Il caso

L'aeroporto più a nord del mondo si sta sciogliendo

Lo strato di permafrost su cui è stata costruita la pista d'atterraggio di Longyearbyen, sulle isole Svalbard, sta diventando sempre più instabile a causa del riscaldamento globale
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Red. Online
03.05.2025 23:00

Quello di Longyearyben, sulle isole Svalbard, è l'aeroporto più a nord del mondo. Due compagnie aeree – SAS e Norwegian – volano fin lassù regolarmente, tutto l'anno, con voli giornalieri da Tromsø e Oslo. Trasportano i turisti curiosi di vivere un'esperienza ai confini del mondo. Quasi al Polo Nord. Di più, questo aeroporto accoglie regolarmente anche voli charter e jet privati. Sono tanti, insomma, i passeggeri che, ogni anno, atterranno o partono da qui. Ma il destino dell'aeroporto delle Svalbard è tutt'altro che roseo. 

L'Artico – come è risaputo – è una delle regioni più fragili e delicate del mondo dal punto di vista ambientale. E l'aeroporto delle Svalbard lo sa bene, perché sta già subendo alcuni effetti del cambiamento climatico. Nessuno, però, se lo sarebbe aspettato. Soprattutto nel 1970: anno in cui la pista di Longyearbyen – oggi lunga 2.300 metri – è stata costruita su uno strato di permafrost. Permafrost che, oggi, ha iniziato a sciogliersi, mettendo in pericolo l'intera area aeroportuale. 

Ma facciamo un passo indietro. Quando si parla di permafrost, si considerano i terreni che rimangono ghiacciati per almeno due anni. Tuttavia, il riscaldamento e il disgelo di questo tipo di terreno è diventato un problema importante per l'intero arcipelago delle Svalbard. Il permafrost che si scioglie comporta un'instabilità e una subsidenza del terreno che si ripercuote su edifici e infrastrutture, aumentando anche il rischio di frane e valanghe. 

La cosa più preoccupante, però, è che, come detto, questi effetti, anche se in minima parte, sono già visibili nei periodi dell'anno più «caldi». «Durante i mesi estivi dobbiamo controllare meticolosamente la pista ogni giorno, perché il terreno potrebbe cedere da un momento all'altro», ha spiegato alla CNN, a tal proposito, il responsabile dell'aeroporto delle Svalbard, Ragnhild Kommisrud. «È una sfida che ci aspettiamo che peggiori con il passare del tempo». 

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Il pericolo non può e non deve essere sottovaluto. Non solo per i passeggeri, ma anche e soprattutto per la sopravvivenza dell'intero arcipelago. Alle Svalbard abitano circa 2.500 persone. Se l'aeroporto dovesse chiudere, la maggior parte dei rifornimenti che oggi arrivano via aereo dovrebbe essere trasportata via nave. Con viaggi che possono durare fino a due giorni per tratta. 

«Teniamo sempre del personale e del materiale in più qui all'aeroporto, perché se qualcosa si rompe dobbiamo essere in grado di ripararlo da soli, senza aiuti esterni», spiega ancora Kommisrud. Per esempio, quando si è verificato un malfunzionamento della centrale elettrica locale è stato necessario inviare generatori di emergenza dalla terraferma con un aereo cargo militare C-17 Globemaster.  Inoltre, è importante tenere conto che la produzione di energia elettrica è una questione delicata per le Svalbard. Da un lato, la comunità locale ha tutto l'interesse a contribuire alla prevenzione del riscaldamento globale e a preservare la natura incontaminata dell'arcipelago. Dall'altra parte, dopotutto, fino a poco tempo fa gran parte dell'economia locale funziona quasi interamente a carbone. 

Ora, se tutto dovesse andare come da piani, verrà inaugurata una centrale a biogas al più tardi all'inizio del 2026, a condizione che venga completato il processo di approvazione governativo in corso. Questo impianto servirà a fornire energia esclusivamente all'aeroporto, e fungerà da risorsa aggiuntiva nell'ipotetico caso in cui l'impianto diesel di Longyearbyen necessiti di un backup. Con la speranza, quindi, che la prossima volta non sia necessario l'invio di un C-17 carico di generatori da parte dell'esercito, per risolvere la situazione. Ma anche con l'augurio che l'aeroporto delle Svalbard rimanga in piedi, nonostante le fondamenta al di sotto della pista si stiano, lentamente, sciogliendo. 

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