Medio Oriente

L'idea USA per gli aiuti a Gaza: ecco come verrà realizzato il molo galleggiante

La struttura permetterà alle navi di scaricare cibo e rifornimenti sulla costa: ci vorranno fino a due mesi per realizzarla e andrà protetta da eventuali attacchi
©MOHAMMED SABER
Red. Online
09.03.2024 14:00

L’esercito statunitense ha ricevuto dal presidente Joe Biden l’ordine di costruire una struttura galleggiante al largo della costa di Gaza per fornire cibo e altri aiuti umanitari alla popolazione. Si tratta di una soluzione necessaria, in quanto Israele ha drasticamente limitato le vie terrestri verso l’enclave, riducendo al minimo il flusso di beni essenziali.

L'operazione risulta complessa: richiederà da 1 a 2 mesi e coinvolgerà fino a 1.000 soldati americani, ha fatto sapere il portavoce del Pentagono Pat Ryder. Al di là dei problemi di natura logistica, la riuscita di questa impresa dipenderà in gran parte dalla cooperazione con Israele.

Perché costruire un molo?

In seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre, in cui sono state uccise circa 1.200 persone e catturate altre 250, l'esercito israeliano ha iniziato a bombardare praticamente senza sosta la Striscia di Gaza, devastando strade ed edifici. Nei bombardamenti e negli scontri a fuoco, stando al Ministero della Sanità di Gaza, sarebbero rimasti uccisi oltre 30 mila palestinesi in 5 mesi. Secondo le organizzazioni internazionali nel fazzoletto di terra mediorientale è in atto una devastante catastrofe umanitaria.

Le Nazioni Unite da mesi lanciano l’allarme sulla crescente difficoltà dei circa 2,3 milioni di abitanti di Gaza di trovare cibo, acqua e medicine. Oltre mezzo milione di persone sta soffrendo la fame ed è costretto a mangiare quel poco che trova. Questo perché i rifornimenti via terra fanno fatica a raggiungere le zone della Striscia che hanno subito pesanti bombardamenti, mentre l’esercito israeliano rallenta ulteriormente le consegne a causa delle ispezioni sui camion.

I mezzi che trasportano gli aiuti umanitari devono partire dal valico di Rafah, al confine con l’Egitto, o dal valico israeliano di Kerem Shalom. Entrambi sono situati all’estremità meridionale di Gaza: raggiungere le aree isolate del nord risulta sempre più complicato.

Dalla scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno iniziato a effettuare lanci dagli aerei. Una soluzione che in parte risolve il problema della carenza di aiuti, ma che permette di fornire solo una quantità limitata di soccorsi. Vista la situazione, giovedì scorso Biden ha dunque chiesto ai militari di costruire un molo temporaneo al largo della costa «che possa ricevere grandi navi che trasportano cibo, acqua, medicine e dare un rifugio temporaneo». Secondo il presidente USA, la struttura «consentirà un massiccio aumento della quantità di assistenza umanitaria che arriva a Gaza ogni giorno».

Gli aiuti via mare

Secondo i funzionari della Difesa USA, la settima Brigata dei Trasporti con sede alla base di Langley-Eustis, in Virginia, sta già iniziando a mettere insieme quelle che vengono chiamate attrezzature Joint Logistics Over The Shore (JLOTS).

La Associated Press descrive tali attrezzature come enormi mattoncini Lego: si tratta di una serie di blocchi di acciaio lunghi 12 metri che possono essere assemblati per formare una strada rialzata e una sorta di molo galleggiante di carico e scarico al largo di Gaza.

Nei prossimi giorni le truppe statunitensi inizieranno a caricare l’equipaggiamento su una grande nave cargo e, una volta terminato il lavoro, l’imbarcazione salperà attraverso l'Oceano Atlantico con a bordo i membri della settima Brigata dei Trasporti. Alla missione parteciperanno anche numerose altre unità militari statunitensi e alleate.

Il portavoce del Pentagono Pat Ryder ha fatto sapere che le truppe costruiranno una piattaforma offshore dove le grandi navi potranno scaricare cibo e rifornimenti. Le imbarcazioni più piccole, poi, trasporteranno gli aiuti verso la strada rialzata sulla costa di Gaza.

Secondo il presidente Biden, il governo israeliano dovrà occuparsi della sicurezza della struttura, proteggendola da eventuali attacchi di Hamas. Inoltre, potrebbe essere necessario controllare la folla, nel caso in cui i palestinesi cercassero di assaltare la struttura per procurarsi il cibo di cui hanno disperatamente bisogno.