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L'IDF vigila sui palestinesi in viaggio verso nord

Sparati «colpi di avvertimento» per allontanare dei «sospetti» che si avvicinavano alle truppe – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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L'IDF vigila sui palestinesi in viaggio verso nord
Red. Online
28.01.2025 06:28
21:55
21:55
Oltre 376.000 persone sono tornate nel nord di Gaza

Oltre 376.000 palestinesi sfollati a causa della guerra tra Israele e Hamas sono tornati nel nord di Gaza. Lo ha affermato l'organismo umanitario delle Nazioni Unite (Ocha).

«Si stima che oltre 376.000 persone siano tornate ai loro luoghi di origine a nord di Gaza, in seguito al ritiro delle forze israeliane dalle due strade principali lungo il corridoio di Netzarim», ha precisato l'ufficio Onu.

20:10
20:10
Guterres: «Israele ritiri l'ordine contro l'UNRWA»

Il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, chiede a Israele di ritirare l'ordine all'UNRWA di lasciare Gerusalemme. Lo afferma in una lettera inviata all'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Danny Danon. Nella missiva, Guterres ha ribadito la sua richiesta allo Stato ebraico di «rispettare il mandato» assicurato all'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi dall'Assemblea Generale.

19:20
19:20
Netanyahu negli USA il 4 febbraio

«L'invito del primo ministro Benyamin Netanyahu alla Casa Bianca è un passo importante e simbolico per il forte legame tra Israele e gli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. Questo rappresenta anche un messaggio di supporto reciproco, specie in un periodo in cui ci sono questioni sensibili e strategiche all'ordine del giorno internazionale, come i processi in Medio Oriente e le relazioni Israele-Palestina.

Netanyahu, essendo il primo leader straniero invitato alla Casa Bianca durante il secondo mandato di Trump, sottolinea la fiducia reciproca tra i 2 leader». Lo scrive l'ufficio del premier. L'invito è per il 4 febbraio.

17:39
17:39
Decine di terroristi arrestati e altri uccisi a Jenin

I commando dell'esercito israeliano hanno arrestato decine di terroristi a Jenin, in Cisgiordania, nel corso di diverse operazioni speciali e ne hanno eliminato altri. Lo riferisce il portavoce dell'IDF, aggiungendo che i militari hanno localizzato e distrutto numerosi esplosivi, armi e mezzi di guerra.

16:46
16:46
«Nuovi aiuti a Gaza, catastrofe umanitaria è enorme»

Il governo britannico di Keir Starmer ha annunciato oggi un pacchetto di aiuti umanitari aggiuntivi per la Striscia di Gaza, dove «il livello di sofferenze» della popolazione palestinese - anche dopo il recente accordo di cessate il fuoco - «non può essere sovrastimato». L'iniziativa è stata illustrata in questi termini alla Camera dei Comuni da Anneliese Dodds, viceministra degli Esteri responsabile della Cooperazione allo Sviluppo.

Il pacchetto comprende aiuti medici, cibo, materiale igienico-sanitario e decine di migliaia di tende per un totale di circa 40 milioni di sterline suddivisi in vari capitoli di spesa (pari a quasi 50 milioni di euro). Un carico del valore di 17 milioni è diretto in particolare agli sfollati che stanno rientrando in ciò che resta delle loro case nel nord della Striscia dopo esser stati costretti fuggire dai raid israeliani. E servirà in particolare a finanziare l'attività di due ospedali da campo gestiti da UK-Med a Deir Al Balah e ad Al Mawasi, dove in totale sono state assistite o medicate finora quasi 300.000 persone.

Di qui il rinnovato allarme di Dods, che ha rilanciato da Westminster anche un monito indiretto a Israele, con la sottolineatura della necessità «vitale» di consentire un transito «maggiore» e più spedito di aiuti attraverso tutte le agenzie internazionali: in primis l'Unrwa, agenzia dell'Onu che il governo di Benyamin Netanyahu ha di fatto messo al bando - malgrado le proteste degli alleati occidentali - col voto favorevole di quasi tutta la Knesset.

Il pacchetto formalizzato da Dodds, affidato per ora al ponte aereo diretto verso Gaza di un elicottero della Giordania, porta in totale gli stanziamenti annui dichiarati dal Foreign Office per gli aiuti alla popolazione palestinese, «la sicurezza e la ripresa economica» dei Territori a 129 milioni di sterline.

16:32
16:32
Israele: «Tagliamo ogni contatto con l'UNRWA»

Israele interromperà ogni contatto con l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNRWA) e «chiunque agisca per suo conto» a partire dal 30 gennaio: lo ha reso noto l'ambasciatore israeliano all'ONU, ribadendo che l'agenzia avrebbe dovuto lasciare Gerusalemme entro quella data.

«Questa decisione non è stata presa alla leggera, né in fretta. Non è una decisione politica. È una decisione necessaria», ha detto Danny Danon ai giornalisti parlando della decisione di bandire l'Unrwa adottata dal parlamento israeliano lo scorso ottobre. Israele accusa l'agenzia di sostenere la violenza di Hamas a Gaza.

