Leone XIV potrebbe dover presentare la dichiarazione dei redditi agli USA

Papa Leone risponde solo a Dio. Ma in quanto cittadino degli Stati Uniti, il nuovo pontefice potrebbe avere doveri davanti a un'altra autorità superiore: l'Internal Revenue Service (IRS) degli Usa.
Gli Stati Uniti richiedono infatti generalmente a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza, di presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi. Questo principio si applica anche a Papa Leone XIV, a meno che non rinunci formalmente alla cittadinanza del Paese dove è nato.
Il Washington Post esplora una situazione senza precedenti: «Gli ultimi papi provenienti da Polonia, Germania e Argentina non sono stati tassati dai loro Paesi d'origine», ha detto Jared Walczak, Tax Foundation, un think tank apartitico con sede a Washington, che ha definito la situazione fiscale del primo papa americano «un territorio inesplorato».
Sebbene il papa non percepisca uno stipendio fisso, il Vaticano provvede alle sue necessità, inclusi alloggio, vitto, trasporti e una modesta indennità personale. Tali benefici «in natura» potrebbero essere considerati reddito imponibile secondo le leggi fiscali statunitensi.
In quanto membro del clero, il Papa non è esente dalle tasse negli Stati Uniti. Ma in quanto residente all'estero per la maggior parte dell'anno può escludere gran parte dei suoi guadagni dall'imposta sul reddito statunitense.
Per l'anno fiscale 2025, i cittadini americani all'estero possono escludere fino a 130.000 dollari di reddito estero.
Secondo il Washington Post, tuttavia, questa esenzione non si applica al reddito percepito lavorando per un governo straniero: questo dunque non dovrebbe agevolare Leone visto che è alle dipendenze del Vaticano. Questo implicherebbe un inedito compito per i contabili della Santa Sede per applicare queste norme alla denuncia dei redditi che il Papa dovrà probabilmente presentare.