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A guidare la delegazione russa ai negoziati diretti con l'Ucraina previsti domani in Turchia sarà Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura e attuale consigliere del presidente – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:53
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«È improbabile che Trump vada ad Istanbul»
È sempre più improbabile che Donald Trump si rechi a Istanbul per i colloqui di pace sull'Ucraina. Lo riferiscono funzionari turchi a Bloomberg precisando tuttavia di non escluderla del tutto e che "sono in corso i preparativi per qualsiasi scenario".
22:28
22:28
Putin non andrà a Istanbul: il capo della delegazione russa sarà Medinsky
Sarà Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura e attuale consigliere del presidente Vladimir Putin, a guidare la delegazione russa ai negoziati diretti con l'Ucraina previsti domani a Istanbul. Sarà quindi assente non solo lo stesso Putin ma anche il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Lo riferisce il Cremlino. Medinsky ebbe un ruolo di primo piano anche negli ultimi negoziati diretti, nel 2022.
Oltre a Medinsky la delegazione russa sarà composta di altri tre negoziatori: il vice ministro degli Esteri Mikhail Galuzin, il capo della Direzione principale dello Stato maggiore Igor Kostyukov e il vice ministro della Difesa Alexander Fomin.
I negoziatori saranno affiancati da un team di quattro esperti.
22:06
22:06
Lula sente Putin e lo esorta ad andare in Turchia per i colloqui
Il presidente brasiliano Lula ha invitato il suo omologo russo Vladimir Putin, in una conversazione telefonica, a recarsi in Turchia per i colloqui sul conflitto in Ucraina con Volodymyr Zelensky. Lo ha reso noto la presidenza brasiliana.
Luiz Inacio Lula da Silva «ha invitato il presidente russo a partecipare all'incontro di negoziazione tra Russia e Ucraina previsto per giovedì prossimo a Istanbul», ha riferito la presidenza brasiliana in una nota.
21:42
21:42
«Zelensky non voleva andare a Istanbul, è stato convinto dagli USA e dall'UE»
Funzionari americani ed europei hanno convinto Volodymyr Zelensky ad andare ai colloqui in Turchia dopo che martedì sera il presidente si era detto frustrato e ha lasciato intendere che non sarebbe andato né avrebbe mandato i suoi collaboratori. Lo hanno affermato due diplomatici a conoscenza della questione al Washington Post.
I funzionari hanno sottolineato l'importanza di inviare almeno una delegazione di collaboratori di alto livello, tra cui il suo capo di gabinetto, Andriy Yermak, e il ministro degli Esteri Andrii Sybiha, ma hanno incontrato ripetute resistenze da parte del leader ucraino.
«Zelensky non ne vedeva affatto il motivo», ha dichiarato uno dei diplomatici. L'inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, in particolare ha fatto capire agli ucraini che presentarsi ai colloqui diretti con la Russia sarebbe stata una mossa vantaggiosa per tutti: se loro si fossero presentati e la Russia no, Mosca avrebbe fatto una brutta figura e ne avrebbe pagato le conseguenze. Se invece Ucraina e Russia si fossero presentate le due parti avrebbero potuto avvicinarsi a un cessate il fuoco e alla fine della guerra.
19:39
19:39
Zelensky: «Pronti a ogni formato di negoziato»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma che Kiev è pronta a «qualsiasi formato di negoziato» per porre fine alla guerra con la Russia e deciderà i «prossimi passi» a seconda di chi rappresenterà la Russia ai colloqui di Istanbul.
«L'Ucraina è pronta a tutte le forme di negoziazione e non abbiamo paura degli incontri», ha aggiunto Zelensky.
19:00
19:00
«Lavrov non sarà presente ai negoziati di Istanbul»
Kommersant, l'autorevole quotidiano russo del mondo imprenditoriale, scrive di aver saputo che ai negoziati diretti con gli ucraini a Istanbul non sarà presente il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, che 24 ore prima alcuni media davano come probabile capo delegazione.
Il Cremlino non ha ancora fatto sapere chi farà parte del team di Mosca nelle trattative dirette proposte dal presidente Vladimir Putin.
Da parte sua Leonid Slutsky, il presidente della commissione Affari internazionali della Duma che aveva partecipato alle ultime trattative dirette con gli ucraini nel 2022, non ha voluto dire se anche questa volta sarà tra i negoziatori, ma ha anticipato che tra gli argomenti in discussione potrebbe esservi uno scambio totale di prigionieri.
