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Gli Stati Uniti stanno «monitorando da vicino le minacce alla nostra base in Qatar», riferisce un funzionario della Casa Bianca a Fox News – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:36
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«Trump esorterà Netanyahu a fare la pace»
Donald Trump punta a porre fine alla guerra con l'Iran e intende esortare Benjamin Netanyahu a fare lo stesso. Lo riferisce Axios, citando un alto funzionario della Casa Bianca sottolineando che il presidente vuole «un accordo e non altre guerre».
23:00
23:00
Guterres allarmato da nuova escalation in Medio Oriente
Il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, è «profondamente allarmato dall'ulteriore escalation del conflitto in Medio Oriente». «Fin dall'inizio della crisi - si legge in una nota del portavoce - Guterres ha ripetutamente condannato qualsiasi escalation militare in questo conflitto, incluso l'attacco odierno dell'Iran al territorio del Qatar. Ribadisce inoltre il suo appello a tutte le parti a cessare i combattimenti». Il segretario generale «esorta tutti gli Stati membri a rispettare i propri obblighi ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e delle altre norme di diritto internazionale».
22:58
22:58
«Israele crede di poter concludere presto l'operazione in Iran»
Funzionari israeliani citati dalla Cnn ritengono che le operazioni militari in Iran potrebbero presto concludersi. Lo Stato ebraico ritiene infatti di poter raggiungere i suoi obiettivi militari rimanenti in Iran nei prossimi giorni, il che potrebbe portare a un cessate il fuoco, ha dichiarato un funzionario israeliano all'emittente.
Secondo il funzionario, gli attacchi contro gli obiettivi individuati dall'intelligence sono prossimi al completamento. Ieri, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato domenica che Israele è «molto, molto vicino al completamento» dei suoi obiettivi militari in Iran e ha chiarito di non voler essere trascinato in una guerra di logoramento con l'Iran.
22:42
22:42
L'Algeria condanna «violazioni inaccettabili» contro il Qatar
L'Algeria, membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ha espresso il proprio «profondo rammarico e viva preoccupazione» per il livello di escalation raggiunto in Medio Oriente, a seguito delle «violazioni della sovranità del Qatar e della sacralità del suo territorio», in riferimento all'attacco iraniano contro la base statunitense di Al Udeid, nei pressi di Doha. Lo rende noto il ministero degli Esteri algerino in un comunicato.
Algeri ha definito tali atti come «violazioni gravi e inaccettabili», ribadendo «la piena solidarietà e il sostegno dell'Algeria al Qatar fratello per affrontare e superare questa prova».
Alla luce di una crisi che «non mostra alcun segno di attenuazione», Algeri ha rivolto un appello urgente a tutti gli attori interessati alla sicurezza e stabilità della regione, affinché si mobilitino «per sventare i piani criminali e distruttivi che mirano a imporre un'egemonia assoluta sui popoli e gli Stati della regione».
Secondo la dichiarazione, «questa volontà egemonica non viene più nascosta, ma apertamente rivendicata senza timore di alcuna responsabilità, giudizio o sanzione».
22:42
22:42
L'ambasciata USA in Qatar revoca l'ordine di restare in casa
L'ambasciata USA in Qatar ha revocato l'ordine di restare chiusi in casa per i cittadini americani dopo l'attacco all'Iran. Lo riportano i media americani. La decisione indica che gli Stati Uniti ritengono che la rappresaglia iraniana sia terminata per il momento. L'ambasciata dichiara, inoltre, sul suo sito che riaprirà domani.
22:21
22:21
«Trump non risponderà all'attacco dell'Iran»
Donald Trump non prevede rispondere con un altro intervento militare contro l'Iran dopo il suo attacco «fallito» contro una base americana in Qatar. Lo ha dichiarato un funzionario militare al New York Post.
«Finché le cose resteranno così, Trump non ha intenzione di reagire alla 'fallita rappresaglia'», ha affermato la fonte, suggerendo che le tensioni in Medio Oriente dovrebbero attenuarsi.
22:10
22:10
Trump: «Grazie al Qatar per gli sforzi per la pace nella regione»
«Desidero ringraziare l'Emiro del Qatar per tutto ciò che ha fatto per la pace nella regione». Lo scrive Donald Trump su Truth. «Riguardo all'attacco di oggi alla base americana in Qatar, sono lieto di annunciare che, oltre a non aver ucciso o ferito alcun americano, non ci sono stati nemmeno qatarioti uccisi o feriti», ha aggiunto il presidente americano.
22:08
22:08
Trump: «Congratulazioni mondo, è tempo di pace»
«Congratulazioni mondo, è tempo di pace!» Così Donald Trump su Truth.
22:02
22:02
Volo Swiss per Dubai deviato verso Antalya
La compagnia aerea Swiss ha deviato questa sera il suo volo LX 242 da Zurigo a Dubai, verso Antalya, in Turchia, come misura precauzionale. A bordo ci sono 206 passeggeri e 13 membri dell'equipaggio.
Il motivo è l'attuale situazione nella regione. Di conseguenza, anche il volo di ritorno LX 243 da Dubai a Zurigo è stato cancellato, ha reso noto in serata la compagnia aerea.
I passeggeri e l'equipaggio saranno alloggiati in un hotel di Antalya fino a quando l'equipaggio non si sarà riposato a sufficienza e potrà proseguire il volo per Zurigo martedì.
Il dirottamento su Antalya è una misura puramente precauzionale in attesa che Swiss possa analizzare a fondo la situazione. I voli Swiss da Zurigo a Bangkok, Hong Kong e Singapore di lunedì vengono fatti passare sopra l'Asia centrale e possono essere effettuati come previsto.
La casa madre Lufthansa e Swiss dichiarano di continuare a monitorare da vicino la situazione nella regione in stretto coordinamento con tutte le autorità aeronautiche competenti, come l'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea (EASA). Se necessario, il programma dei voli sarà modificato con breve preavviso.
21:51
21:51
Al Udeid, la più grande base USA in Medio Oriente
Quella presa di mira in Qatar dai missili iraniani è la più grande base statunitense dell'area mediorientale: Al Udeid. Si tratta della sede dell'Us Central Commad e ospita oltre 10mila soldati.
Costruita nel 1996 con un costo di oltre 1 miliardo di dollari, da allora è stata ampliata e potenziata per ospitare personale e mezzi militari e viene utilizzata anche per l'addestramento dei soldati.
Al Udeid, a 45 chilometri a sud est di Doha, accoglie oltre 100 velivoli, tra cui bombardieri strategici, petroliere e mezzi di sorveglianza. Con le sue lunghe piste di atterraggio che consentono un rapido dispiegamento, ha svolto un ruolo fondamentale nelle operazioni antiterrorismo, nelle campagne aeree in Iraq e Afghanistan e nelle missioni umanitarie, compresa l'evacuazione di Kabul nell'agosto di quattro anni fa.
Gli Stati Uniti hanno utilizzato per la prima volta la base, allora segreta, alla fine di settembre 2001, quando l'aeronautica militare statunitense (USAF) aveva bisogno di posizionare gli aerei per le sue operazioni in Afghanistan.
Del resto la sua posizione strategica nel Golfo Persico la rende un importante hub per le operazioni militari nella regione.
Oltre al Comando Centrale americano, ospita anche forze alleate, come la Qatar Emiri Air Force e la britannica Royal Air Force (RAF) mentre, nel passato, è stata sede anche di altri contingenti alleati, tra cui le forze aeronautiche australiane.
Nel complesso in tutta la regione le basi permanenti degli Stati Uniti si trovano complessivamente in sette Paesi e sono tra i 40 e 50 mila i militari statunitensi presenti in Medio Oriente. La Quinta Flotta statunitense si trova in Bahrein e ha 28.000 militari in Kuwait Bahrein e Qatar.
