio al marito dicendo: «È stato la mia forza e il mio sostegno per tutti questi anni».

A suo modo, anche Filippo è stato un simbolo della monarchia.

Più di un simbolo: nell’immaginario di tutti noi cade una torre, si crea un vuoto impossibile da riempire. Elisabetta e Filippo, insieme, sono parte del panorama inglese non meno del Big Ben o di Abbey Road. Erano sposati da 73 anni, un tempo di gran lunga superiore all’età di gran parte della popolazione vivente».

Tutti ricordano il principe gaffeur, ma in realtà Filippo era un uomo di cultura.

Sicuramente Filippo era un cultore del bello. Di lui conserviamo l’idea del gaffeur, ma è ingiusto. Aveva un’ottima cultura e non disdegnava le discussioni di filosofia e di teologia. E non è vero che facesse andare la lingua più velocemente del cervello. Io stesso non ho mai capito perché in tutti questi anni abbia sempre voluto mettere in mostra il suo lato meno interessante.

La copertina dell’ultimo libro di Antonio Caprarica, uscito pochi giorni fa per i tipi di Sperling & Kupfer
La copertina dell’ultimo libro di Antonio Caprarica, uscito pochi giorni fa per i tipi di Sperling & Kupfer