Il personaggio

L'inno alla vita di Mujica

L'ex presidente dell'Uruguay si è spento ieri all'età di 89 anni - Abile oratore, era famoso per i suoi discorsi, chiari ed efficaci, contro la società «usa e getta», abituata all'obsolescenza programmata e assuefatta al consumismo
©DAVID FERNANDEZ
Red. Online
14.05.2025 18:30

«Schivo, umile, franco, modesto, coraggioso». Basta cercare online il suo nome: José «Pepe» Mujica era amato. Presidente dell'Uruguay fra il 2010 e il 2015, si era creato la fama di uomo dallo stile di vita semplice. Alcuni – quasi tutti, a essere sinceri – lo definivano «il presidente più povero del mondo». Ma a lui quel «titolo» non era mai piaciuto. È vero: non portava abiti firmati né possedeva auto di lusso: guidava un maggiolino blu del 1987, si accontentava della sua casa di campagna nei sobborghi di Montevideo e devolveva quasi il 90% del proprio stipendio in beneficenza. Ma in un'intervista del 2012 alla BBC aveva spiegato: «Dicono che sono il presidente più povero. No, non lo sono. Poveri sono quelli che vogliono di più, perché sono in una corsa senza fine».

Bastano queste poche righe per avere un'idea di chi fosse il politico morto ieri all'età di 89 anni per un cancro all'esofago diagnosticatogli nell'aprile del 2024.

Rivoluzionario e prigioniero

Nato il 20 maggio 1935 in una famiglia di modeste condizioni economiche, José Alberto Mujica Cordano (questo il nome per esteso) era famoso per il suo passato da guerrigliero. All'inizio degli anni Sessanta, infatti, Mujica divenne membro del gruppo di sinistra Movimento di Liberazione Nazionale - Tupamaros (MLN-T), che – influenzato dalla rivoluzione cubana – si proponeva quale resistenza clandestina al governo uruguaiano, accusato di essere sempre più autoritario. Nel decennio seguente, MLN-T passò ad azioni violente, tra cui incendi dolosi, sequestri politici e l'assassinio di alcuni agenti di polizia. Fra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, Mujica fu catturato quattro volte: in una di queste occasioni, nel 1970, gli spararono sei volte e rischiò di morire. Evase due volte dal carcere, ma fu ricatturato entrambe le volte e scontò in tutto circa 14 anni di prigione.

Come prigioniero della dittatura militare che prese il potere in Uruguay con un colpo di Stato nel giugno 1973, Mujica fu torturato e trascorse lunghi periodi – la maggior parte del tempo – in confinamento solitario, tra cui due anni in fondo a un pozzo. Un periodo durante il quale «Pepe», come da lui stesso raccontato, sperimentò in prima persona la follia, fra allucinazioni e conversazioni con le formiche. Un periodo, tuttavia, durante il quale maturò anche il suo pensiero filosofico: «Ho speso quasi 10 anni in confinamento solitario, senza un libro», aveva raccontato in un'intervista per il film-documentario Human. «Ciò mi ha dato molto tempo per pensare ed ecco che cosa ho scoperto. O si è felici con poco, liberi da tutto quel bagaglio in più, perché si ha la felicità dentro, o non si arriva da nessuna parte. Non sto sostenendo la povertà. Sostengo la sobrietà».

La carriera politica

Nella prima metà degli anni Ottanta, la crisi affrontata dalla giunta militare propiziò la liberazione di Mujica. Nel pieno di una profonda crisi economica, la dittatura negoziò il ritorno a un governo democratico nel 1985: Mujica e gli altri prigionieri politici furono liberati nel corso dello stesso anno con un'amnistia generale. L'MLN-T, il gruppo del quale faceva parte Mujica, si organizzò allora come partito politico legale, divenendo il Movimento di Partecipazione Popolare (MPP), del quale Mujica divenne una delle voci principali.

Eletto per un mandato (1995-2000) alla Camera dei Rappresentanti, Mujica entrò in Senato nel 2000, divenendone leader nel febbraio 2005, periodo dopo il quale assunse anche il ruolo di ministro dell'Agricoltura per il gabinetto del presidente Tabaré Vásquez (Frente Amplio). Sul successo del governo socialista di Vásquez, Mujica costruì la propria candidatura come successore alla presidenza. Una campagna che, pur negli attacchi per il suo passato da guerrigliero, si concluse con il successo del 2010.

Promotore di una legislazione progressista, Mujica rese l'Uruguay il primo Paese sudamericano a depenalizzare l'aborto fino alla 12. settimana di gravidanza, e il secondo a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Durante il suo mandato, Mujica stabilì una politica attenta ai bisogni della popolazione: il salario minimo aumentò del 250%, mentre l'Uruguay registrò una crescita costante del PIL e del PIL pro capite, sempre mantenendo bassi i tassi di disoccupazione.

L'amore per la vita

Abile oratore, Mujica era famoso per i suoi discorsi, chiari ed efficaci, sui problemi del consumismo. Oppositore di una società «usa e getta», abituata all'obsolescenza programmata, il politico uruguayano dedicò numerosi interventi a un concetto di felicità scisso dalla mera soddisfazione di bisogni 

Nel documentario Human, Mujica aveva spiegato: «Abbiamo inventato una montagna di bisogni superflui. Acquistare il nuovo, scartando il vecchio, è uno spreco della nostra vita. Quando si compra qualcosa, non la si paga con il denaro. La paghi con le ore di vita che hai speso per guadagnare quel denaro. La differenza è che la vita è una cosa che il denaro non può comprare. Ed è pietoso sprecare la propria vita e la propria libertà in questo modo».

Parlando della vita (e della morte), "Pepe" aveva detto: «Sopra ogni cosa, amo la vita. Spero di presentarmi all'ultimo viaggio come chi entra in un bar e dice al barista: «Questo giro lo offro io».