Al Udeid e altre strutture in Qatar servono come centri logistici, di comando e di base per l'area di operazioni del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) e supervisionano le operazioni aeree statunitensi nella regione.
21:50
21:50
Iran: «Missili contro gli USA, non contro il fraterno amico Qatar»
Il Consiglio di Sicurezza dell'Iran ha dichiarato oggi che «le forze armate iraniane hanno sferrato attacchi contro la base statunitense in Qatar in rappresaglia per l'aggressivo e insolente attacco statunitense ai nostri siti nucleari».
«La base statunitense è lontana dalle aree urbane e residenziali del Qatar», ha affermato, aggiungendo che «l'azione non ha messo in pericolo il fraterno e amichevole Paese del Qatar e il suo nobile popolo, e l'Iran è ancora impegnato a preservare e proseguire i calorosi e storici legami con il Qatar».
«Il numero di missili utilizzati dall'Iran nel suo attacco è stato lo stesso delle bombe utilizzate dagli americani nel loro attacco ai nostri impianti nucleari», si legge infine nella dichiarazione.
21:49
21:49
Trump contro i media USA: «I siti iraniani sono stati distrutti»
«I siti che abbiamo colpito in Iran sono stati completamente distrutti, e tutti lo sanno. Solo le fake news dicono qualcosa di diverso per cercare di umiliarci, il più possibile - e persino loro dicono che sono stati 'praticamente distrutti!'».
Lo ha detto Donald Trump attaccando Cnn, Abc news e Nbc news,«lo stupido Brian L. Roberts, presidente del 'Con'cast, Jonny Karl di Abc Fake News, e sempre, i perdenti di, ancora una volta, Concast di Nbc Fake News». «I loro ascolti sono al minimo storico, zero credibilità!», ha incalzato il presidente.
21:48
21:48
Iran: «Messaggio chiaro agli USA, nessun attacco senza risposta»
Con l'attacco alla base USA in Qatar «il messaggio delle forze armate iraniane alla Casa Bianca e ai suoi alleati è chiaro: l'Iran non lascerà che alcuna aggressione alla sua sovranità, integrità territoriale e sicurezza nazionale resti senza risposta». Lo dichiarano le Guardie Rivoluzionarie in una nota.
«Avvertiamo che il tempo del mordi e fuggi è passato e che il ripetersi di qualsiasi malefatta porterà al crollo dei pilastri militari USA nella regione, alla sua umiliante fuga dall'Asia occidentale e alla materializzazione della causa delle nazioni islamiche, che sta spazzando via il tumore canceroso del sionismo», si legge.
Non risultano né vittime né feriti dall'attacco dell'Iran contro una base americana in Qatar. Lo riferisce un funzionario USA.
20:00
20:00
NYT: «Gli USA erano a conoscenza dell'attacco dell'Iran in Qatar»
Un alto funzionario della Casa Bianca ha confermato che gli Stati Uniti erano a conoscenza di un potenziale attacco dell'Iran contro la base aerea di Al Udeid in Qatar. Lo riferisce il New York Times.
19:59
19:59
L'attacco dell'Iran alle basi USA si chiama «Benedizione della Vittoria»
L'operazione missilistica iraniana contro le basi americane che la tv di Stato iraniana ha definito «potente» è stata chiamata 'Benedizione della Vittoria', riferisce l'agenzia di stampa ufficiale Irna.
19:44
19:44
TV Iran: «Tre missili hanno colpito la base USA in Qatar»
Almeno tre missili iraniani hanno colpito la base statunitense di Al Udeid in Qatar. Lo sostiene la Tv di Stato iraniana citata dalla Tass.
19:35
19:35
Qatar: «Nessun morto e nessun ferito per l'attacco iraniano»
Il Qatar ha riferito che l'attacco iraniano è stato intercettato e che non ci sono né morti né feriti. Lo rende noto la CNN.
19:17
19:17
Qatar: «Intercettati con successo i missili iraniani»
«Le difese aeree del Qatar hanno sventato l'attacco e intercettato con successo i missili iraniani». Lo riferisce su X il portavoce del ministero degli Esteri qatarino, Majed Al Ansari, aggiungendo «la ferma condanna dello Stato del Qatar per l'attacco alla base aerea di Al Udeid da parte del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane».
La base, aggiunge il portavoce, «era stata evacuata in precedenza in conformità con le misure di sicurezza e precauzionali approvate».
19:09
19:09
L'Iran conferma: «Attaccata la base USA in Qatar»
L'Iran ha iniziato l'operazione di rappresaglia contro la base americana di Al Udeid alle porte di Doha, in Qatar. Lo conferma la tv di Stato iraniana citata dalla Tass.
Gli Stati Uniti stanno «monitorando da vicino le minacce alla nostra base in Qatar». Lo riferisce un funzionario della Casa Bianca a Fox News.
I missili iraniani lanciati verso le basi americane in Qatar sono 10. Lo riporta Barak Ravid, giornalista di Axios su X citando fonti israeliane. In precedenza Ravid aveva riportato il lancio di sei missili.
Nei giorni scorsi, come risulta da varie immagini satellitari, decine di aerei da guerra americani sono spariti dalla base aerea di Al Udeid, alle porte di Doha, in Qatar, il quartier generale avanzato del Comando Centrale dell'esercito statunitense. Di solito, la base è piena di aerei da trasporto, jet da combattimento e droni. Si tratterebbe di una mossa per evitare che gli aerei siano distrutti in caso di attacco, come avvenuto oggi, in una regione dove gli Usa hanno 40 mila soldati.
18:56
18:56
«Forti esplosioni sentite a Doha, un missile anche verso l'Iraq»
Forti esplosioni sono sentite a Doha, in Qatar. Lo riporta Reuters.
Axios riferisce inoltre, citando un funzionario israeliano, che l'Iran ha lanciato un missile anche verso una base americana in Iraq. Alla base americana di Ain al-Asad, in Iraq, è stato attivato il sistema di difesa aerea, riporta Reuters citando fonti militari.
18:54
18:54
«Colpi di mortaio su una base USA in Siria»
Una base statunitense in Siria sarebbe stata attaccata con colpi di mortaio, secondo quanto riferisce l'agenzia iraniana Mehr citando fonti informate. Le stesse fonti riferiscono che si tratta di una base in un'area nella provincia occidentale di Hasakah. In seguito all'attacco sono state adottate rigide misure di sicurezza all'ingresso principale.
18:49
18:49
«L'Iran lancia sei missili contro la base USA in Qatar»
La tv USA Fox riporta, citando fonti, della minaccia di un attacco «imminente» alla base americana in Qatar.
Secondo quanto riferisce Barak Ravi, il corrispondente da Washington di Axios, l'Iran ha lanciato sei missili verso le basi americane in Qatar.
L'attacco iraniano era previsto alle 13 ora locale (le 19 in Svizzera), cioè proprio quando Donald Trump riunisce il consiglio di sicurezza nello Studio Ovale.
18:37
18:37
I cristiani in Medio Oriente, «ora più a rischio»
Una folla di persone è tornata oggi pomeriggio nella chiesa di Sant'Elia a Damasco, insieme al Patriarca Yohanna, per pregare per le vittime dell'attentato di ieri.
Già sono definiti «martiri» i fedeli che hanno trovato la morte durante la preghiera domenicale. Il Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia, al quale appartiene la chiesa colpita in Siria, condanna fermamente «questo atto atroce, questo efferato crimine» e invita «le autorità competenti ad assumersi la piena responsabilità della sacralità dei templi e della protezione dei cittadini».
Tante le condanne che arrivano dalle altre chiese cristiane ma anche dalle autorità civili. Ma è un dato di fatto che la minoranza dei cristiani che vive in Medio Oriente, non solo in Siria, da ieri è ritornata a vivere l'incubo degli attentati dei fondamentalisti. Una conseguenza indiretta delle tensioni che si vivono in tutta la regione.