16:23
16:23
Katz: «L'IDF in zona cuscinetto in Siria a tempo indefinito»

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato durante una visita sul versante siriano del monte Hermon che l'IDF rimarrà lì a tempo indeterminato. Lo riporta il Times of Israel.

«Le IDDF rimarranno sulla cima dell'Hermon e nella zona di sicurezza a tempo indeterminato per garantire la sicurezza delle comunità delle alture del Golan e del nord, e di tutti i residenti di Israele», ha detto Katz, riferendosi alla zona cuscinetto sul versante siriano del confine che Israele ha conquistato dopo la caduta del regime di Assad: «Non consentiremo a forze ostili di stabilirsi nella zona di sicurezza nella Siria meridionale».

16:11
16:11
«Il gas da cucina torna a Gaza per la prima volta dal 7 ottobre 2023»

L'ufficio stampa del governo di Gaza - controllata da Hamas - afferma che «una quantità limitata di gas da cucina» entrerà nell'enclave oggi per la prima volta dal 7 ottobre 2023. Lo riporta Al Jazeera.

Secondo la dichiarazione pubblicata su Telegram, 8 kg di gas saranno disponibili per tutti i cittadini di Gaza per l'equivalente di 15 dollari. «Il rifornimento sarà gestito tramite il distributore specificato al momento della registrazione e un messaggio verrà inviato ai telefoni cellulari dei cittadini», ha aggiunto la dichiarazione.

15:38
15:38
IDF: «Continuano le nostre operazioni difensive nel sud Libano»

Le forze israeliane stanno «continuando le operazioni difensive» nel Libano meridionale. Lo ha affermato l'IDF, dopo che negli ultimi giorni sono cresciute le proteste per la continua presenza di truppe israeliane nell'area, mentre i residenti precedentemente sfollati a causa dei combattimenti cercano di tornare alle loro case.

Almeno 26 persone sono state uccise e più di 140 sono rimaste ferite dal fuoco israeliano domenica e lunedì. In una dichiarazione rilanciata dal Guardian, l'IDF ha affermato che le sue forze stavano continuando le operazioni per «rimuovere minacce e infrastrutture terroristiche nel Libano meridionale, in conformità con gli accordi tra Israele e Libano e al fine di preservare i risultati operativi nella regione».

13:28
13:28
«Il valico di Rafah presto sarà del tutto operativo»

Il ministro degli esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha detto che il valico di Rafah, tra l'Egitto e la Striscia di Gaza, tornerà presto ad essere del tutto operativo.

Come riporta il sito Egypt Today, il ministro ha spiegato che "l'Egitto sta fornendo tutte le facilitazioni possibili e gli aiuti stanno entrando attraverso il valico di Karem Abu-Salem (Kerem Shalom). Presto il valico di Rafah inizierà a funzionare, una volta completati i preparativi sul lato palestinese".

"Il lato egiziano è pronto, ma la parte israeliana ha distrutto molte infrastrutture sul lato palestinese del valico", ha ricordato Abdelatty nelle dichiarazioni rese ieri sera all'emittente Al-Qahera News e riportate dal sito.

Il 19 gennaio, in coincidenza con l'inizio della tregua nel conflitto durato 15 mesi fra Israele e Hamas a Gaza, il valico di Rafah era stato riaperto ufficialmente (e con clamore mediatico) sul lato egiziano ma solo per far transitare camion con aiuti verso i valichi di Kerem Shalom e Nitzana (Al-Awja in arabo) controllati da Israele e senza entrare direttamente.

12:01
12:01
Il Cairo smentisce la telefonata tra Trump e al-Sisi

Il Cairo ha smentito che, come invece sostenuto da alcuni media tra cui il «Jerusalem Post», ieri sera ci sia stato un colloquio telefonico tra il presidente americano Donald Trump e Abdel Fattah al-Sisi in cui il capo di Stato egiziano avrebbe mostrato una disponibilità dell'Egitto ad accogliere i palestinesi trasferiti dalla Striscia di Gaza.

Una fonte qualificata egiziana di alto livello ha ricordato che «qualsiasi telefonata del presidente della Repubblica viene annunciata conformemente alla prassi delle comunicazioni tra i capi di Stato».

La fonte, in un messaggio fatto circolare informalmente dall'Ufficio stampa del governo al Cairo, ha invitato «a verificare (le informazioni) con la necessaria accuratezza, soprattutto riguardo a contatti di questo livello e in un momento così delicato per la regione del Medio Oriente, considerando l'importanza particolare che ciò riveste alla luce delle relazioni privilegiate tra i due presidenti».

09:54
09:54
Trump: «Penso che l'Egitto accoglierebbe i palestinesi»

Il presidente americano Donald Trump ha affermato che l'Egitto accetterebbe di accogliere i palestinesi trasferiti dalla Striscia di Gaza, e che glielo avrebbe detto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi durante una conversazione telefonica ieri sera. Lo scrive il «Jerusalem Post», che cita parole dette dal presidente a giornalisti a bordo dell'Air Force One.

