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Le crociere bruciano un record dopo l'altro: e il pianeta, intanto, soffre

Il settore, superata la crisi pandemica, non è mai stato così forte: entro il 2027 verranno raggiunti i 40 milioni di passeggeri all'anno
©Lewis Joly
Red. Online
19.07.2025 14:00

C'è chi dice che, in vacanza, il vero lusso sia non doversi più preoccupare di nulla. O, se preferite, avere ogni singolo aspetto organizzato. Le crociere, in questo senso, da sempre massimizzano questo concetto: ogni attività è programmata affinché agli ospiti non resti nient'altro da fare che divertirsi. Un divertimento, tuttavia, con risvolti problematici. In primis, a livello ambientale. 

Superata la pandemia, e superata la conseguente crisi, il settore sta vivendo un rimbalzo spettacolare. Insolente, anche, volendo citare Le Monde che, al tema, ha dedicato un approfondimento. Nessun altro settore del turismo, infatti, ha registrato un'impennata simile. Battuto una prima volta nel 2023, il record di passeggeri è stato superato di nuovo nel 2024 (34,6 milioni). E l'ascesa, secondo la Cruise Lines International Association, non si fermerà: entro il 2027, verranno toccati i 40 milioni di crocieristi all'anno. Roba da matti. 

Senza necessariamente scomodare i transatlantici del secolo scorso, e le relative tragedie, fino agli anni Sessanta la crociera era ancora un privilegio per pochi, riservato a persone molto ricche. Molto, se non tutto, è cambiato quando è stata mandata in onda la serie (divenuta cult) Love Boat. Un successo che ha contribuito, a suo modo, a rendere popolare e glamour la crociera, sino a quel momento sconosciuta al grande pubblico. Da allora, il settore si è reinventato: più accessibile, più giovane, più mainstream. Oggi, le crociere sono diventate una forma di viaggio popolare per chiunque cerchi comfort, divertimento e, allargando il campo, la possibilità di lasciarsi andare.

Varate negli anni Settanta, le moderne navi da crociera sono diventate sempre più colossali nel corso dei decenni, fino a raggiungere l'apice nel 2024 con l'entrata in servizio della Icon of the Seas di Royal Caribbean, capace di ospitare 10 mila persone. Nonostante questa corsa al gigantismo, le compagnie non hanno problemi a riempire le loro navi. Più grande è la nave, più i costi vengono messi in comune: le economie di scala si traducono in prezzi interessanti per il consumatore finale. Prezzi che, ovviamente, includono una gamma smisurata di intrattenimenti a bordo: piste di pattinaggio, scivoli, zip-line, terme, musical, campi sportivi e via discorrendo.

Non solo, queste vacanze a prezzi stracciati si rivolgono a una classe media in cerca di evasione. È possibile viaggiare nel Mediterraneo o nei Caraibi per meno di 800 franchi a settimana, pasti inclusi. E ancora meno in bassa stagione o, in alternativa, se si prenota all'ultimo minuto. All'interno di queste città galleggianti persistono gerarchie sociali. A bordo della MSC Seaview, che può trasportare fino a 5.300 passeggeri, i più ricchi ad esempio hanno accesso all'esclusivo Yacht Club, con piscina, solarium, ristoranti privati e personale dedicato. L'immagine della crociera come appannaggio dei pensionati, dunque, sta gradualmente svanendo. L'età media dei passeggeri si sta abbassando: dai 49 anni di dieci anni fa ai 46 di oggi. Inoltre, nel 2024 il 31% dei passeggeri ha viaggiato per la prima volta in crociera. Per attirare una clientela più giovane, Virgin ha lanciato, ad esempio, crociere festive nel 2024, chiaramente rivolte ai giovani adulti. I soggiorni brevi, della durata di tre o quattro giorni, si rivolgono ai curiosi che vogliono provare l'esperienza senza impegnarsi per un'intera settimana. Le famiglie, invece, sono attratte dai club per bambini e ragazzi e persino dagli asili nido per i più piccoli. Un'offerta sufficiente per soddisfare diverse generazioni, insomma.

Un altro vantaggio è che le crociere risentono meno dell'inflazione rispetto al turismo terrestre. Il settore beneficia di una legislazione più flessibile, di regimi fiscali vantaggiosi e di leggi sul lavoro minimaliste. A bordo, i dipendenti, spesso provenienti dal Sud del mondo, lavorano a lungo per circa 1.000 dollari al mese (800 franchi svizzeri). E se i pacchetti sono definiti «tutto compreso», i passeggeri sono fortemente incoraggiati a consumare a bordo. Bevande, escursioni e souvenir – tutti extra – rappresentano fino al 30% del fatturato delle compagnie. L'ultima tendenza è l'acquisto di isole private dove solo le compagnie possono attraccare. L'obiettivo è controllare l'esperienza fino alla fine e sfuggire alla saturazione dei porti, che spesso non sono in grado di ospitare questi giganti dei mari o, a immagine di Barcellona e Venezia, sono sempre più restii ad accogliere il turismo di giornata.

Ma dietro questa storia di successo si nasconde un noto aspetto negativo: il colossale impatto ambientale delle crociere. Una singola nave da crociera può emettere tante polveri sottili quante ne emette un milione di automobili in un solo giorno. A ciò si aggiungono gli scarichi delle acque reflue, i rifiuti in mare e l'inquinamento nei porti. Nonostante alcuni sforzi per rendere più ecologica la loro immagine, la maggior parte delle navi utilizza ancora olio combustibile pesante, uno dei combustibili più inquinanti al mondo.