Il cardinale di Teheran, Dominique Joseph Mathieu, lo dice chiaramente: la «surreale» escalation di «attacchi e contrattacchi» fa «temere il peggio». Mathieu critica il fatto che tutto sia diventato «giustificabile, come ottenere la pace con la guerra». Racconta di una «quotidianità stravolta» in Iran non solo per i pochi cristiani presenti ma per tutta la popolazione.
Dalla Terra Santa arriva la condanna, al massacro nella chiesa di Damasco, dall'assemblea degli Ordinari Cattolici: «Condanniamo fermamente questo atto barbaro e respingiamo le ideologie che cercano di giustificare la violenza in nome della religione».
Anche il Libano è scosso da quanto accaduto: il Patriarca maronita, il card. Bechara Boutros Rai, in un messaggio di cordoglio, esorta a «pregare e a lavorare per dare priorità al linguaggio dell'amore, del dialogo e del rispetto per l'altro, per stabilire una pace giusta e globale non solo in Siria, ma in tutti i Paesi della regione». Questi ultimi, aggiunge, «stanno assistendo a tempi molto difficili che minacciano di cancellare le loro civiltà e culture e il loro antico patrimonio storico, caratterizzato dal pluralismo, dalla diversità e dalla convivenza fraterna tra diverse religioni e etnie».
La preoccupazione per la sorte dei cristiani in Medio Oriente arriva anche dai vescovi tedeschi: «Gli omicidi trasmettono il messaggio che i cristiani siriani sono in pericolo di vita e di incolumità fisica. Chi detiene il potere a Damasco oggi è quindi ancor più chiamato a sostenere i cristiani e tutte le minoranze minacciate e ad opporsi con fermezza a tutti coloro che cercano di omologare la popolazione attraverso la violenza».
18:25
18:25
«Minaccia di attacco imminente alla base USA in Qatar»
La tv USA Fox riporta, citando fonti, della minaccia di un attacco «imminente» alla base americana in Qatar.
18:23
18:23
Araghchi al Cremlino, ma Putin non si sbilancia
Vladimir Putin ha discusso «principalmente» le possibilità di una soluzione negoziata al conflitto tra Iran e Israele ricevendo al Cremlino il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.
Mosca quindi, secondo quanto riferito dalla presidenza russa, continua a puntare ad una possibile mediazione, anche se lascia aperta la porta alla possibilità di altri tipi di aiuto in base alle «necessità» di Teheran. Ma fa capire di non volere arrecare danni al dialogo con gli Usa, ripreso dopo l'arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump. Mettendo comunque in chiaro che nessuno deve imporre un cambio di regime a Teheran.
Ricevendo il capo della diplomazia di Teheran, Putin ha condannato gli attacchi israeliani e americani all'Iran definendoli «un'aggressione non provocata e ingiustificata». Una posizione già espressa dal ministero degli Esteri di Mosca subito dopo i raid americani nella notte tra sabato e domenica.
«Le azioni aggressive di Israele e degli Stati Uniti sono completamente illegittime e violano leggi e norme internazionali», gli ha fatto eco Araghchi, aggiungendo che con la sua risposta militare la Repubblica islamica sta «difendendo la sua sovranità e il Paese, e questa difesa è legittima». Ma Mosca guarda con cautela alle possibili reazioni di Washington.
L'attacco degli Usa all'Iran non avrà un impatto sul dialogo tra la Russia e l'Iran, perché «si tratta di processi indipendenti», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Mentre il consigliere presidenziale per la politica estera, Yuri Ushakov, ha tenuto a sottolineare che «i contatti con gli americani sono in corso, anche sull'Iran». Putin e Trump, ha aggiunto Peskov, «hanno un accordo che permette loro di chiamarsi a qualsiasi ora del giorno o della notte» se fosse necessario.
La Russia «sta facendo sforzi per sostenere il popolo iraniano», ha assicurato Putin. Un aiuto che, ha sottolineato Peskov, si concretizza soprattutto nella proposta di mediazione di Mosca, peraltro accolta con freddezza dalla Ue e dagli Usa. Il portavoce di Putin ha tuttavia insistito su questo aspetto, riferendo che il presidente russo e Araghchi nel loro incontro odierno hanno discusso «diverse questioni, principalmente nel contesto delle possibili prospettive di una risoluzione pacifica» del conflitto.
Tuttavia, prima del colloquio, lo stesso Peskov non aveva escluso altri tipi di assistenza. In particolare, rispondendo alla domanda se Mosca possa fornire assistenza militare a Teheran, compresi sistemi di difesa aerea S-300 e S-400, il portavoce ha risposto che «tutto dipenderà da quello di cui l'Iran ha bisogno al momento». Da parte sua, Araghchi ha definito «molto buono» il colloquio con Putin, sottolineando di aver discusso con lui «in dettaglio gli ultimi sviluppi» del conflitto in Medio Oriente.
Quanto alle ipotesi ventilate di un'azione israeliana o americana per rovesciare il regime a Teheran, o di un'uccisione della Guida Ali Khamenei, il Cremlino è stato chiaro: «Crediamo che solo il popolo di un Paese abbia il diritto di decidere il destino della leadership di quel Paese, ma in nessun caso Paesi terzi o la leadership di Paesi terzi dovrebbero farlo», ha affermato Peskov. Mentre Putin ha chiesto ad Araghchi di portare i suoi «migliori auguri» a Khamenei.
Il presidente russo ha discusso del conflitto in Medio Oriente anche in un colloquio telefonico con il primo ministro iracheno Mohammed al-Sudani, con il quale, ha riferito il Cremlino, ha condiviso le preoccupazioni per le possibili «conseguenze estremamente pericolose e imprevedibili per la stabilità della regione e per l'intero sistema di sicurezza globale». Oltre che per «i rischi emergenti per i mercati energetici globali».
18:05
18:05
Jovanotti: «Il popolo in Iran merita la pace e un futuro di libertà»
«Stamattina il cellulare mi ha messo in evidenza queste foto di quando ho attraversato l'Iran in bicicletta. Entrai da nord, dal confine con l'Armenia e percorsi il paese attraverso Tabriz fino a Isfahan poi indietro passando da Qom arrivai a Teheran dove bighellonai per una settimana. Una ventina di giorni, 3000 km lungo le strade dell'antica Persia. Trovai un paese sorprendente, pieno di contraddizioni, tra modernità e storia, povertà e risorse. Oggi il nome di quelle città è in tutte le news e mi tornano in mente dettagli insignificanti in senso geopolitico ma preziosi nella mia memoria di viaggiatore». Jovanotti su Facebook pubblica le foto di un'Iran di qualche anno fa.
«A Isfahan arrivai un pomeriggio dopo 200 km di deserto di pietre e vento - scrive in un lungo post -, trovai un posto dove dormire vicino a quella che pensai fosse la piazza più bella che avessi mai visto, faceva a gara con piazza del campo a Siena, piazza san Marco a Venezia, piazza navona a Roma, ma il fatto che fossi l'unico forestiero in quel momento mi convinse che era tutto speciale.
In quella piazza passai ore bellissime, dell'Iran continuava a colpirmi la gentilezza della gente, l'ospitalità come valore sacro che verificavo di persona, l'età media molto giovane delle gente che vedevo in giro, la disponibilità a fare due chiacchiere davanti a un tè zuccheratissimo in un inglese stentato ma pieno di voglia di capirsi.
Notavo che ogni volta che la mia curiosità e le mie domande toccavano la politica del loro paese calava un silenzio imbarazzato, giri di parole, come quando si parla di una malattia pericolosa di cui non è chiara la cura, in bilico tra speranza e rassegnazione. I giovani di questo Paese, pensai, non ne possono più, non me lo dicono perché hanno paura a parlane, non sanno chi sono e nonostante spieghi che sono un italiano in bicicletta appena si entra nell'attualità del loro Paese si ritraggono ma vorrebbero parlare, gridare, piangere».
