Guerra

L'appello da Betlemme: «Bimbi vittime innocenti, il nostro ospedale è lì per loro»

Molti pazienti che vivono fuori Betlemme non hanno più accesso al Caritas Baby Hospital, ma la struttura si sta organizzando per accogliere tutti i bambini, «indipendentemente dalla loro origine e dai mezzi finanziari dei loro genitori»
© Meinrad Schade/Aiuto bambini Betlemme
Jenny Covelli
12.10.2023 08:30

I bambini sono vittime innocenti del conflitto. È stato detto con lo scoppio della guerra in Ucraina, viene ribadito con l'attuale situazione in Medio Oriente. La voce è quella di Aiuto Bambini Betlemme, che da 70 anni garantisce ai bimbi in Palestina l'accesso alle cure mediche quale «diritto fondamentale». Con l'attacco al territorio israeliano dello scorso sabato, Benjamin Netanyahu ha proclamato lo stato di guerra e ha sigillato la Cisgiordania. «Ciò avrà delle ripercussioni anche sul Caritas Baby Hospital» di Betlemme, attualmente non interessata dai combattimenti. Non sarà infatti più possibile per la popolazione palestinese entrare nello Stato ebraico dal Territorio occupato, e bloccati sono anche tanti collegamenti fra le città e i villaggi palestinesi. «Ciò fa sì che i molti pazienti che vivono fuori Betlemme non abbiano più accesso alla struttura».

Lo scorso anno sono stati 3.067 i piccoli pazienti di cui l’ospedale – che dispone 70 posti letto – si è preso totalmente carico. In particolare, per malattie respiratorie gravi, fibrosi cistica e malattie gastrointestinali. Al momento, il nosocomio ospita solo 15 bambini: 9 sono di Betlemme, 6 arrivano da fuori. «Si tratta di un numero relativamente esiguo, considerando che normalmente è molto più occupato», spiega la direttrice amministrativa, Sybille Oetliker. «Sette bambini si trovano in cure intense. Soltanto 27 bambini, infine, si sono recati al Pronto soccorso. Normalmente ne accogliamo un centinaio al giorno».

Organizzazione di emergenza

Essendo attualmente impossibile l'accesso al Caritas Baby Hospital da parte dei pazienti che vivono fuori Betlemme, la Direzione ospedaliera si è immediatamente attivata: il personale medico e le assistenti sociali hanno contattato le famiglie dei pazienti cronici per garantire loro la consegna dei farmaci di cui hanno bisogno. «Disponiamo di ottimi contatti e collegamenti. E possiamo assicurarci che i bambini ricevano le medicine necessarie. In caso di emergenza, è comunque possibile portare i farmaci a un posto di blocco e consegnarli ai genitori». Se necessario, «sarà fornita consulenza telefonica ai genitori con figli malati – aggiunge Oetliker –. Si è già provveduto a potenziare le riserve di medicinali, di presidi medici e di gasolio per l’inverno».

© Aiuto Bambini Betlemme
© Aiuto Bambini Betlemme

Cinquanta persone non possono recarsi al lavoro

All'Ospedale pediatrico di Betlemme operano 250 dipendenti locali. Una cinquantina di collaboratori circa vive fuori e, per questo motivo, al momento non può recarsi al lavoro. Ma «il funzionamento dell'ospedale è assicurato», aggiunge la direttrice amministrativa. «Le riserve di medicinali e altro materiale sono state rifornite, mentre stiamo provvedendo all'acquisto di carburante per garantire il riscaldamento in inverno. Si tratta di misure precauzionali nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare. In caso di interruzione di corrente, i generatori garantiranno l'approvvigionamento. Al momento, la situazione delle forniture elettriche è ancora buona».

© Aiuto Bambini Betlemme 
© Aiuto Bambini Betlemme 

«Pronti ad accogliere tutti»

Nella situazione attuale, l'assistenza sanitaria, purtroppo, non è garantita per tutti i bambini. «E questo può essere molto problematico per i bimbi nati prematuri, ad esempio». Al momento, al Caritas Baby Hospital «non ci sono bambini feriti provenienti da Gaza. La Striscia di Gaza è isolata, ma se i bambini malati potessero essere trasferiti a Betlemme l'ospedale pediatrico sarà felice di curarli. Ai genitori della Cisgiordania che non possono venire in ospedale con i loro figli, invece, medici, infermieri e assistenti sociali offrono consulenza telefonica. Questo metodo si è rivelato efficace durante la pandemia».

Infine, Aiuto Bambini Betlemme lancia un appello: «Siamo convinti che l'accesso alle cure mediche sia un diritto fondamentale. Ci battiamo affinché ai bambini in Palestina sia garantito questo diritto. Lo ripetiamo, i bimbi sono vittime innocenti del conflitto. Il nostro ospedale è lì per loro, indipendentemente dalla loro origine e dai mezzi finanziari dei loro genitori».

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