La testimonianza

Le sfide di un cooperante ticinese attivo in Bolivia

Giunto nel Paese sudamericano poco prima dello scoppio della pandemia di cornavirus, nell’ambito di un progetto della ONG svizzera Comundo, Francesco Negri si è trovato ad operare in condizioni difficili
Francesco Negri, operatore sociale ticinese, è impegnato in Bolivia in un progetto sociale da quasi due anni. ©Comundo
Osvaldo Migotto
29.12.2021 20:42

Francesco Negri, operatore sociale di Agno, si trova a Cochabamba, in Bolivia, da quasi due anni quale cooperante di Comundo, organizzazione svizzera di cooperazione allo sviluppo. Nella sua missione, che durerà tre anni, sta dando manforte all’organizzazione locale Ciudadania per migliorare il benessere delle persone anziane e per promuovere una cittadinanza responsabile nella prima infanzia. Francesco è in Ticino per qualche settimana e ne abbiamo approfittato per raccogliere la sua testimonianza. «Io e la mia compagna siamo educatori - ci spiega Negri - ed entrambi lavoravamo presso il CARL (Centro abitativo, ricreativo e di lavoro) di Mendrisio. Poi tramite un amico abbiamo conosciuto Comundo e abbiamo deciso di diventare cooperanti per uno dei progetti di questa ONG».

Il destino ha però voluto che poco dopo la partenza dei due giovani ticinesi per la Bolivia scoppiasse l’epidemia di coronavirus. Ciò ha complicato di molto il lavoro dei cooperanti, sia dal punto di vista organizzativo, sia da quello logistico e operativo. La scaletta delle priorità è stata adattata alle imposizioni date dal contesto sanitario. «La limitazione principale con cui siamo stati confrontati - racconta il nostro interlocutore - riguarda il contatto diretto con la popolazione locale. Così abbiamo utilizzato il tempo a disposizione per approfondire la conoscenza del campo legale nel quale ci stavamo muovendo». Secondo l’operatore sociale ticinese le autorità boliviane hanno reagito con prontezza nell’affrontare la minaccia COVID-19. Quando il numero dei contagi non era ancora molto elevato è infatti stato deciso di imporre quarantene e limitazioni alla libertà di movimento. «Vi è stato un periodo - ricorda Francesco - in cui si poteva uscire di casa un solo giorno alla settimana».

Purtroppo le conseguenze economico-sociali della pandemia sono pesanti. «In Bolivia oltre il 70% della popolazione lavora nel mercato informale e vive alla giornata, perciò - sottolinea Negri - quando sono state introdotte delle limitazioni ai movimenti per contrastare la pandemia, molte persone sono state impossibilitate ad assicurarsi il necessario per il loro sostentamento». Nonostante le tante difficoltà, il cooperante ticinese valuta comunque positivamente la sua esperienza e la consiglia anche ad altri giovani, in quanto «Comundo è una ONG seria, con una grande esperienza ed è in grado di offrire lavoro a cooperanti in diversi settori professionali».

Francesco Negri si dice soddisfatto della sua esperienza per il fatto di poter sperimentare la sua professione in un altro contesto. Ma anche per aver potuto inserirsi in un team di lavoro che comprende anche altre figure professionali, come l’antropologo o il sociologo. «In Ticino non ero abituato a lavorare in un team di questo tipo. Quindi - conclude il giovane - è molto positivo collaborare ed avere un interscambio di competenze nel sostenere la popolazione locale».