Jovanotti spiega che «in questi giorni leggo i nomi di quelle città e mi tornano in mente cose, soprattutto momenti bellissimi in quella terra antica e favolosa intrisa di una storia tra le più ricche del mondo. Uno dei luoghi dove la poesia è importante come l'acqua e come la vita. Ricordo un parco a Teheran dove passeggiando incontrai un monumento a Dante, al nostro Dante, per dire. Quella gente merita la pace e un futuro di libertà, come tutta la gente del mondo, intendo la gente che vive studia lavora ama e spera, come tutti noi».
18:03
18:03
Reza Pahlavi: «È l'ora del nostro muro di Berlino»
«È l'ora del nostro muro di Berlino»: da Parigi il principe ereditario Reza Pahlavi, leader dell'opposizione iraniana in esilio nonché figlio maggiore dell'ultimo scià dell'Iran, scommette sul crollo del regime degli ayatollah e in un avvenire laico e democratico per Teheran.
«Rapporti attendibili indicano che la famiglia di Khamenei e le famiglie di alti funzionari del regime si stanno preparando a fuggire dall'Iran. Il regime è allo stremo, oggi è più chiaro che mai che la Repubblica islamica sta crollando», sostiene in un video pubblicato sui social e ripreso dai media di tutto il mondo.
«Questo - aggiunge il sessantaquattrenne che in conferenza stampa si dice pronto a rientrare in Iran per guidare la transizione democratica - è il nostro momento del muro di Berlino, ma come tutti i momenti di grande cambiamento è pieno di pericoli. Siamo a un bivio. Una strada porta a spargimenti di sangue e caos, l'altra a una transizione democratica».
Quindi l'appello alla Guida suprema a gettare la spugna. «Ho un messaggio diretto per Ali Khamenei: dimettiti e se lo farai, avrai un processo equo, molto più di quello che tu abbia mai concesso ad un qualsiasi cittadino iraniano».
Intervistato da Bfm tv, una delle principali all news di Francia, Pahlavi ritiene che l'attuale situazione in Iran sia «un'opportunità» per il popolo iraniano di condurre una «sollevazione finale», eliminando una volta per tutte la Repubblica islamica al potere dal 1979. Per lui, oggi più che mai, «l'eliminazione totale di questo regime teocratico è la sola opzione possibile».
«Finché è al potere - avverte - nessun Paese, nessun popolo è al sicuro, sia esso a Washington, Parigi o Gerusalemme». Il figlio dello scià si spinge fino ad invocare la «diserzione» dei Guardiani della rivoluzione. «Ora che la nave sta affondando - dice - la porta è sempre aperta a chi vuole partecipare all'avvenire» dell'Iran dopo il regime«, fatta eccezione per chi ha »le mani sporche di sangue«.
E ancora: »Penso che nell'ottica di una riconciliazione nazionale, soprattutto per non fare come in Iraq, prepariamo un massimo di inclusività possibile sia nel quadro militare e paramilitare ma anche civile«. A suo avviso un »elemento chiave« per l'avvenire democratico del Paese. Formatosi negli Usa come pilota da caccia, dall'inglese e francese impeccabili, Pahlavi sostiene un Iran alleato del mondo occidentale e dell'Unione europea.
17:58
17:58
Il Qatar chiude lo spazio aereo per sicurezza
Il Qatar chiude lo spazio aereo «al fine di garantire la sicurezza di cittadini, residenti e visitatori». Lo rende noto il ministero degli Esteri di Doha in una nota, aggiungendo che «questa disposizione fa parte di una serie di misure precauzionali adottate in base agli sviluppi nella regione».
In Qatar c'è la più grande base degli Stati Uniti della regione, quella di Al Udeid, che ospita più di 10.000 soldati ed è la sede del Us Central Command.
Il ministero qatarino afferma che «le autorità stanno monitorando attentamente e costantemente la situazione, valutando gli sviluppi in coordinamento con i partner regionali e internazionali e forniranno tempestivamente al pubblico informazioni aggiornate attraverso i canali ufficiali».
Nella nota, Doha ribadisce inoltre che «la sicurezza di tutti gli individui nello Stato del Qatar rimane una priorità assoluta».
17:48
17:48
Trump attacca Medvedev: «Non usi la parola nucleare a caso»
«L'ex presidente russo Medvedev ha usato veramente la 'parola con la N' (nucleare!), affermando che lui e altri Paesi avrebbero fornito testate nucleari all'Iran? L'ha detto davvero o è solo frutto della mia immaginazione? Se l'ha detto davvero, e se confermato, per favore fatemelo sapere immediatamente». Lo scrive Donald Trump su Truth.
«La 'parola con la N' non dovrebbe essere presa con tanta superficialità. Immagino sia per questo che Putin è 'il capo',» ha aggiunto. Ieri Medvedev aveva sostenuto che gli attacchi americani hanno inflitto «danni minimi o nulli» e che l'Iran «proseguirà con la produzione di armi nucleari».
17:36
17:36
Idf: «Oltre 500 missili dall'Iran su aree civili, 15mila evacuati»
L'Iran ha lanciato oltre 500 missili e più di 1.000 droni contro obiettivi civili in Israele, provocando l'evacuazione di oltre 15.000 persone dalle proprie abitazioni. Lo riferisce l'esercito israeliano (Idf), che aggiorna il bilancio dell'operazione Rising Lion.
Finora sono stati registrati 24 civili uccisi e 1.361 feriti: 14 in gravi condizioni, 55 in condizioni moderate e 1.292 con ferite lievi.
17:21
17:21
Francia: «I detenuti francesi a Evin non colpiti dai raid israeliani»
La Francia ritiene ''inaccettabile'' il raid israeliano contro il carcere di Evin, in Iran, dov'è detenuta una coppia di francesi, Cécile Kohler e Jacques Paris, per i quali Parigi invoca la liberazione immediata. In un messaggio pubblicato su X, il ministro francese degli Esteri, Jean-Noel Barrot, precisa che «Cécile e Jacques non sarebbero stati colpiti dai danni causati sul posto''. Barrot riferisce inoltre di aver chiesto ''notizie nonché la liberazione immediata» (dei due francesi) al suo omologo iraniano.
17:20
17:20
Le voci da Evin, fra bombe e spiragli di fuga
Il fumo, il fuoco, i boati delle esplosioni: un inferno per sperare di poter scappare dall'inferno. È il racconto delle voci dall'oltre tomba dal famigerato carcere di Evin, preso di mira oggi dai raid israeliani alla periferia di Teheran: almeno di quello che filtra attraverso alcuni canali dell'opposizione iraniana all'estero, con il racconto in presa diretta attribuito a qualche detenuto o a loro familiari.
Il racconto di un attacco che Israele sbandiera come un colpo simbolico «alla repressione»: assestato contro una prigione affollata - fra gli altri - di dissidenti, nemici vari della Repubblica Islamica e stranieri, oltre che contro altre strutture degli apparati polizieschi del Paese, sullo sfondo di una guerra che diventa anche psicologica e prova a corteggiare (con esiti dubbi) i sentimenti di chi è contrario al potere degli ayatollah. Ma che, se non altro, sembra aver offerto - a qualcuno - uno spiraglio di fuga.
È il caso del giornalista-dissidente Reza Valizadeh, stando a quanto fatto trapelare da suo fratello sul sito Iran International, con base a Londra. Prigioniero da tempo dietro le sbarre di Evin, Valizadeh ha approfittato del caos per cercare di dileguarsi e mettersi in contatto con la famiglia, a quanto pare. Ha raccontato, nelle parole del fratello, di un bombardamento così potente da far tremare le tetre mura del carcere, oltre a «sfondare il tetto della palestra» interna.
