Leone XIV: «Una Chiesa aperta a tutti e in continuità con Francesco»

«Penso che sia molto importante iniziare una riflessione più profonda, per cercare di capire perché il mondo sia così polarizzato. Che cosa sta succedendo?». Il mondo diviso è al centro delle domande e delle risposte contenute nella prima intervista concessa da papa Leone XIV da quando è salito al soglio petrino. Un’intervista scritta da Elise Ann Allen, giornalista del portale cattolico americano Crux (già di proprietà del Boston Globe) e pubblicata in appendice alla biografia del pontefice, scritta dalla stessa Allen e uscita oggi nell’edizione spagnola con il titolo León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI.
Il 14 settembre, giorno del 70. compleanno di Prevost, erano stati anticipati alcuni stralci del colloquio. Oggi, invece, le 30 pagine dell’intervista sono state letteralmente vivisezionate da tutta la stampa mondiale, nel tentativo di capire quali saranno gli orientamenti dottrinali, culturali e politici del Papa americano.
Leone XIV ha confermato il suo stile e il modo di interpretare la missione papale. Nessuna fuga in avanti, toni sommessi, concetti chiari, massima attenzione soprattutto all’unità della Chiesa, forse il tema che più lo sollecita in questa fase iniziale del pontificato. E ancora, prudenza e continuità con la linea di Francesco, evitando ogni possibile ambiguità.
Afferma, ad esempio, il Papa che non ci saranno novità nella posizione della Chiesa sull’ordinazione delle donne, o nei confronti delle persone LGBTQ+. E ancora, che la riforma della curia romana, intrapresa da Francesco, andrà avanti, anche se «alcune delle decisioni prese probabilmente necessitano di qualche aggiustamento». Pure sulla questione migranti, Prevost ricalca le posizioni del predecessore argentino: «Una cosa che Francesco ha fatto verso la fine del suo pontificato, e che ritengo molto significativa, è stata la lettera che ha scritto sulla questione del trattamento degli immigrati - dice il Papa nell’intervista - Il presidente Trump ha dichiarato la settimana scorsa che non aveva in programma di incontrarmi. Ma se ci fossero questioni specifiche che richiedessero un confronto con lui, non avrei alcun problema a farlo».
Questioni spinose
Le questioni che più avevano diviso internamente la Chiesa, quelle relative alla morale sessuale e alla pastorale familiare, sono affrontate da Leone XIV nel segno della cautela. Così «come abbiamo visto al sinodo, qualsiasi questione che riguardi le tematiche LGBTQ è altamente polarizzante all’interno della Chiesa». Al momento, dice il Papa «non ho un piano. Per alcune persone l’identità di una persona è tutta una questione di identità sessuale, mentre per molte persone in altre parti del mondo questo non è un tema primario su come dovremmo rapportarci gli uni agli altri. Quello che sto cercando di dire è ciò che Francesco ha espresso molto chiaramente quando diceva “todos, todos, todos”. Tutti sono invitati, ma io non invito una persona perché ha o non ha una specifica identità. Invito una persona perché è figlio o figlia di Dio».
Anche sul matrimonio, Prevost sostiene di aver «già parlato, come ha fatto Francesco, dicendo che una famiglia è composta da un uomo e una donna uniti da un impegno solenne, benedetti nel sacramento del matrimonio. Ma anche solo dicendo questo, capisco che alcune persone lo prenderanno male. Nel Nord Europa stanno già pubblicando rituali di benedizione delle “persone che si amano”, come dicono loro, il che va specificamente contro il documento approvato da Francesco, Fiducia Supplicans, il quale sostanzialmente dice che possiamo naturalmente benedire tutte le persone, ma non cerca un modo per ritualizzare un qualche tipo di benedizione perché non è ciò che insegna la Chiesa. Ciò non significa che quelle persone siano cattive, ma penso che sia molto importante, ancora una volta, capire come accettare gli altri diversi da noi, come accettare le persone che fanno scelte nella loro vita e rispettarle. Tutti saranno accettati e ricevuti, e i sacerdoti non giudicheranno, ma per il momento l’insegnamento della Chiesa continuerà così com’è».
Nessuna esclusione. Nessuna chiusura, dunque. Ma attenzione. Anche alle opinioni dei più conservatori, di chi volge lo sguardo al passato invece che in avanti. Come dimostrano le parole relative al diaconato delle donne: «Al momento non ho intenzione di cambiare l’insegnamento della Chiesa sull’argomento. Credo che ci siano alcune domande precedenti che devono essere poste. Ci sono parti del mondo che non hanno mai veramente promosso il diaconato permanente, e questo di per sé è diventato una domanda: perché dovremmo parlare di ordinare donne al diaconato se il diaconato stesso non è ancora adeguatamente compreso, sviluppato e promosso all’interno della Chiesa?», si chiede il Pontefice.
L’elogio di Piccinotti
Su Gaza e la guerra di Israele contro i palestinesi, il Papa ha ripetuto che «non c’è stata una risposta chiara per alleviare la sofferenza delle persone innocenti a Gaza», ma sull’uso della parola genocidio è rimasto un passo indietro: «ufficialmente - ha spiegato - la Santa Sede non crede che possiamo fare alcuna dichiarazione su questo al momento. C’è una definizione molto tecnica di ciò che potrebbe essere genocidio, ma sempre più persone stanno sollevando la questione, inclusi due gruppi per i diritti umani in Israele che hanno fatto quella dichiarazione. È semplicemente orribile vedere le immagini che vediamo in televisione. Speriamo che qualcosa possa ribaltare questa situazione. Speriamo di non diventare insensibili».
Tra le molte altre cose dette dal Papa, anche il riconoscimento del lavoro di un “luganese”, monsignor Giordano Piccinotti, l’arcivescovo salesiano oggi presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) e, in passato, direttore della Fondazione Opera Don Bosco nel Mondo di Lugano. « L’APSA ha appena pubblicato il suo rapporto finanziario per il 2024 che riporta un risultato positivo di oltre 60 milioni di euro. Già durante il pontificato di Francesco sono stati compiuti passi significativi» in campo finanziario, «e i risultati si stanno vedendo».