Conflitti

Le basi statunitensi in Medio Oriente nel mirino della milizia sciita irachena

Confermati due attacchi con i droni nell'Iraq — Fonti media parlano di simili incursioni sui campi localizzati in Siria — Washington: «Monitoriamo la situazione»
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Ats
19.10.2023 20:53

Il conflitto israelo-palestinese fa crescere la tensione in tutta la regione e spaventa per un suo possibile allargamento. È in questa cornice che si inserisce l'ondata di attacchi di droni delle ultime 24 ore contro le basi degli Stati Uniti in Iraq, che in un caso ha portato al leggero ferimento di alcune delle forze della coalizione presenti nell'insediamento.

A far crescere la paura di un'escalation un altro presunto attacco contro due basi USA in Siria. I droni sarebbero stati lanciati contro al-Tanf, vicino ai confini con l'Iraq e la Giordania, mentre un attacco missilistico sarebbe stato diretto contro Conoco, nella campagna della regione orientale di Deir el-Zor.

Di questi attacchi non ci sono conferme ufficiali, a differenza di quelli iracheni. Qui, nella parte occidentale del Paese, due velivoli senza pilota hanno preso di mira il campo aereo di al-Asad, mentre un terzo è stato indirizzato su una base situata nel nord, ad al-Harir.

Tutti e tre sono stati intercettati dalle forze di difesa aerea statunitensi, ma l'ultimo di questi sarebbe stato soltanto danneggiato e i suoi resti avrebbero provocato lievi feriti tra le forze della coalizione, secondo quanto riportato da un funzionario americano citato dall'Associated Press.

I raid, che piovono a vent'anni dall'invasione del Paese da parte delle truppe americane, sono stati rivendicati dalla Resistenza Islamica in Iraq, un gruppo di milizie appoggiate dall'Iran. Non sarà un evento isolato, promettono, preannunciando «ulteriori operazioni» contro «l'occupazione americana» e minacciando di attaccare le strutture degli Stati Uniti, rei di sostenere Israele.

«I nostri missili, droni e forze speciali sono pronti a dirigere attacchi contro il nemico nelle sue basi e a distruggere i suoi interessi se interviene in questa battaglia», ha detto Ahmad «Abu Hussein» al-Hamidawi, capo della milizia sciita irachena Kataib Hezbollah.

Il leader del Kata'ib Sayyid al-Shuhada, Abu Ala al-Walai, che si è fatto fotografare nel sud del Libano, ha avvertito che qualsiasi coinvolgimento diretto degli USA «trasformerà l'intera presenza americana nella regione in obiettivi legittimi».

Gli attacchi, secondo diversi analisti, sarebbero un modo per fare pressione sulla politica internazionale. Diversi gruppi armati sciiti potrebbero optare per l'escalation in Iraq, probabilmente seguiti dalle milizie sunnite, anche se da Teheran - che li appoggia - non è ancora arrivato il via libera ad aprire un altro fronte.

«In questo momento di massima allerta, stiamo monitorando con attenzione la situazione in Iraq e nella regione», ha dichiarato il Comando centrale degli USA in un comunicato. «Le forze americane difenderanno le nostre forze e quelle della coalizione contro qualsiasi minaccia».