Un bombardamento mirato a far saltare gli ingressi, sostengono i ministri di Benyamin Netanyahu. E che, fa eco Valizadeh, avrebbe in effetti «danneggiato i cancelli dei settori 7 e 8»: breccia tramite cui alcuni detenuti risultano aver poi tentato di uscire, «spegnendo le fiamme che si levavano».
Come sia andata a finire resta incerto, visto che l'area sembra essere stata rapidamente «circondata» da rinforzi delle unità speciali iraniane mentre si sentiva ancora il rombo dei jet israeliani nei cieli di Teheran, come sottolineato dallo stesso fratello del giornalista. E mentre altri familiari di reclusi provavano disperatamente ad avvicinarsi in cerca di notizie, a dispetto dell'annuncio delle autorità di aver ripreso «il controllo della situazione».
Un'angoscia condivisa da chi è lontano. E che, in alcuni casi, si trasforma in denuncia esplicita del raid israeliano, nel timore finisca per essere solo una strumentalizzazione propagandistica potenzialmente controproducente per il destino di tanti di coloro che per ora a Evin restano rinchiusi: fra accuse più o meno labili e denunce di torture. L'attacco aereo al carcere a colpi di bombe è stato «completamente irresponsabile», accusa ad esempio da Parigi Noémie Kohler, sorella di Cécile Kohler, una cittadina francese detenuta da più di 3 anni in Iran - in quel penitenziario sinistro - con il compagno Jacques Paris.
«Non abbiamo notizie, non sappiamo se sono ancora vivi, siamo nel panico», protesta Kohler, lanciando un appello all'amministrazione di Emmanuel Macron a «condannare questi bombardamenti sconsiderati».
17:14
17:14
«Quasi 1000 morti in Iran sotto i raid israeliani»
Sale a 950 morti (quasi il doppio di quelli indicati dalle cifre ufficiali) e 3450 feriti il bilancio delle vittime degli attacchi condotti in Iran da Israele dal 14 giugno ad oggi, secondo le stime aggiornate di Human Rights Activists News Agency (Hrana), organizzazione non governativa indipendente iraniana che si occupa di diritti umani. Lo si legge sul suo sito.
L'Ong calcola che in maggioranza si tratti di civili. La stessa fonte denuncia inoltre un numero di 640 arresti sul fronte interno in questi 10 giorni, sullo sfondo della stretta delle autorità di Teheran contro le proteste e i sospetti di spionaggio e collaborazionismo.
17:12
17:12
Lagarde: «La chiusura di Hormuz avrebbe conseguenze sull'inflazione»
«Non c'è dubbio che certamente nel breve termine, se questo rischio si materializzasse, ci sarebbero conseguenze inflazionistiche». Lo ha detto in merito all'ipotesi di un blocco dello stretto di Hormuz la presidente della Bce Christine Lagarde in audizione al parlamento europeo. «Nel medio-lungo termine, è difficile da valutare» l'effetto, ha spiegato.
«Affronterò la questione da un punto di vista puramente economico. Le potenziali conseguenze, sia economiche che finanziarie, di qualsiasi conflitto rappresentano una minaccia per una crescita stabile ed equilibrata e per il giusto equilibrio che è propizio per gli investitori per investire e per i consumatori per consumare», ha segnalato Lagarde. «Di certo non mancano conflitti di questo tipo al momento. Ciò che è piuttosto spaventoso è che sembra che un conflitto prevalga sull'altro», facendo dimenticare di quello precedente.
«Da un punto di vista economico è ovvio che l'attuale conflitto più recente, a causa delle parti coinvolte e della geografia, potrebbe effettivamente creare una situazione in cui una parte significativa del petrolio e del gas che transitano attraverso lo Stretto di Hormuz potrebbe essere compromesso - ha affermato Lagarde. Se così fosse, avrebbe certamente un impatto sul prezzo del petrolio e del gas, che di per sé, pur essendo uno shock dell'offerta, potrebbe essere tale e di tale intensità e durata da innescare effetti secondari e applicarsi su una base molto più ampia del semplice flusso dei prezzi dell'energia».
«Quindi questo è motivo di preoccupazione, ed è un punto che dobbiamo monitorare con molta attenzione - ha segnalato Lagarde -. Dobbiamo sperare che le parti possano sedersi di nuovo al tavolo e negoziare, e auspicabilmente arrivare a un accordo transattivo».
«Sono lieta che ci troviamo nella posizione economica in cui ci troviamo al momento, ma non c'è dubbio che certamente nel breve termine, se questo rischio si materializzasse, ci sarebbero conseguenze inflazionistiche - ha segnalato Lagarde -. Nel medio-lungo termine, è difficile da valutare. È più ambiguo. Sarà un fattore di aumento dei prezzi, da un lato, di frenata della domanda nella speranza che, per arrivare effettivamente alle conseguenze, sia qualcosa che potremo misurare solo nel corso del tempo».
17:11
17:11
L'Idf ai residenti di Teheran: «State lontani dai siti del regime»
Il portavoce in lingua farsi dell'esercito israeliano ha lanciato un avvertimento ai residenti di Teheran: «Nei prossimi giorni, l'Idf continuerà ad attaccare obiettivi militari nell'area di Teheran. Per la vostra sicurezza, vi chiediamo di tenervi lontani da fabbriche di armi, quartieri generali militari e istituzioni di sicurezza che appartengono al regime».
17:09
17:09
Le compagnie aeree continuano a ridurre i voli verso il Medio Oriente
Le compagnie aeree europee, americane e asiatiche hanno sospeso o ridotto i loro voli verso il Medio Oriente a seguito del conflitto tra Israele e l'Iran e dei bombardamenti americani sui siti nucleari iraniani. I voli Air France verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi sono stati sospesi almeno fino a domani, ha annunciato la compagnia aerea francese, estendendo anche la sospensione della rotta Parigi-Tel Aviv fino al 14 luglio.
I voli per Beirut e Tel Aviv operati da Transavia, la compagnia aerea low-cost del gruppo Air France-Klm, sono sospesi rispettivamente fino al 30 giugno e al 7 settembre, ha dichiarato un portavoce della compagnia all'Afp.
Il 18 giugno, il gruppo tedesco Lufthansa, che comprende anche le compagnie aeree Swiss, Austrian e Ita, ha annunciato il prolungamento della sospensione dei voli verso il Medio Oriente, tra cui Beirut, fino al 30 giugno, e Amman ed Erbil (Iraq) fino all'11 luglio.
I voli per Tel Aviv e Teheran sono sospesi almeno fino al 31 luglio, mentre il gruppo ha specificato che i suoi aerei non sorvoleranno lo spazio aereo dei Paesi coinvolti nel conflitto. Sulla stessa linea anche compagnie statunitensi, canadesi e asiatiche.
16:16
16:16
Teheran: «Cittadino europeo arrestato per spionaggio»
Un cittadino europeo è stato arrestato ad Hamedan, nell'ovest dell'Iran, per spionaggio a favore di Israele. Lo rende noto la tv di Stato.
Altre due persone sono state fermate per lo stesso motivo nella città occidentale di Kermanshah. Diverse schede Sim e un'ingente somma di denaro sono state confiscate ai due iraniani, ha dichiarato Mehr, citando il portavoce della magistratura Asghar Jahangir.
16:02
16:02
«Gli USA si attendono una rappresaglia dell'Iran entro due giorni»
Gli USA si attendono una rappresaglia iraniana contro qualche loro bersaglio in riposta all'attacco contro gli impianti nucleari dell'altra notte entro due giorni. Lo riferiscono due alti funzionari di Washington citati in forma anonima dal sito della Reuters.
Prevediamo che possa accadere «in un giorno o due», afferma in particolare una delle fonti interpellate.
