L'aeronautica russa sempre più nei guai: «Il Cremlino punta a tagliare del 22% il budget»

«O tolgono le sanzioni o la Russia non avrà più aerei». Ne avevamo parlato qui: dopo tre anni di guerra e misure nei confronti di Mosca, il settore dell'aviazione commerciale russa è sempre più in difficoltà. Stretta nella morsa delle sanzioni, alla Federazione russa mancano i materiali vitali per il funzionamento degli aerei. E mentre la produzione «locale» è in alto mare, il traffico di componenti e pezzi di ricambio, cominciato ancor prima dell'invasione su larga scala, non è ormai sufficiente a coprire le necessità.
Sa, dunque, di colpo di grazia il grosso taglio al budget per l'aeronautica che il Cremlino dovrebbe approvare nell'ambito di un più ampio ridimensionamento dei programmi statali, compresi quelli per lo sviluppo dell'industria, dell'automotive, della robotica e delle spedizioni.
Un taglio pesante
La sforbiciata arriva dopo il duro colpo incassato a inizio maggio, quando il prezzo del petrolio in rubli in Russia è sceso ai minimi di due anni (sotto la soglia dei 4.000 rubli al barile, 50 dollari), attestandosi a circa il 40% in meno rispetto a quanto previsto dal bilancio federale. Ciò ha messo forte pressione sul Cremlino, già alle prese con un deficit di bilancio in crescita.
Secondo quanto riportato dal giornale filo-Cremlino Kommersant, che ha citato un documento ufficiale, il taglio al programma di sviluppo dell'aviazione russa corrisponde al 22% del budget totale, che passerà da 101,2 miliardi di rubli (1,05 miliardi di franchi) a 78,8 miliardi (0,82 miliardi di franchi). Al momento manca sola la firma dei legislatori della Duma di Stato, la camera bassa, che dovrebbero approvare la misura alla fine del mese.
Cinque su mille
Secondo le informazioni raccolte da Kommersant, la decisione di ridurre le sovvenzioni per il programma che punta a sostituire i velivoli occidentali con aerei russi, noto con la sigla KPGA, deriverebbe dallo scarso successo riscontrato dall'iniziativa stessa. Lanciata nel giugno 2022 in risposta alle sanzioni occidentali, mirava inizialmente a fornire alle compagnie aeree russe oltre 1.000 aerei di produzione nazionale entro il 2030. I risultati? Catastrofici. Solo cinque velivoli – tre Tu-214 e due Il-96-300 – sono stati consegnati nei tre anni successivi. Tanto che all'inizio del 2025, il governo ha ridotto gli obiettivi di produzione di aerei del 50%.
Se, ovviamente, i tagli ai finanziamenti non accelereranno di certo la produzione, secondo un esperto interrogato dal giornale russo è difficile valutarne l'impatto completo senza conoscere l'ammontare delle riserve finanziarie di cui dispongono i produttori. Certo è che in queste ore l'aeronautica russa ha risposto con un ottimismo invidiabile alla notizia del taglio di un quarto – quasi – del budget federale.
Il conglomerato della difesa di proprietà statale Rostec ha dichiarato a Kommersant che i tagli al bilancio non influiranno sui suoi piani di produzione di aerei. «Attualmente stiamo testando i nuovi velivoli e ci stiamo preparando per la produzione di massa, in modo da poter iniziare le consegne dell'SJ-100 e dell'MC-21 alle compagnie aeree il prossimo anno». Simile la posizione del CEO di Aviasystems Dmitry Khoruzhik, il quale ha affermato che i veri problemi che l'industria aeronautica russa deve affrontare sono le interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla domanda spropositata di componenti da parte del settore della difesa e gli sforzi di ricerca e sviluppo incompiuti legati alla sostituzione delle importazioni: «Nessuna somma di denaro può accelerare questo processo».