Le univerisità iraniane protestano per Masha

Alcune università in Iran hanno iniziato proteste a livello nazionale con sit-in e scioperi unendosi alle dimostrazioni per Mahsa Amini, la 22.enne morta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia perché non portava il velo in modo corretto.
L'iniziativa è nata in seguito a una campagna lanciata da studenti universitari che hanno invitato a boicottare le lezioni on-line in tutto il Paese.
Coinvolti nelle proteste, gli studenti delle università di Scienza e Tecnologia, Beheshti e Kharazmi nella capitale Teheran, mentre partecipano all'iniziativa anche atenei di Mashhad, Zanjan, Shiraz, Karaj, Kerman e molte altre città.
Ufficialmente, l'anno accademico è iniziato sabato scorso ma, a causa festività nazionali, di fatto oggi è il primo giorno di lezione. Il governo aveva annunciato che, nelle maggiori università, le lezioni si sarebbero tenute on-line per limitare la possibilità che gli studenti si radunassero per partecipare a proteste.
Le dimostrazioni sono continuate in tutto il Paese anche ieri, per la quindicesima notte di fila, non solo a Teheran ma anche a Karaj, Ilam, Kermanshah, Kerman, Rasht Ahwaz, Dezful, Mashhad, Orumiyeh e Bukan. A Zahedan, nel sud est del Paese, ci sono stati duri scontri con la polizia che ha ucciso decine di dimostranti.