15:59
15:59
Rutte: «Il raid USA in Iran non viola il diritto internazionale»
«Non sono d'accordo con chi considera l'attacco degli USA in Iran come in contrasto col diritto internazionale». Lo ha detto il segretario generale Mark Rutte alla vigilia del vertice Nato all'Aja. «La mia principale paura - ha aggiunto - è che Teheran possa avere la bomba atomica, sarebbe una minaccia per Israele e l'intera regione».
15:42
15:42
L'Idf invia un messaggio a Khan Younis: «Evacuate verso al-Mawasi»
Il portavoce dell'esercito israelinao (Idf) in lingua araba ha diffuso un messaggio di evacuazione rivolto ai residenti della città di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. «L'Idf sta operando con grande intensità per distruggere le capacità delle organizzazioni terroristiche nella zona e colpirà ogni sito utilizzato per il lancio di razzi», ha dichiarato.
«Per la vostra sicurezza, evacuate immediatamente verso ovest, nell'area di al-Mawasi, e non tornate nelle zone pericolose dove si combatte. L'ordine di evacuazione non riguarda gli ospedali al-Amal e Nasser».
15:38
15:38
Cremlino: «Putin-Araghchi hanno discusso di una soluzione pacifica alla crisi mediorientale»
Il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi hanno discusso «diverse questioni, principalmente nel contesto delle possibili prospettive di una risoluzione pacifica» nel conflitto tra Israele e Iran. Lo ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax. Ma «le parti in conflitto hanno posizioni completamente diverse su questo tema» e quindi «la situazione è ancora molto tesa», ha aggiunto Peskov. Araghchi, citato da Ria Novosti, ha detto di avere avuto un «buon incontro» con Putin.
15:34
15:34
Rutte: «Gli alleati concordano, l'Iran non può avere la bomba»
«Gli alleati hanno concordato da tempo che l'Iran non può avere la bomba atomica ed è obbligato a rispettare il regime di non proliferazione». Lo ha detto il segretario generale Mark Rutte alla vigilia del vertice Nato all'Aja.
15:19
15:19
«Non c'è ragione di criticare gli attacchi USA all'Iran»
«Non c'è alcuna ragione di criticare» gli attacchi americani all'Iran. Lo ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz, parlando a Berlino, secondo la Afp.
14:42
14:42
«Trump ha deciso l'attacco dopo una chiamata con Hegseth»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump era a bordo dell'elicottero Marine One sabato e stava sorvolando il suo club di golf di Bedminster quando ha ricevuto una chiamata dal capo del Pentagono.
Pete Hegseth gli ha detto che era giunto il momento di prendere una decisione: procedere con l'attacco all'Iran o annullare la missione. Il presidente, convinto che la sola diplomazia non sarebbe bastata a impedire all'Iran di sviluppare l'arma nucleare, ha dato il via libera. La ricostruzione è del Wall Street Journal.
Il presidente era già propenso ad attaccare quando la portavoce Katrine Leavitt ha detto alla stampa giovedì che Trump avrebbe deciso in due settimane.
14:41
14:41
Attentato a Damasco: il presidente Ahmed Sharaa chiede solidarietà e unità ai siriani
L'autoproclamato presidente siriano Ahmed Sharaa (Jolani) ha offerto le sue «più sentite e sincere condoglianze» alle famiglie delle vittime dell'attentato terroristico, compiuto ieri nella chiesa ortodossa di Sant'Elia alla periferia di Damasco e nel quale sono stati uccisi una trentina di persone.
Citato dall'agenzia governativa Sana, il presidente ha affermato: «Questo crimine efferato contro persone innocenti... ci ricorda l'importanza della solidarietà e dell'unità tra popolo e governo di fronte alle minacce alla sicurezza e alla stabilità del nostro Paese».
«Respingiamo con forza l'ingiustizia e la criminalità in tutte le loro forme», ha detto Sharaa che ha promesso alle famiglie delle vittime che il governo porterà alla giustizia gli autori dell'attentato.
14:40
14:40
Il figlio dello scià a Khamenei: «Dimettiti e avrai un processo equo»
«Ho un messaggio diretto per Ali Khamenei: dimettiti e se lo farai, avrai un processo equo, molto più di ciò che tu abbia mai riconosciuto ad un iraniano»: lo dice l'oppositore al regime di Teheran nonché figlio dell'ultimo Scià d'Iran, Reza Pahlavi, in un appello lanciato da Parigi.
Per l'oppositore in esilio, il cui intervento viene trasmesso dalla rete all news Bfmtv, l'Iran «è stato trascinato in un conflitto devastante, l'architetto non è altro che Ali Khamanei». Ma ora, afferma, «è giunto il tempo di porre fine a questa rovina». Sempre secondo Pahlavi, «il regime non si sottometterà o si arrenderà dopo essere stato umiliato». ''Finché è al potere - avverte - nessun Paese, nessun popolo è in sicurezza, che sia a Washington, Parigi, Gerusalemme«.
14:27
14:27
Nuovo raid su Fordow per ostruire le vie di accesso
Le Forze di difesa israeliana (Idf) ha confermato di aver effettuato oggi un attacco contro le strade di accesso all'impianto nucleare sotterraneo iraniano di Fordow.
Secondo Idf, gli attacchi avevano lo scopo di «interrompere» l'accesso al sito, dopo che gli Stati Uniti avevano bombardato l'impianto nucleare nel fine settimana. Lo riporta il Times of Israel.
14:27
14:27
Attacchi israeliani a Gaza: almeno 39 morti in 24 ore
Il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas ha affermato che 39 palestinesi sono stati uccisi e 317 sono rimasti feriti in seguito agli attacchi israeliani nella Striscia nelle ultime 24 ore.
Il bilancio dall'inizio delle ostilità il 7 ottobre 2023, si legge inoltre in un comunicato stampa pubblicato su Telegram, è di 55'998 morti e 131'559 feriti.
14:24
14:24
500 morti e oltre 3000 feriti in Iran da inizio raid
Sono «circa 500» le persone morte dall'inizio dell'attacco israeliano il 13 giugno in Iran. Lo riferisce la tv di Stato iraniana, citata dalla Bbc, riportando un bilancio del ministero della Sanità del Paese e aggiungendo che i feriti sono oltre 3000.
14:23
14:23
Colpito a Teheran il cosiddetto orologio della «Distruzione di Israele»
La Forza di difesa israeliana (Idf) ha colpito il cosiddetto orologio della «Distruzione di Israele» che si trova in Piazza Palestina a Teheran e scandisce il tempo che manca fino alla distruzione di Israele.
Esposto nel 2017 dalle autorità iraniane, l'orologio è un'installazione provocatoria che segna il conto alla rovescia fino al 2040, in base alla previsione della Guida Suprema dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, secondo cui Israele cesserà di esistere entro quella data. Secondo le prime informazioni l'orologio è stato gravemente danneggiato dal bombardamento israeliano.
14:22
14:22
Israele punta a chiudere presto i combattimenti in Iran
Israele punta a concludere presto la sua guerra con l'Iran. Lo affermano alcuni funzionari israeliani al Wall Street Journal, sottolineando che Israele prevede di esaurire la sua lista di obiettivi militari in Iran nei prossimi giorni, creando così un'occasione per porre fine ai combattimenti.
Tuttavia, hanno aggiunto, molto dipenderà dalla reazione dell'Iran. Gli Stati Uniti hanno detto ai paesi arabi nella regione che Israele sta cercando di porre fine al conflitto e hanno chiesto che il messaggio venga trasmesso all'Iran.
14:21
14:21
Lanciati contro Israele anche missili balistici Kheibar
Le Guardie Rivoluzionarie hanno affermato che i missili balistici multi-testata Kheibar sono stati utilizzati nel 21° round di attacchi iraniani contro Israele per la prima volta oggi. Gli attacchi iraniani sono partiti con missili che utilizzano combustibile solido e liquido e anche con il lancio combinato di droni intelligenti.
