L’Eresia del guru: la pandemia non esiste

«La pandemia del 2020 è una rappresentazione». Sono le prime parole di “Eresia”, la bibbia (cosiddetta) dei no vax italiani scritta da Massimo Citro della Riva. Un medico che ha scalato le classifiche di vendita con le sue “Riflessioni politicamente scorrette”, quasi tutte basate sulle argomentazioni complottiste che in questi mesi sono riecheggiate in ogni angolo del mondo. Non potendo, per ragioni ovvie, negare quanto accaduto, Citro lo rimescola. Lo ribalta. Appellandosi a un concetto astratto di verità. La sua.
«Ci sono ancora tante domande senza risposta - dice - Molti, troppi dubbi. Strane coincidenze. Eventi poco chiari. Provvedimenti che a tanti sono sembrati ingiustificati. Magari sono in pochi a parlarne, poiché è ancora troppa la paura e si ha paura perfino di pensare». Quali siano questi dubbi, quali le strane coincidenze o gli eventi da chiarire, è presto detto: la provenienza del virus dalle città cinesi in cui operano alcuni laboratori segretissimi, il «vero numero dei morti», l’ostracismo di «certa scienza» verso le cure a base di idrossiclorochina, che «ha tutte le caratteristiche ideali per confermarsi come farmaco di elezione nella profilassi e nella cura delle complicanze da coronavirus».
E tra la citazione di «un illustre virologo francese» e lo «studio di un gruppo di ricerca tedesco», Citro dimentica le migliaia di pagine di contro-argomentazioni pubblicate da tutte le maggiori riviste scientifiche del mondo. Ovviamente coalizzate, le une alle altre, nel subdolo tentativo di imporre il pensiero unico.
«La quasi totalità della popolazione è carente di vitamina D3 in modo grave, quindi come prevenzione per la CoViD-19 è raccomandabile un suo costante monitoraggio nel sangue», sentenzia l’autore di “Eresia”. E subito dopo aggiunge: «Non c’è bisogno del vaccino: il SARS-CoV-2 si sconfigge con certi antibiotici, cortisone, eparina e idrossiclorochina». E anche l’ozonoterapia, che «non possiede effetti collaterali poiché i radicali liberi che produce sono molto instabili, mentre quelli prodotti da farmaci sono stabili e possono causare effetti collaterali». Inevitabilmente, il pezzo forte del libro è sempre lo stesso: la grande bugia dei numeri. «Le troppe variabili che impediscono un serio studio statistico» non sono state prese in considerazione dai talebani del politicamente corretto, pontifica Citro. Allo stesso modo, «nello stabilire la causa del decesso si continua a confondere le patologie preesistenti con l’eziologia scatenante, attribuendo erroneamente la causa di morte all’evento ultimo invece che alla patologia principale».
I morti di COVID sono morti di qualcos’altro, anche perché «il tasso di letalità della CoViD-19 è dell’ordine di un’influenza stagionale».
Sono «morti “falsificati”», a uso e consumo naturalmente di chi vuole imporre una dittatura del sistema. «Ci sembra di poter azzardare che i morti per CoViD-19 in Italia possano essere poco più di un migliaio, di cui solo una decina sotto i quarant’anni», scrive Citro. E «azzardo» è davvero l’unica parola sensata della frase.
Ciò che colpisce, leggendo le pagine di “Eresia”, è infine la quantità impressionante di citazioni. Alla fine, se ne contano 575, molte delle quali di articoli e siti non più online, e quindi impossibili da verificare. Una slavina di rimandi che intorbidisce la lettura, tanto quanto le improbabili asserzioni dell’autore, affastellate l’una sull’altra senza soluzione di continuità. Sembra quasi che Citro non si fidi di sé stesso e cerchi altrove il senso delle cose che scrive. Anche se quelle cose, un senso, non ce l’hanno.