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Il conflitto, dalla zona di confine, si allarga alla capitale siriana - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:54
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Damasco: «È cominciato il ritiro dell'esercito da Sweida»
L'esercito siriano ha cominciato il ritiro dalla città meridionale di Sweida, nel sud del Paese, a maggioranza drusa. Lo ha riferito il ministero della Difesa dopo l'annuncio di un cessate il fuoco per mettere fino ai sanguinosi scontri degli ultimi giorni. «Le forze armate hanno iniziato il ritiro dalla città di Sweida in conformità con i termini dell'accordo raggiunto dopo la conclusione delle operazioni di rastrellamento contro i gruppi fuorilegge», ha dichiarato il ministero di Damasco in una nota, senza menzionare il ritiro di altre forze siriane dispiegate nella città.
22:37
22:37
Trump: «Abbiamo buone notizie su Gaza»
«Abbiamo buone notizie su Gaza»: lo ha detto Donald Trump, senza ulteriori dettagli, durante la cerimonia per la firma della legge contro il traffico di fentanyl.
21:26
21:26
La Siria denuncia nuovi raid israeliani sulla periferia di Damasco
Le autorità siriane hanno annunciato nuovi attacchi israeliani stasera alla periferia di Damasco, dopo che Israele aveva preso di mira stamattina il quartier generale dell'esercito siriano e l'area intorno al palazzo presidenziale, nel cuore della capitale.
Gli attacchi «hanno preso di mira la zona intorno all'aeroporto militare di Mazzeh», un'area «dove si trovano depositi di munizioni», ha riferito all'Afp una fonte del ministero dell'Interno siriano.
20:44
20:44
Gli USA chiedono alla Siria di ritirare le truppe
Gli Stati Uniti chiedono alla Siria «di ritirare le proprie truppe per consentire a tutte le parti la de-escalation.
Lo ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce in una intervista a Fox News, dopo la ripresa degli scontri tra le truppe governative siriane e i combattenti drusi locali nella città meridionale di Sweida, poche ore dopo un accordo di cessate il fuoco.
19:58
19:58
Tre morti e 34 feriti nei raid di Israele a Damasco
Tre persone sono state uccise negli attacchi israeliani a Damasco, secondo quanto riportato dal ministero della Salute siriano. Altre 34 persone sono rimaste ferite, aggiunge il ministero citato dalla Bbc.
18:52
18:52
Mille drusi violano la frontiera da Israele ed entrano in Siria
Il confine tra Israele e la Siria è precipitato nel caos: circa 1.000 drusi residenti in Israele hanno violato la frontiera e decine di drusi siriani hanno cercato di attraversarla nella direzione opposta, mentre il bilancio delle vittime della violenza mortale nella regione drusa di Sweida, nella Siria meridionale, continua a crescere costantemente dopo quattro giorni di scontri. Lo riporta il Times of Israel.
La devastazione al confine si è riflessa a Damasco, quando Israele ha ribadito la sua richiesta al regime siriano di lasciare in pace la comunità drusa di Sweida con una serie di attacchi aerei contro le infrastrutture militari del Paese.
17:34
17:34
Nuovo cessate il fuoco a Sweida
Il Ministero degli Interni siriano ha affermato che un nuovo cessate il fuoco è stato raggiunto a Sweida. Una precedente tregua nella città a maggioranza drusa era stata annunciata ieri, ma era subito saltata.
«È stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco a Sweida e l'istituzione di posti di blocco di sicurezza in città», ha dichiarato una fonte non identificata del Ministero degli Interni in un comunicato diffuso dall'agenzia di stampa statale Sana.
Secondo organizzazioni non governative le violenze a Sweida finora hanno provocato la morte di oltre 300 persone.
L'accordo per un cessate il fuoco a Sweida, che dovrebbe scattare subito, è stato confermato anche dal leader religioso druso Sheikh Yousef Jarbou in un video trasmesso dai media statali.
16:11
16:11
L'IDF: «Colpita l'area del palazzo presidenziale siriano»
L'esercito israeliano afferma di aver colpito un «obiettivo militare» nella zona del palazzo presidenziale siriano.
14:49
14:49
Siria, «i colpi più pesanti sono partiti»
«I colpi più pesanti sono partiti»: lo dice il ministro della Difesa Israel Katz pubblicando un video della televisione siriana che mostra un conduttore sorpreso da un attacco israeliano sullo sfondo nel centro di Damasco, mentre la tv di Stato ha riferito di raid vicino al quartier generale del ministero della Difesa. Un forte esplosione è stata avvertita nella capitale.
Katz in precedenza aveva avvertito il regime di Damasco di pesanti attacchi se le forze del regime non si fossero ritirate da Sweida, una città drusa nel sud. Mentre Benjamin Netanyahu ha poi esortato i drusi israeliani a non attraversare il confine con la Siria ed ha descritto la situazione a Sweida, una città a maggioranza drusa nel sud della Siria, come «molto grave». Gli scontri sono continuati in città anche oggi.
14:35
14:35
«Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 94 palestinesi»
Il ministero della Sanità di Gaza gestito da Hamas afferma che nelle ultime 24 ore 94 palestinesi sono stati uccisi e altri 252 sono rimasti feriti negli attacchi dell'esercito israeliano nella Striscia.
Dall'inizio delle ostilità il 7 ottobre 2023, si legge inoltre in un comunicato stampa pubblicato su Telegram, i morti sono 58'573 ed i feriti sono 139'607.