«Gli attacchi iraniani continueranno in modo sempre più distruttivo e potente, fino alla completa distruzione del regime sionista», ha aggiunto il comunicato, citato dalla Tv di Stato.
13:55
13:55
Università di Teheran colpita dai raid d'Israele
Un'università di Teheran è stata colpita oggi nell'ultima ondata di raid israeliani sull'Iran. Lo riferiscono fonti concordanti sui media locali, anche in lingua inglese, mentre vari studenti e ricercatori denunciano sui social come la struttura abbia riportato danni. Non è ancora chiaro se vi siano state vittime.
L'ateneo in questione è la Shahid Beheshti University, nel settore nord della capitale iraniana, al centro oggi di bombardamenti che hanno messo nel mirino anche la rete elettrica provocando blackout temporanei in alcune zone. Non si tratta della prima università bersagliata dall'inizio degli attacchi d'Israele.
13:55
13:55
Cento bombe in due ore su Teheran
L'aeronautica militare ha effettuato il più grande attacco finora lanciato nella capitale iraniana in pieno giorno sganciando più di 100 bombe sulla città in due ore. Lo rende noto la Forza di difesa israeliana (Idf). Un denso fumo copre l'intera città, come mostrano immagini e video sui media israeliani.
13:54
13:54
Colpiti i comandi del Basij e l'Alborz Corps
La Forza di difesa israeliana (Idf) rende noto di aver colpito il quartier generale del Basij a Teheran, che «rappresenta una delle basi del potere delle guardie rivoluzionarie ed è responsabile anche dell'applicazione del codice islamico e della segnalazione alle autorità dei civili che lo violano».
I raid dell'L'Aeronautica militare israeliana (Iaf) hanno preso di mira anche l'Alborz Corps, che è «responsabile del mantenimento della stabilità del regime». «Questi quartieri generali sono importanti sia dal punto di vista militare che in termini di governance e colpirli danneggia le capacità militari del regime iraniano», aggiunge l'Idf.
13:23
13:23
Molti pasdaran uccisi nel raid al quartier generale
La Forza di difesa israeliana (Idf) afferma che «numerosi» pasdaran sono stati uccisi negli attacchi di oggi al quartier generale a Teheran. Lo riporta il Times of Israel.
13:17
13:17
Katz: «il dittatore iraniano sarà punito e gli attacchi continueranno con tutta la loro forza»
Il ministro della Difesa Israel Katz afferma in una dichiarazione che gli attacchi ai «simboli del regime» sono una risposta a «ogni colpo al fronte interno israeliano» e avverte che «il dittatore iraniano sarà punito e gli attacchi continueranno con tutta la loro forza».
Oggi, secondo i media, sono stati colpiti da Israele il sito di Fordow, attaccato dagli Usa, il carcere di Evin e di nuovo la tv pubblica iraniana.
12:48
12:48
Putin e il premier dell'Iraq condannano i raid di Israele e USA
In un colloquio telefonico avvenuto oggi, il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro iracheno Mohammed al-Sudani hanno condannato gli attacchi israeliani e americani contro l'Iran, affermando che «violano gravemente la Carta delle Nazioni Unite e altre norme di diritto internazionale» e «sono gravidi di conseguenze estremamente pericolose e imprevedibili per la stabilità della regione e per l'intero sistema di sicurezza globale». Lo riferisce in una nota il Cremlino, citato dall'agenzia Tass.
12:47
12:47
Diversi quartieri di Teheran in blackout dopo l'attacco di Israele
I raid israeliani di questa mattina sulla capitale iraniana hanno colpito anche un sito di distribuzione elettrica, causando blackout in diverse zone di Teheran. Lo riportano i media iraniani. Le linee di distribuzione elettrica «sono state danneggiate, causando interruzioni in alcuni quartieri», riporta un'agenzia di stampa iraniana.
12:47
12:47
Attacchi israeliani sono in corso al quartier generale delle Guardie della Rivoluzione a Teheran
Attacchi israeliani sono in corso al quartier generale delle Guardie della Rivoluzione a Teheran. Lo ha dichiarato il portavoce della Forza di difesa israeliana (Idf).
«In questo momento» gli aerei da guerra «stanno intensificando gli attacchi nell'area di Teheran, concentrandosi sul quartier generale delle Guardie Rivoluzionarie, nonché su tutti gli elementi che minacciano lo Stato di Israele», ha dichiarato il Generale di Brigata Effie Defrin, portavoce dell'esercito israeliano, durante una conferenza stampa trasmessa in televisione.
12:46
12:46
Nuovo attacco d'Israele alla TV pubblica dell'Iran
Nuovo attacco israeliano contro la tv pubblica dell'Iran (Irib), secondo notizie di fonte iraniana riprese anche dai canali degli oppositori all'estero. Un missile lanciato oggi risulta aver colpito un edificio di Teheran che ospita strutture tecniche dell'emittente da cui dipendono le trasmissioni dei canali 1 e 5, nonché di Quranic, palinsesto d'informazione religiosa islamica. Esso ospita inoltre nove stazioni radio.
12:14
12:14
Peskov: Un cambio di regime in Iran non può avvenire per decisione di «Paesi terzi»
Un cambio di regime in Iran non può avvenire per decisione di «Paesi terzi». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito alle dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump in merito. «Crediamo che solo il popolo di un Paese abbia il diritto di decidere il destino della leadership di quel Paese, ma in nessun caso Paesi terzi o la leadership di Paesi terzi dovrebbero farlo», ha sottolineato Peskov, citato dall'agenzia Interfax.
Il sostegno della Russia all'Iran «dipenderà dalle esigenze attuali» di Teheran, ha poi detto Peskov, secondo quanto riferito da Interfax.
«Tutto dipende dalle esigenze dell'Iran. Abbiamo offerto i nostri sforzi di mediazione, abbiamo espresso specificamente la nostra posizione, anche questo è molto importante, ed è molto importante, questa è un tipo di sostegno per la parte iraniana. Ma in seguito tutto dipenderà dalle esigenze attuali dell'Iran», ha detto Peskov secondo Interfax rispondendo a una domanda su cosa sarebbe disposta a fare la Russia per l'Iran nella situazione attuale.
12:11
12:11
LAiea: prevediamo danni significativi nei tunnel di Fordow
I bombardamenti americani hanno probabilmente causato danni «molto significativi» alle aree sotterranee dell'impianto iraniano di arricchimento dell'uranio di Fordow anche se nessuno può ancora determinarne l'entità: lo afferma Rafael Grossi, responsabile dell'organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite, come riporta il Times Of Israel.
«Dato il carico esplosivo utilizzato e la natura estremamente sensibile alle vibrazioni delle centrifughe, si prevede che si siano verificati danni molto gravi», ha affermato Grossi in una dichiarazione durante una riunione di emergenza del Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea).
11:55
11:55
I media iraniani riferiscono di un nuovo attacco israeliano a Fordow
Israele ha attaccato il sito nucleare di Fordow, a sud di Teheran: lo riportano i media iraniani.
«L'aggressore ha attaccato di nuovo il sito nucleare di Fordow», ha riferito l'agenzia di stampa Tasnim, citando un portavoce dell'autorità di gestione della crisi nella provincia di Qom, dove si trova il sito.
11:54
11:54
«Khamenei chiederà a Putin ulteriore sostegno russo»
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi consegnerà oggi al presidente russo Vladimir Putin una lettera da parte della Guida Suprema Ali Khamenei nella quale Khamenei chiede maggior sostegno alla Russia. Lo scrive Reuters sul suo sito.
Secondo fonti iraniane, l'Iran non è rimasto finora impressionato dal sostegno della Russia e vorrebbe che Putin facesse di più per sostenerlo contro Israele e Stati Uniti.