18:36
18:36
Witkoff e Rubio parteciperanno ai colloqui tra Mosca e Kiev di venerdì
L'inviato di Donald Trump Steve Witkoff e il segretario di Stato Usa Marco Rubio si recheranno a Istanbul venerdì 16 maggio per i colloqui tra Russia e Ucraina. Lo ha affermato lo stesso Witkoff ai giornalisti a Doha, secondo quanto riporta la Reuters ripresa dai media internazionali, aggiungendo che non è ancora noto se Vladimir Putin parteciperà ai colloqui.
Ieri Trump aveva annunciato che Rubio sarebbe andato in Turchia domani, giorno in cui sono previsti i primi colloqui diretti tra Mosca e Kiev dal 2022.
18:00
18:00
L'Estonia protesta con Mosca: «La Russia ha violato il nostro spazio aereo»
Il ministero degli Esteri estone ha consegnato oggi all'incaricato d'affari della Federazione russa a Tallinn una nota di protesta per la violazione dello spazio aereo estone, avvenuta ieri nei pressi della penisola di Juminda, da parte di un jet da combattimento Sukoj Su-35.
Il velivolo, che è rimasto nello spazio aereo estone per circa un minuto, è stato scortato dai caccia dell'aeronautica portoghese di stanza in Estonia, nell'ambito della missione di polizia aerea dell'Alleanza atlantica.
17:30
17:30
Mosca condanna a cinque anni di reclusione il capo dell'ong che monitora le elezioni
Un tribunale di Mosca ha condannato a cinque anni di reclusione Grigory Melkonyants, condirettore dell'associazione per il monitoraggio indipendente delle elezioni «Golos»: lo riportano diversi media russi, tra cui l'agenzia di stampa Interfax.
«Golos» monitora le elezioni e in questi anni ha denunciato diversi possibili brogli elettorali o irregolarità. La condanna inflitta a Melkonyants è dunque considerata di ovvia matrice politica da molti osservatori e arriva in un momento storico in cui il Cremlino sta inasprendo al massimo la repressione nei confronti di oppositori e dissidenti.
Il procedimento penale - spiega la testata online Meduza - riguarda l'attività della Rete europea delle organizzazioni di monitoraggio elettorale (Enemo), co-fondata da Golos. Nel settembre 2021, Enemo è stata infatti dichiarata un'organizzazione «indesiderata» in Russia. Secondo Interfax, Melkonyants ha replicato alle accuse dicendo che Golos ha interrotto la collaborazione con Enemo dopo che questa è stata dichiarata «indesiderata» e la sua attività è stata dunque di fatto vietata in Russia.
«Non mi scoraggio. Non scoraggiatevi neanche voi», ha detto Melkonyants in aula secondo Meduza.
Il governo russo ha inserito l'associazione «Golos» nella famigerata lista degli «agenti stranieri», considerata uno strumento del Cremlino per prendere di mira persone ed enti scomodi per il potere. L'inserimento nella lista impone un severo controllo amministrativo e obbliga a presentarsi con questa etichetta, cosa che ha di fatto costretto diversi enti alla chiusura.
La Corte europea dei diritti umani ha condannato la Russia per aver promulgato nel 2012 la legge sugli «agenti stranieri» affermando che questa viola il diritto alla libertà d'associazione e quello alla libertà d'espressione.
16:10
16:10
Kiev: «Siamo pronti alla pace, Putin smetta di evitare Zelensky»
«Durante il nostro incontro, ho ringraziato Hakan Fidan per avermi invitato in Turchia e l'ho informato sugli ultimi sviluppi sul campo di battaglia e in ambito diplomatico. L'epicentro della diplomazia mondiale è ora in Turchia, che sta svolgendo un ruolo attivo di mediazione. Lo apprezziamo». Lo scrive sui social il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha.
«Ho ribadito l'impegno dell'Ucraina per la pace, la nostra disponibilità immediata e incondizionata a un cessate il fuoco completo e duraturo, nonché la nostra offerta di un incontro diretto al più alto livello tra l'Ucraina e la Russia. Putin deve smettere di rifiutare il cessate il fuoco e di evitare l'incontro con il presidente Zelensky. Abbiamo avuto una conversazione approfondita sui modi per portare avanti un processo di pace significativo: sono grato al mio collega per il suo sostegno e le sue preziose osservazioni».
