Il punto

L'incontro in Alaska e l'avvertimento di Kiev: «Non regaleranno la nostra terra all'invasore»

Donald Trump e Vladimir Putin si incontreranno nella regione nordoccidentale statunitense - Secondo il WSJ, il Cremlino avrebbe proposto un cessate il fuoco in cambio del controllo sul Donbass - L'opposizione di Zelensky: «Escluderci dalla decisione non porterà a nulla»
©Mikko Stig
Red. Online
09.08.2025 09:30

Alaska. È qui, in questo territorio che un secolo e mezzo fa apparteneva alla Russia, che il presidente statunitense Donald Trump ospiterà l'omologo del Cremlino Vladimir Putin. L'incontro, che avverrà il 15 agosto, sarà il primo in presenza tra i due dall’inizio del secondo mandato di Trump e il primo tra i leader di Washington e Mosca dall'inizio dell'invasione russa su larga scala dell'Ucraina, avvenuto il 24 febbraio 2022.

Scambio di territori

L’obiettivo dichiarato dell'incontro è, naturalmente, cercare una soluzione alla guerra in Ucraina, con un piano che, secondo più fonti, includerebbe scambi territoriali come base per un accordo di pace. L’iniziativa arriva dopo settimane di contatti diplomatici. Il Wall Street Journal, citando funzionari europei e ucraini, ha riferito che Putin ha presentato all’inviato americano Steve Witkoff una proposta di cessate il fuoco che prevede il ritiro delle forze ucraine dal Donetsk e la concessione alla Russia del pieno controllo di Donetsk, Luhansk e Crimea. Incerti, invece, i confini nelle aree degli oblast di Zaporizhzhia e Kherson, per i quali potrebbe essere proposto un congelamento della linea attuale del fronte o un ritiro russo. Il piano, sempre secondo le stesse fonti, avrebbe due fasi: nella prima, il ritiro ucraino da Donetsk e il congelamento del fronte; nella seconda, un’intesa finale negoziata tra Trump, Putin e successivamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Trump ha dichiarato pubblicamente che un’intesa potrebbe includere “alcuni scambi di territori”, definendo la questione “complicata” ma potenzialmente vantaggiosa per entrambe le parti. Ha aggiunto che “ci sarà qualche scambio di territori a beneficio di entrambi” e che “alcune aree saranno restituite e altre cambiate”.

Incontri

Il Cremlino ha accolto favorevolmente la scelta dell’Alaska, sottolineando che “Russia e Stati Uniti sono vicini di casa” e che per la delegazione russa “sarà sufficiente attraversare lo Stretto di Bering”. Il consigliere Yuri Ushakov ha inoltre dichiarato che, guardando al futuro, Mosca punta a ospitare il prossimo incontro in territorio russo e ha già esteso un invito formale a Trump.

Parallelamente, stando a quanto riferito da Axios, funzionari americani, ucraini ed europei si incontreranno nel Regno Unito per cercare una posizione comune prima del vertice in Alaska. 

Taco?

Intanto, Trump sembra aver seguito anche in campo diplomatico la formula divenuta famigliare nei mercati azionari internazionali: "taco" - Trumps always chickens out (tradotto: Trump si tira sempre indietro). Le paventate sanzioni alla Russia in caso di mancato rispetto della scadenza dell'8 agosto per la fine delle ostilità non sono, infatti, entrate in vigore. Il presidente statunitense, che prima di insediarsi aveva promesso di chiudere la guerra in Ucraina nel suo primo giorno alla Casa Bianca, aveva recentemente minacciato - ad esempio - tariffe secondarie al 100% contro i Paesi che acquistano petrolio russo, come Cina e India.

La reazione ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, da parte sua, si è detto disposto negli scorsi giorni a partecipare a un eventuale vertice trilaterale con Trump e Putin. Già prima delle rivelazioni del WSJ, tuttavia, Kiev aveva ribadito di non voler accettare alcun riconoscimento formale delle annessioni russe o restrizioni sull’adesione ad alleanze internazionali, e di considerare il cessate il fuoco un prerequisito per discutere la questione territoriale.

«Non regaleranno la nostra terra all'occupante», ha scritto su Telegram Volodymyr Zelensky, rispondendo a quanto pubblicato dal giornale americano. «L'Ucraina è pronta a prendere decisioni concrete che possano portare alla pace. Qualsiasi decisione contro di noi, qualsiasi decisione che escluda l'Ucraina, è allo stesso tempo una decisione contro la pace e non porterà a nulla. Sono decisioni morte, non funzioneranno mai. E noi tutti abbiamo bisogno di una pace reale, viva, che le persone rispettino», stando al presidente ucraino.

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