Animali

L'allarme degli scienziati: «I pinguini africani potrebbero estinguersi entro il 2035»

In meno di quindici anni, questa specie rischia di sparire dal nostro pianeta per differenti ragioni, tra cui la mancanza di cibo e l'inquinamento ambientale ed acustico – Gli esperti hanno lanciato una campagna
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Federica Serrao
13.08.2023 06:00

Dai dodo ai mammuth, fino ad alcuni esemplari di tigri. Di animali estinti, purtroppo, il mondo ne ha visti diversi. E i prossimi, tra i tanti in pericolo, potrebbero essere i pinguini africani. A detta di alcuni scienziati, citati dal Guardian, questa specie è severamente minacciata, al punto tale che potrebbe scomparire dal nostro pianeta già nel 2035. Vale a dire, fra dodici anni. Ma per quale motivo?

Secondo quanto rivelano gli esperti, i pinguini africani sono in pericolo già da tempo. La loro popolazione è in costante diminuzione: si stima infatti che nel corso degli ultimi cent'anni il numero di esemplari spariti dalle coste africane sia stato gigantesco. Basti pensare che, all'inizio del 20. secolo, si contavano diversi milioni di coppie riproduttive. Numero che oggi è diminuito drasticamente, raggiungendo a malapena le 11.000 unità.

500 coppie in meno all'anno

Tra i motivi che hanno portato alla minaccia ci sono la pesca eccessiva e i cambiamenti ambientali in corso nell'Oceano Indiano. La combinazione di questi due fattori ha infatti causato un crollo delle popolazioni di pesci come sardine e acciughe, di cui i pinguini sono ghiotti. Molti esemplari stanno quindi morendo di fame. E a queste difficoltà si aggiungono le malattie di cui sono vittime questi uccelli. Ma anche le tempeste e le inondazioni che colpiscono sempre più spesso il nostro pianeta, e persino l'inquinamento. Quello ambientale, dato dal petrolio nei pressi delle colonie, ma anche quello acustico. Dannoso anche per altre specie marine. 

Da qui, quindi, l'allarme. Secondo gli scienziati, senza un'inversione di rotta, entro il 2035 le coste africane non avranno più abbastanza coppie riproduttive di pinguini, per permettere alla specie di riprodursi e continuare a sopravvivere in natura. Stando all'attuale ritmo, quest'anno già 500 coppie riproduttive sono destinate a sparire dalla Terra. Se questa cifra rimanesse invariata nel corso dei prossimi anni, l'estinzione sarebbe quindi, irrimediabilmente, dietro l'angolo. 

«Non sotto i nostri occhi»

A spostare l'attenzione sul pericolo, nello specifico, è stata una ricerca condotta dalla Two Oceans Aquarium Foundation. Fondazione che, per l'occasione, ha ribadito come gli sforzi del governo sudafricano non siano stati sufficienti per scongiurare un futuro senza pinguini africani sul nostro pianeta. «Sebbene il governo sudafricano abbia mantenuto le chiusure alle pesca già esistenti intorno ad alcune colonie di pinguini africani lo scorso 4 agosto, questa operazione è lungi dall'essere abbastanza per aver un impatto significativo e fermare l'inesorabile processo verso l'estinzione», ha dichiarato la Two Oceans. 

A seguito dei preoccupanti risultati della ricerca, la fondazione ha quindi dato avvio a una campagna, intitolata #NotOnOurWatch. Non sotto i nostri occhi. Un progetto nato con la collaborazione dei partner sudafricani e mondiali, tra cui spiccano gli acquari della Florida e della Georgia e lo zoo Victoria australiano. Tutti impegnati ad agire, prima che per i pinguini africani non ci sia più nulla da fare. 

Il motto della campagna, infatti, è chiaro, chiarissimo. «Il pinguino africano non si estinguerà in natura sotto ai nostri occhi», ha dichiarato la dottoressa Judy Mann, responsabile dei progetti strategici della Two Oceans. «Se la pesca, il governo sudafricano, le compagnie petrolifere e di navigazione, le agenzie di gestione, gli scienziati, i conservazionisti, gli alleati internazionali e il pubblico lavoreranno insieme, potremo impedire che il numero di pinguini africani diminuisca ogni anno».