Trump ha parlato di Sisi come di un suo amico, scrive il giornale: «l'ho aiutato molto e spero che ci aiuti. Penso che accoglierà i palestinesi da Gaza, e il re di Giordania farà lo stesso».

Egitto e Giordania si oppongono al trasferimento dei residenti di Gaza già evocato da Trump.

09:09
09:09
Trump: «I palestinesi vivrebbero meglio in un posto non violento»

Donald Trump è tornato sulla sua esternazione sul trasferimento dei residenti della Striscia di Gaza in Giordania ed Egitto, affermando che i palestinesi vivrebbero meglio in un luogo «non associato alla violenza».

«Vorrei che andassero in un'area dove possano vivere senza sconvolgimenti, né rivoluzioni e né violenza», ha detto il presidente americano ai giornalisti a bordo dell'Air Force One, secondo quanto scrive il «Times of Israel».

«Quando guardi la Striscia di Gaza, è un inferno da così tanti anni (...). Ci sono state varie civiltà su quella striscia. Non è iniziato ora. È iniziato migliaia di anni fa e c'è sempre stata violenza associata a questo. Potresti far vivere le persone in aree che sono molto più sicure e forse molto migliori e forse molto più comode», ha detto Trump ai cronisti.

Alla domanda se questa posizione significhi che non crede più in una soluzione a due Stati, Trump - scrive il giornale - ha evitato di rispondere direttamente, dicendo che discuterà la questione con il primo ministro Benyamin Netanyahu quando verrà a Washington per incontrarlo «in un futuro non troppo lontano», aggiungendo che una data per l'incontro sarà fissata «molto presto».

Due fonti confidenziali hanno detto ieri al «Times of Israel» che l'ufficio di Netanyahu sta pianificando un viaggio del premier domenica a Washington, dove incontrerà Trump all'inizio della settimana prima di tornare in Israele mercoledì. Il viaggio non è stato ancora finalizzato e dipenderà dalla salute di Netanyahu, che si sta riprendendo dall'operazione alla prostata, hanno detto le fonti.

08:48
08:48
Rilasciato il giornalista filo-palestinese arrestato a Zurigo

Il giornalista americano filo-palestinese arrestato sabato dalla polizia cantonale zurighese sarebbe stato rilasciato. Ieri sera sarebbe stato scortato dalla polizia fino al suo aereo diretto a Istanbul, ha scritto lo stesso 53enne sulla piattaforma online X.

Non è un crimine essere un giornalista e lavorare per la Palestina, ha aggiunto. Ha pubblicato il messaggio sulla piattaforma X da Istanbul.

La polizia cantonale aveva arrestato l'americano sabato. Nei suoi confronti v'era un divieto d'ingresso ordinato dall'Ufficio federale di polizia (Fedpol). Era stato invitato a una conferenza a Zurigo da un comitato pro Palestina.

Interrogata dall'agenzia Keystone-ATS, la polizia aveva confermato ieri le informazioni diffuse media e delle agenzie sull'identità dell'uomo. Sabato aveva riferito del suo arresto.

L'arresto del giornalista americano filo-palestinese in Svizzera aveva sollevato preoccupazioni sull'indebolimento della libertà di espressione in Europa tra gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite, secondo l'agenzia francese AFP.

Irene Khan, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di opinione e di espressione, aveva invitato domenica la Svizzera a proseguire le indagini e a rilasciare l'uomo.

Secondo l'AFP, i relatori speciali delle Nazioni Unite sono esperti indipendenti nominati dal Consiglio per i diritti umani dell'ONU. Non parlano a nome dell'organizzazione mondiale.

06:28
06:28
Il punto alle 6.00

L'esercito israeliano vigila sui palestinesi in viaggio verso nord e fa sapere di aver sparato ieri 'colpi di avvertimento' per allontanare dei 'sospetti' che si avvicinavano alle truppe.

«Nella parte settentrionale di Gaza - scrive l'Idf su Telegram - le truppe hanno identificato un sospettato che rappresentava una minaccia per loro e hanno sparato colpi di avvertimento per allontanarlo. Il sospettato non si è allontanato e, poiché continuava a rappresentare una minaccia per le truppe, sono stati sparati altri colpi per allontanare la minaccia.

Inoltre, nella parte centrale di Gaza, un aereo israeliano ha sparato per allontanare un certo numero di veicoli sospetti che si stavano muovendo verso nord in un'area che non è autorizzata per il passaggio secondo l'accordo e senza ispezione, in violazione dei termini dell'accordo».

Come d'uso da qualche giorno, la nota conclude precisando che le Idf «sono determinate a mantenere pienamente i termini dell'accordo per restituire gli ostaggi» ma « continueranno a prendere tutte le misure necessarie per sventare qualsiasi minaccia immediata per i soldati». Le Idf «invitano gli abitanti di Gaza a seguire i loro annunci e a evitare di avvicinarsi alle truppe dispiegate nella zona».