14:52
14:52
Mosca: «Sul tavolo a Istanbul questioni politiche e tecniche»
Nei negoziati diretti tra Mosca e Kiev in programma domani a Istanbul saranno sul tavolo questioni «politiche e molte questioni tecniche», e la delegazione russa sarà «formata sulla base di questo». Lo ha detto il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov in un'intervista alla rete televisiva statale Primo Canale ripresa dall'agenzia Ria Novosti.
«Tutte le tesi sono sul tavolo» e «la delegazione russa sarà pronta per i negoziati e attenderà la parte ucraina», ha detto da parte sua alla stessa emittente il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
14:44
14:44
Al via l'iter per la creazione del tribunale speciale per Kiev
Il Consiglio d'Europa può avviare le procedure legali per istituire il tribunale speciale incaricato di processare i responsabili dell'aggressione contro l'Ucraina: i ministri degli Esteri dei Paesi membri, riuniti a Lussemburgo, hanno approvato formalmente la sua creazione dopo il sostegno politico necessario già espresso il 9 maggio da oltre 38 Paesi e dall'Ue.
Il «fermo sostegno» a Kiev, già concretizzatosi con il registro per i danni di guerra - che secondo fonti interne potrebbe presto includere anche le violazioni contro i minori - si rafforza con l'auspicio di un'intesa per la nascita di una «commissione per le richieste di risarcimento, possibilmente sotto l'egida del Consiglio d'Europa», hanno evidenziato i ministri, riaffermando inoltre la volontà di garantire il ritorno dei bambini ucraini deportati o trasferiti con la forza in Russia.
A Strasburgo si stima che la procedura per istituire il tribunale possa concludersi «in tempi brevi, sicuramente entro la fine dell'anno». In seguito, gli Stati membri dovranno ratificare i testi giuridici attraverso le rispettive procedure nazionali.
11:49
11:49
La Russia non annuncia ancora chi andrà a Istanbul
Alla vigilia dei negoziati diretti con l'Ucraina a Istanbul, il Cremlino ha fatto sapere di non potere ancora rendere nota la composizione della delegazione russa. Lo riferisce l'agenzia Interfax.
«Non è cambiato nulla al riguardo, lo faremo quando riceveremo le relative istruzioni dal presidente, e finora non ci sono state istruzioni in tal senso», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ai giornalisti che chiedevano se era stato deciso chi andrà ai colloqui.
10:42
10:42
Il Papa: «Per la pace dico ai responsabili, "negoziamo"»
«Perché questa pace si diffonda, io impiegherò ogni sforzo. La Santa Sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace. I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo!».
Lo dice il Papa nell'udienza alle Chiese orientali. «La guerra non è mai inevitabile, le armi possono e devono tacere, perché non risolvono i problemi ma li aumentano; perché passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime; perché gli altri non sono anzitutto nemici, ma esseri umani: non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare. Rifuggiamo le visioni manichee tipiche delle narrazioni violente, che dividono il mondo in buoni e cattivi».
Il Papa, nel discorso, ricorda: «Chi più di voi, che conoscete da vicino gli orrori della guerra, tanto che Papa Francesco chiamò le vostre Chiese 'martiriali'? È vero: dalla Terra Santa all'Ucraina, dal Libano alla Siria, dal Medio Oriente al Tigray e al Caucaso, quanta violenza! E su tutto questo orrore, sui massacri di tante giovani vite, che dovrebbero provocare sdegno, perché, in nome della conquista militare, a morire sono le persone, si staglia un appello: non tanto quello del Papa, ma di Cristo, che ripete: 'Pace a voi!'». «La pace di Cristo non è il silenzio tombale dopo il conflitto, non è il risultato della sopraffazione, ma è un dono che guarda alle persone e ne riattiva la vita. Preghiamo per questa pace, che è riconciliazione, perdono, coraggio di voltare pagina e ricominciare», sottolinea il pontefice.
08:51
08:51
Via libera dei 27 Paesi UE alle nuove sanzioni per Mosca
Via libera dei Rappresentanti Permanenti dei 27 Paesi Ue (Coreper II) al 17/esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, a quanto si apprende.
