L'analisi

L’anno che verrà in Ucraina: i possibili scenari per il 2024

Secondo gli esperti, è improbabile che il conflitto si concluda l'anno prossimo: l'Occidente vacilla e Putin sembra politicamente più forte - Per Kiev saranno decisivi gli aiuti USA e UE, al momento bloccati
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Red. Online
29.12.2023 09:15

Proprio sul finire del 2023 gli aiuti promessi dagli USA e dall’UE a Kiev sono stati congelati. Una fase di stallo che rappresenta un altro duro colpo per l’Ucraina, in un'annata segnata da pochi risultati sul campo di battaglia. Il presidente Volodomyr Zelensky ha ammesso che l’offensiva di primavera non ha avuto il successo sperato, mentre quella invernale si è subito arenata. E oggi la Russia controlla ancora circa il 18% dell’Ucraina. Ma come potrebbe evolvere la guerra nel 2024? La BBC ha provato a dare una risposta interpellando tre esperti di guerra e geopolitica.

L'Occidente vacilla, Putin ne esce più forte

Secondo Barbara Zanchetta, del Department of War Studies al King's College di Londra, è difficile immaginare che la guerra possa finire nel 2024: «Rispetto al 2022, Vladimir Putin è diventato più forte dal punto di vista politico, mentre la situazione sul campo di battaglia resta incerta». Oggi più che mai, l’esito del conflitto dipende dalle decisioni politiche prese a chilometri di distanza da Kiev, nello specifico a Washington e a Bruxelles. L'esperta sottolinea: «L’impressionante dimostrazione di unità dell’Occidente mostrata nel 2022, che è durata per tutto il 2023, sta iniziando a vacillare. Il pacchetto di aiuti statunitense è tenuto in ostaggio da ciò che il presidente Biden ha giustamente definito “piccola politica” a Washington. E il futuro degli aiuti economici dell’UE sembra dipendere dalla posizione non allineata dell’Ungheria. L’esitazione nelle capitali occidentali ha dato più coraggio a Putin». Le recenti apparizioni del presidente russo hanno fatto intendere che la Russia sia impegnata in una guerra a lungo termine, che potrebbe durare ancora diversi anni. Secondo la ricercatrice, «per l’Occidente, e quindi per l’Ucraina, il 2024 sarà più difficile: con l’esitazione occidentale che rafforza la Russia, e in assenza di un colpo di Stato o di un problema di natura sanitaria che porti alla morte di Putin, l’unico risultato prevedibile è una soluzione negoziata che per ora entrambe le parti continuano a rifiutare».

Nessuna offensiva russa fino al 2025

Michael Clarke, ex direttore generale del Royal United Services Institute, ha invece analizzato la situazione economica del Paese guidato da Putin, sottolineando come il bilancio della difesa russo sia triplicato dal 2021 e nel 2024 «consumerà il 30% della spesa pubblica». Ciò renderà la guerra in Ucraina un’impresa più lunga e traumatica di qualsiasi conflitto che l’Europa abbia conosciuto dalla metà del secolo scorso: «Il prossimo anno dimostrerà se la Russia – e i suoi fornitori, ovvero la Corea del Nord e l'Iran – o l’Ucraina – e i suoi sostenitori occidentali – siano preparati a soddisfare le voraci richieste (economiche, ndr) della guerra dell’era industriale». Secondo Clarke, le parti in causa «sono in grado di combattersi fino ad arrivare a un punto morto mentre cercano di prendere iniziative strategiche». Ma in sostanza, il 2024 sembra destinato ad essere un anno di «consolidamento» sia per Kiev che per Mosca: «La Russia non dispone delle attrezzature e di uomini addestrati per lanciare un’offensiva strategica almeno fino alla primavera del 2025. Nel frattempo, l’Ucraina ha bisogno dei finanziamenti occidentali e del sostegno militare per continuare la guerra durante il prossimo anno, mentre accresce le sue forze interne per creare le condizioni per una serie di controffensive» per liberare i territori occupati. Anche l'ex direttore generale del Royal United Services Institute ritiene che nel 2024, più che quelle nelle zone di guerra, saranno fondamentali le decisioni prese a Washington e Bruxelles, ma anche a Mosca e Kiev, nonché a «Pechino, Teheran e Pyongyang».

Gli aiuti USA e gli F-16 sono fondamentali

Infine, l'ex comandante generale dell'Esercito degli Stati Uniti in Europa, Ben Hodges, è convinto che la Russia non abbia una «capacità decisiva e rivoluzionaria» per invadere completamente l’Ucraina e dunque «farà tutto il possibile per mantenere ciò che attualmente occupa, sfruttando il tempo per rafforzare le sue difese mentre spera che l’Occidente perda la volontà di continuare a sostenere Kiev». Il Paese invaso dai russi, comunque, non si fermerà, perché combatte «per la propria sopravvivenza». Intanto, evidenzia Hodges, «sempre più Paesi europei si rendono conto di quanto sia necessario aumentare gli aiuti» alla luce delle preoccupazioni per quanto avvenuto al Congresso USA. Hodges ritiene comunque che «all’inizio del nuovo anno gli Stati Uniti approveranno il pacchetto di aiuti» bloccato a dicembre. Nel frattempo Kiev dovrà «ricostituire le unità logorate da mesi di combattimenti necessarie per una nuova offensiva, migliorare il sistema di reclutamento in Ucraina per massimizzare la disponibilità di soldati, aumentare la produzione di munizioni e armi, nonché migliorare la sua capacità di contrastare le armi elettroniche russe». Un ruolo fondamentale per le sorti del conflitto lo ricopriranno i jet da combattimento F-16 di fabbricazione statunitense. Questi, secondo l'esperto, «miglioreranno la capacità dell’Ucraina di contrastare gli aerei russi e rafforzeranno le difese aeree». Hodges conclude: «Gli ucraini non hanno risorse illimitate, soprattutto munizioni di artiglieria e armi di precisione a lungo raggio, ma i soldati russi sono messi peggio. La guerra è una prova di volontà e una prova di logistica. Il sistema logistico russo è fragile e sottoposto a continue pressioni da parte dell’Ucraina».

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