Il caso

Le parole di von der Leyen sulle elezioni italiane infiammano i partiti

La presidente della Commissione UE accusata di ingerenza per una frase sulle votazioni nella Penisola – Centrodestra all'attacco, Salvini: «Una squallida minaccia» – Ma Bruxelles fa chiarezza: «Lavoreremo con ogni governo democratico»
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Michele Montanari
23.09.2022 17:45

Polemiche, accuse e prese di posizione giunte da tutte le parti. Le parole delle presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, pronunciate nella notte all'università di Princeton, negli Stati Uniti, hanno infiammato i politici italiani. Von der Leyen, interrogata sulla possibile presenza di partiti vicini a Putin nel prossimo Governo, ha rotto il silenzio sulle elezioni di domenica 25 settembre e ha dichiarato: «Vedremo il risultato del voto in Italia, ci sono state anche le elezioni in Svezia (ha vinto la destra, ndr). Il mio approccio è che lavoreremo insieme a qualsiasi governo democratico che voglia collaborare con noi. Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti per agire, come nel caso di Polonia e Ungheria». Le parole della politica tedesca sono ovviamente arrivate nella Penisola e i partiti, specialmente quelli del centrodestra, hanno letto nell'intervento di von der Leyen il rischio di una interferenza nelle elezioni che si terranno tra due giorni.  

Salvini della Lega: «Squallida minaccia»

La replica di Matteo Salvini non si è fatta attendere. Il segretario della Lega durante un intervento a Mattino 5 ha dichiarato: «Si tratta di una squallida minaccia, un’invasione di campo non richiesta. La signora presidente della Commissione UE rappresenta tutti gli europei, tutti gli italiani, il suo stipendio è pagato da tutti noi». Salvini ha poi aggiunto: «Il gruppo parlamentare della Lega a Bruxelles presenterà una mozione di censura. Chiediamo rispetto: domenica votano gli italiani, non i burocrati di Bruxelles, Berlino e Parigi. E se a Bruxelles qualcuno pensasse di tagliare i fondi del Pnrr allora c’è da ripensare questa Europa a cui chiedo protezione, non minacce». Il leader del Carroccio ha poi rincarato la dose in un'intervista al Corriere della Sera: «O chiede scusa o si dimette, a tre giorni dal voto è istituzionalmente scorretto minacciare gli italiani», ha sentenziato.

Rampelli di Fratelli d'Italia: «Toni minatori e ricattatori»

Il deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera Fabio Rampelli ha invece affermato: «Consiglio alla presidente von der Leyen di misurare i toni. È Commissario europeo e rappresenta tutti i cittadini del Continente, non solo quelli del partito e di Enrico Letta. L’Italia è Stato fondatore dell’UE e nessuno, ripeto, nessuno può mettere in discussione il risultato di libere elezioni». Rapelli ha poi tuonato: «Toni minatori e ricattatori li usasse verso i nazistelli e i filocinesi di casa sua fermo restando che non ci spaventano, mentre è sicuro che mettono in pessima luce chi li pronuncia. Già prese un granchio quando accusò l’Italia di essere lo Stato untore che diffondeva la pandemia. Poi si è oltretutto scoperto che il paziente era in Baviera… Chiese scusa, lo faccia anche ora». La leader di FDI Giorgia Meloni è stata invece molto più cauta nel giudizio: «Mi pare che von der Leyen abbia già mandato una nota per correggere l’interpretazione data dalla stampa italiana (vedi sotto). Sarebbe stata una cosa francamente fuori misura rispetto al ruolo della Commissione UE. Quando si entra a gamba tesa in una democrazia di uno Stato membro in realtà si fa qualcosa che nuoce alla credibilità della Commissione. Quindi consiglio prudenza, se si crede nella credibilità dei commissari europei e della Commissione».

Tajani di Forza Italia: «Frase un po' improvvida»

Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani che, a margine di un incontro elettorale a Napoli, ha commentato: «Le cose andranno bene, non serve usare questo linguaggio. L’Italia è un Paese democratico, libero, che crede nei valori dell’Unione Europea. Siamo europeisti convinti, siamo dalla parte dell’occidente e lo siamo sempre stati». Tajani è intervenuto nuovamente sulla questione nel corso di Oggi è un altro giorno su Raiuno: «La Commissione europea ha il compito di vigilare sull’applicazione dei trattati, non sulle elezioni dei Paesi democratici dell’Unione europea. Quindi ogni tentativo di interferire nella campagna elettorale va respinto al mittente. Alla fine Ursula von der Leyen si è resa conto che la frase era stata un po' improvvida e ha fatto rettificare».

Letta del PD: «La frase si presta ad ambiguità»

Il segretario del PD Enrico Letta nel programma L'aria che tira su LA7 ha dichiarato: «Sono sicuro che von der Leyen chiarirà, perché la sua frase si presta ad ambiguità, ma vorrei ricordare che lei è espressione del Partito popolare europeo di Berlusconi e Tajani, non è una pericolosa comunista. Non montiamo un caso su una cosa che si sgonfierà». 

Renzi di Italia Viva: «Non entrate nelle questioni italiane»

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha replicato alle esternazioni di von der Leyen ai microfoni di Isoradio: «Io dico alla presidente von der Leyen: non dovete minimamente entrare nelle questioni italiane». L'ex premier ha poi aggiunto: «Noi siamo per gli Stati Uniti d'Europa. Proprio per questo chiunque l'Italia elegga bisogna che l'Europa rispetti il voto degli italiani. Se anche vincesse la destra, l'Europa deve rispettare l'esito elettorale».

Commenta anche l'Ambasciata Russa in Italia

Anche l'Ambasciata Russa in Italia ha commentato le parole di von der Leyen, accusando la politica tedesca di ingerenza con un post su Twitter: «Nuova ingerenza russa? No, non è russa…»

«Nessun intervento nelle elezioni italiane»

A smorzare la polemica è intervenuto il portavoce della Commissione UE Eric Mamer, che ha dichiarato: «Penso che sia assolutamente chiaro che la presidente von der Leyen non è intervenuta nelle elezioni italiane quando ha parlato di strumenti e ha fatto riferimento a procedure in corso in altri Paesi». Nella sua risposta von der Leyen «ha esplicitamente detto che la Commissione lavorerà con tutti i governi che usciranno dalle elezioni e che vogliono lavorare con la Commissione europea». Il portavoce ha poi aggiunto che la presidente «ha cercato di spiegare il ruolo di guardiana dei Trattati della Commissione e in particolare nel campo dello stato di diritto».