Le nuove misure europee, oltre a colpire nuovamente la cosiddetta flotta ombra di Mosca, prevedono anche sanzioni relative alle attività ibride della Russia, alle violazioni dei diritti umani e all'uso di armi chimiche.
Vengono aggiunte circa 30 imprese, coinvolte nell'evasione delle sanzioni, in particolare nel settore dei beni a duplice uso, civile e militare. Queste imprese dovranno affrontare nuove restrizioni commerciali. Ci sono poi altre 75 sanzioni individuali per persone e aziende legate al complesso dell'industria militare russa. Viene inoltre fornita la base giuridica per sanzionare la flotta che distrugge cavi sottomarini, aeroporti o server (beni materiali) e per sanzionare chi agevola finanziariamente lo sforzo bellico. È delineata una nuova base giuridica per i canali russi di propaganda: vengono colpiti oltre 20 entità e individui che diffondono disinformazione.
Per le violazioni dei diritti umani (Navalny Act), vengono previste sanzioni contro giudici e pubblici ministeri coinvolti nei casi Navalny e Kara Murza (20 individui in tutto). Nel campo delle armi chimiche, viene vietata l'esportazione di sostanze utilizzate nella produzione di missili. Il pacchetto di sanzioni è passato come punto uno, senza discussione, riferiscono fonti diplomatiche: dovrebbe essere adottato formalmente dal Consiglio Affari Esteri lunedì prossimo, 20 maggio.
06:21
06:21
Il punto alle 6
I leader europei hanno dichiarato che procederanno con ulteriori sanzioni contro la Russia – indipendentemente dalle intenzioni degli Stati Uniti – se i colloqui di giovedì in Turchia non produrranno un cessate il fuoco. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha dichiarato che l'Europa imporrà nuove sanzioni se Mosca non accetterà il cessate il fuoco di 30 giorni. Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha avvertito martedì la Russia che avrebbe dovuto affrontare nuove sanzioni europee se questa settimana non ci fossero stati «progressi reali» verso la pace in Ucraina, esortando Putin a incontrare Zelensky. L'Unione Europea ha già imposto 16 cicli di sanzioni alla Russia da quando Putin ha invaso l'Ucraina nel febbraio 2022.
Martedì sera non era ancora chiaro se Vladimir Putin avrebbe accettato l'invito di Voldoymyr Zelenskyy a incontrarlo di persona in Turchia. Zelensky si sta recando ad Ankara, la capitale turca, per incontrare il presidente Recep Tayyip Erdoğan e ha detto che andrà a Istanbul soltanto se anche Putin si presenterà. «Se Putin non si presenta e fa il furbo, è la prova definitiva che non vuole porre fine alla guerra».
Il massimo diplomatico dell'UE, Kaja Kallas, ha dichiarato martedì a Copenaghen: «Penso che sia una buona mossa se si siedono... Ma non credo che Putin osi». Se Putin non parteciperà, e nemmeno Zelensky, si prevede che i colloqui si terranno comunque a un livello inferiore tra le delegazioni ucraina e russa.
L'inviato di Donald Trump per l'Ucraina, Keith Kellogg, ha dichiarato che se Putin si presenterà anche «il presidente Trump sarà lì». Il presidente degli Stati Uniti è in visita in Medio Oriente. Kellogg, così come il segretario di Stato americano, Marco Rubio, e Steve Witkoff sarebbero attesi in Turchia.
Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha invitato il Brasile a convincere Putin a recarsi a Istanbul. I leader di Cina e Brasile, membri con la Russia del gruppo BRICS, hanno spiegato in una dichiarazione congiunta di sperare che il dialogo diretto possa iniziare il prima possibile.
Macron dal canto suo ha detto che l'Ucraina riconosce di non poter riprendere tutto il territorio sequestrato dalla Russia dal 2014 e ha avvertito che l'Occidente non vuole una «terza guerra mondiale». «La guerra deve cessare e l'Ucraina deve trovarsi nella migliore situazione possibile per avviare i negoziati» ha detto Macron. «Anche gli ucraini hanno la lucidità di dire che non hanno la capacità di riprendere tutto quello che è stato preso dal 2014».
Le bombe guidate russe hanno colpito martedì la regione nord-orientale ucraina di Kharkiv, uccidendo almeno tre persone, ha dichiarato un funzionario locale.