12:31
12:31
Israele ha colpito il quartier generale dell'esercito siriano a Damasco
L'esercito israeliano ha dichiarato di aver «colpito l'ingresso del quartier generale militare del regime siriano nell'area di Damasco», in Siria.
«Le Forze di difesa israeliane (IDF) continuano a monitorare gli sviluppi e le azioni del regime contro i civili drusi nel sud della Siria - si legge nella nota - nel rispetto delle direttive politiche, le IDF stanno colpendo la zona e rimangono preparate a diversi scenari».
Parallelamente, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa siriana Sana, le IDF hanno colpito con droni Sweida, città a maggioranza drusa nel sud della Siria e dove le forze governative siriane si sono schierate nonostante gli avvertimenti da parte di Tel Aviv.
Un corrispondente dell'agenzia AFP ha assistito a un attacco contro un camion militare all'ingresso occidentale di Sweida, dove le forze governative si erano radunate prima di entrare in città. Ieri, secondo Axios, gli Usa avevano chiesto a Israele di fermare i raid contro le forze militari siriane nel sud del Paese.
11:26
11:26
Venti morti in un punto di distribuzione del cibo nel sud di Gaza
La Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha reso noto che 20 persone sono morte oggi in un punto di distribuzione del cibo nel sud della Striscia, accusando individui armati di aver causato «una calca».
«Secondo le informazioni a nostra disposizione, 19 delle vittime sono state calpestate a morte e un'altra è stata pugnalata a morte in un caotico e pericoloso assembramento causato da agitatori tra la folla», ha dichiarato in un comunicato stampa l'organizzazione privata sostenuta da Stati Uniti e Israele.
Dal canto suo il ministero della sanità di Gaza gestito da Hamas ha affermato che almeno 21 persone sono rimaste uccise oggi, tra cui 15 per soffocamento e per l'uso di gas lacrimogeni sparati contro i palestinesi in cerca di cibo, in uno dei centri di distribuzione della GHF nel sud di Khan Younis.
«Per la prima volta, sono stati registrati dei decessi dovuti al soffocamento e all'intenso affollamento di cittadini nei centri di distribuzione degli aiuti», ha dichiarato il ministero in un comunicato stampa pubblicato su Telegram.
08:49
08:49
IDF: «Completato un nuovo corridoio nel sud della Striscia di Gaza»
L'Esercito israeliano (IDF) ha completato un nuovo corridoio nel sud della Striscia di Gaza, che divide in due Khan Younis, ha annunciato lo stesso IDF su Telegram.
Soprannominato Magen Oz, il corridoio è stato realizzato nelle ultime settimane dalla 36esima Divisione. Un'illustrazione della zona pubblicata dall'IDF mostra che il nuovo percorso, lungo 15 chilometri, si collega al corridoio Morag, che separa Khan Younis da Rafah.
L'Esercito sottolinea che il corridoio Magen Oz è «una parte importante nell'esercitare pressione su Hamas e nello sconfiggere la Brigata Khan Younis».
Durante le operazioni della Divisione a Khan Younis, l'IDF afferma che le truppe hanno ucciso decine di terroristi e distrutto le infrastrutture di Hamas, tra cui tunnel e depositi di armi.
08:41
08:41
«I trafficanti d'armi affiliati agli Houthi vendono armi su X e WhatsApp»
Trafficanti d'armi affiliati ai militanti Houthi in Yemen utilizzano le piattaforme X e WhatsApp per le loro attività, in violazione delle politiche dei social network: è quanto emerge da un rapporto della ONG Tech Transparency Project (TTP) citato dal Guardian.
Gli Houthi, il gruppo di ribelli sostenuti dall'Iran che controlla vaste aree dello Yemen dal 2014, sono considerati un'organizzazione terroristica da Stati Uniti, Canada e altri Paesi.
Secondo il rapporto, questi trafficanti gestiscono apertamente da mesi - e in alcuni casi da anni - la vendita di armi - alcune delle quali di produzione statunitense - su questi social.
Meta e X, ricorda il giornale, stanno allentando le loro politiche di moderazione dei contenuti in un momento in cui - secondo gli esperti - la disinformazione e il traffico illecito sono in aumento.
La TTP ha identificato 130 account X con sede nello Yemen e 67 account commerciali WhatsApp che offrivano in vendita fucili ad alta potenza, lanciagranate e altri equipaggiamenti militari. Molti dei trafficanti d'armi vendevano quelle che sembravano essere armi prodotte negli Stati Uniti, alcune con la scritta «Property of US Govt» (Proprietà del Governo USA), e altre armi occidentali con la scritta «NATO».
Il rapporto non specifica i clienti di questi trafficanti, ma dato il prezzo elevato delle armi, con alcuni fucili venduti a 10'000 dollari (circa 8'000 franchi al cambio attuale), è probabile che gli acquirenti siano altri militanti, commenta il Guardian.
07:21
07:21
Il punto alle 7
Gli Stati Uniti - d'accordo con il Regno Unito, la Francia e la Germania - hanno deciso di fissare alla fine di agosto la scadenza per il raggiungimento di un accordo sul nucleare con l'Iran.
Se entro quella data non sarà raggiunta un'intesa scatteranno sanzioni severe contro l'Iran. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali l'accordo è stato raggiunto dal segretario di Stato americano Marco Rubio insieme ai ministri degli esteri britannico, francese e tedesco.
Le sanzioni saranno attivate in base al meccanismo di «snapback» che riattiverà quelle previste dall'ONU e revocate in base all'accordo del 2015.