«L'emergenza orsi» in Giappone non è ancora terminata

Gli orsi in Giappone sono sempre di più un problema. Il Paese del Sol Levante sta affrontando quello che è stato definito il peggior picco di aggressioni da parte di plantigradi degli ultimi dieci anni. In totale, tra feriti e morti, sono state 196 le vittime registrate tra aprile e la fine di ottobre. Un numero che non può passare inosservato e che costituisce il dato più alto dal 2006.
Già il mese scorso, il governo di Tokyo aveva deciso di correre ai ripari, inviando l'esercito – nello specifico le Forze di autodifesa, Jieitai - nella prefettura di Akita, nel nord del Paese, per assistere le autorità locali nel controllo della popolazione di orsi. Una misura eccezionale ma necessaria, di fronte a una situazione sempre più fuori controllo.
Gli orsi, infatti, sono ormai ovunque. Si possono incontrare sulle strade, a ridosso delle abitazioni, ma anche nei supermercati. La scorsa settimana, un plantigrado è stato sorpreso mentre si aggirava, indisturbato, tra i banconi di un negozio in un centro commerciale. I dipendenti hanno creato una barriera protettiva, permettendo ai clienti di lasciare l'area. A seguire, è intervenuta la polizia che ha individuato l'orso mentre si trovava nella sezione dedicata ai mobili per la casa: l'animale è stato prima sedato e, infine, abbattuto con uno shock elettrico.
La situazione, insomma, è problematica. Nonostante l'intervento dell'esercito, gli orsi continuano a seminare panico e terrore. Secondo un rapporto del ministero dell'Ambiente, solo nel mese di ottobre sono state 88 le persone attaccate in 77 incidenti diversi. Un vero e proprio record mensile. Di queste aggressioni, sette sono risultate fatali. Di conseguenza, il numero dei morti nel periodo aprile-ottobre è salito a 13: più del doppio rispetto all'anno precedenti.
Come già emerso nelle scorse settimane, anche a ottobre la maggior parte degli attacchi si è verificata nella prefettura di Akita (56 casi). Al secondo posto per numero di aggressioni, c'è la prefettura di Iwate, con 34 casi, poi quella di Fukushima (20 casi), Nagano (15 casi) e Niigata (13 casi). Ma non è tutto. Gli orsi, di recente, sono stati avvistati nelle località sciistiche del nord e nei villaggi del sud, ma anche nelle periferie di città come Tokyo e Kyoto.
Nelle prime settimane di novembre, si sono registrate almeno 27 aggressioni e diversi avvistamenti nelle aree urbane. Secondo i dati più recenti, si segnala almeno un'altra vittima. Stati Uniti, Canada e Regno Unito, a causa dell'aggravarsi della situazione, hanno emesso avvisi di pericolo per i viaggiatori che si recano in Giappone, a causa della presenza degli orsi.
Secondo gli esperti, questo peggioramento degli attacchi è da ricercare nel cambiamento climatico: con le tempeste che devastano la vegetazione – in particolare i faggi che producono le noci di cui questi animali sono ghiotti –, gli orsi si spostano molto di più alla ricerca di cibo, spingendosi fino ai centri urbani dove sanno di trovare avanzi.
La settimana scorsa, durante una riunione ministeriale, è stato approvato un pacchetto aggiornato che prevede sostegno finanziario e logistico ai comuni per reclutare cacciatori autorizzati, nonché interventi strutturali come la costruzione di recinzioni, per impedire agli orsi di avvicinarsi alle aree abitate. Una modifica normativa ha inoltre autorizzato gli agenti di polizia a utilizzare fucili per neutralizzare orsi ritenuti una minaccia immediata.