11:51
11:51
L'Aiea chiede all'Iran l'accesso ai siti nucleari per determinare la sorte delle scorte di uranio arricchito
Il direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha chiesto l'accesso ai siti nucleari iraniani per determinare la sorte delle scorte di uranio arricchito a un livello prossimo alla soglia di progettazione per una bomba atomica.
«Dobbiamo consentire agli ispettori di tornare sul sito e fare un inventario delle scorte di uranio, in particolare dei 400 kg arricchiti al 60%», ha dichiarato Rafael Grossi a una riunione di emergenza a Vienna. Ha aggiunto che Teheran gli aveva inviato una lettera il 13 giugno in cui si segnalava l'attuazione di «misure speciali per proteggere apparecchiature e materiali nucleari».
11:50
11:50
«L'attacco aereo israeliano ha colpito anche la famigerata prigione di Evin a Teheran»
L'attacco aereo israeliano ha colpito anche la famigerata prigione di Evin a Teheran. Lo riporta Iran International, secondo cui l'attacco ha colpito il cancello d'ingresso della prigione, apparentemente per consentire ai prigionieri di evadere.
La prigione di Evin è un complesso vasto e fortemente fortificato in cui l'Iran ha incarcerato prigionieri politici, giornalisti, accademici, attivisti per i diritti umani e altre persone.
11:47
11:47
Mosca: «Contatti con gli USA in corso, anche sull'Iran»
«I contatti con gli americani sono in corso. Anche sull'Iran». Lo ha dichiarato il consigliere del Cremlino per la politica estera, Yuri Ushakov, citato dall'agenzia Tass.
11:29
11:29
Katz: «Stiamo colpendo l'Iran con una forza senza precedenti»
Il ministro della Difesa Israel Katz afferma che l'Idf sta «attualmente colpendo con un regime di forza senza precedenti obiettivi e organi di repressione governativi nel cuore di Teheran».
«Saranno presto pubblicate immagini che mostreranno la gravità dei danni», ha affermato in una nota rilasciata dal suo ufficio.
11:27
11:27
«Trump chiese a Israele di colpire le difese dell'Iran prima dell'attacco»
L'aviazione israeliana ha messo fuori uso, su richiesta dell'amministrazione Trump, diversi sistemi di difesa aerea iraniani nelle 48 ore precedenti l'attacco Usa al sito nucleare iraniano di Fordow: lo hanno detto ad Axios tre funzionari statunitensi e israeliani. La richiesta di Trump è stata fatta direttamente al premier Benjamin Netanyahu.
Il presidente voleva che i caccia israeliani eliminassero il maggior numero possibile di sistemi di difesa aerea iraniani nel sud del Paese per spianare la strada ai bombardieri Usa. Il Pentagono ha quindi fornito a Israele un elenco di siti da colpire prima dell'attacco, ha detto un funzionario israeliano.
11:25
11:25
L'Iran deplora la posizione degli europei sui raid degli USA
Abbas Araghchi, il capo della Diplomazia di Teheran, ha criticato la posizione dei Paesi europei rispetto agli attacchi degli Stati Uniti contro l'Iran, durante una telefonata con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. «La Repubblica islamica dell'Iran si riserva il diritto di utilizzare tutte le opzioni nell'ambito del quadro della legittima difesa», ha detto Araghchi, come riferisce il governo iraniano.
«Oggi la comunità mondiale, specialmente l'Unione Europea, deve reagire alla mossa degli Stati Uniti, perché l'attacco non solo minaccia e colpisce i siti nucleari dell'Iran ma anche i principi fondamentali dell'ordine mondiale e la carta delle Nazioni Unite», ha aggiunto Araghchi. «L'Iran si riserva il diritto di usare tutte le opzioni per una legittima difesa», ha concluso.
11:23
11:23
La Mezzaluna Rossa iraniana: l'attacco israeliano ha colpito vicino al suo edificio nel nord di Teheran
La Mezzaluna Rossa iraniana ha dichiarato che l'attacco israeliano ha colpito vicino al suo edificio nel nord di Teheran. «Nuovo attacco nei pressi dell'edificio della Mezzaluna Rossa...», ha dichiarato il servizio di emergenza in un post sul suo canale Telegram, accompagnato da un video del fumo che si alzava dal luogo dell'attacco.
Il quotidiano iraniano Nournews ha segnalato anche diverse grandi esplosioni udite nella capitale iraniana.
10:55
10:55
La sfida di Teheran a Trump: «Tu hai iniziato questa guerra, noi la finiremo»
Il canale Iran International pubblica oggi un video del briefing odierno del portavoce militare iraniano Ebrahim Zolfaghari che, a un certo punto, si rivolge in inglese al «giocatore d'azzardo Trump» («gambler Trump»), avvertendolo: «Tu hai iniziato questa guerra, noi la finiremo».
10:55
10:55
Il parlamento iraniano discute un disegno di legge per sospendere la cooperazione con l'AIEA
Il parlamento iraniano discuterà un disegno di legge sulla sospensione della cooperazione con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea).
10:49
10:49
«Gli USA riconoscano le loro responsabilità per conseguenze della guerra»
«Washington deve assumersi la responsabilità delle conseguenze di questa guerra. Le minacce di (Donald) Trump sono una prepotenza globale. L'Iran ha mostrato moderazione, prendendo di mira solo siti militari in risposta all'aggressione israeliana, ma eserciterà pienamente il suo diritto all'autodifesa».
Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, come riferisce il governo iraniano.
10:37
10:37
«Gravi danni nel sud»
La Forza di difesa israeliana (Idf) ha identificato un totale di otto missili lanciati dall'Iran verso Israele in quattro raffiche diverse, la maggior parte è stata intercettata, alcuni sono caduti sul territorio.
La Compagnia elettrica israeliana (Iec) ha riferito che, a seguito di danni nei pressi di una infrastruttura strategica nel sud del Paese, si sono verificate interruzioni nella fornitura di energia elettrica a diverse comunità della zona.
10:33
10:33
Raffiche consecutive di missili su tutto Israele
Ondate continue di missili balistici, lanciati a distanza di pochi minuti l'uno dall'altro, sono arrivate dall'Iran e continuano ad arrivare su tutto Israele. La Forza di difesa israeliana (Idf) fa sapere che sta intercettando i vettori missilistici.
Il servizio di soccorso Magen David Adom rende noto che un missile non è stato abbattuto ed è caduto in Galilea.
10:07
10:07
Attaccati 6 aeroporti in tutto l'Iran
La Forza di difesa israeliana (Idf) afferma di aver attaccato sei aeroporti in tutto l'Iran. Secondo l'esercito israeliano, circa 15 jet ed elicotteri sono stati distrutti nell'Iran occidentale, orientale e centrale.
Tra questi c'erano gli aerei F-14, F-5 e AH-1. Lo riporta il Times of Israel.
10:04
10:04
«Il silenzio sui raid USA avrà conseguenze per tutti»
«Silenzio e mancanza di azioni di fronte a questa aggressione avranno serie conseguenze per tutti». Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, parlando dell'attacco degli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani, in una telefonata con l'omologo francese, Jean-Noel Barrot.
«L'attacco degli Usa contro gli impianti nucleari pacifici dell'Iran è una chiara violazione dello Statuto dell'Onu e del diritto internazionale», ha dichiarato Araghchi durante il colloquio, come riferisce il governo iraniano.
09:47
09:47
L'Iran pronto ad attivare cellule dormienti negli USA?
L'Iran aveva avvertito il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che, se fosse stato attaccato, avrebbe attivato attacchi con cellule dormienti all'interno degli Stati Uniti. Lo scrive Nbc aggiungendo che, in base alle sue fonti, il messaggio è arrivato a Trump tramite un intermediario durante il vertice del G7 in Canada la scorsa settimana.
L'amministrazione Usa è in stato di massima allerta per qualsiasi potenziale ritorsione all'interno degli Usa.
Il Dipartimento per la sicurezza interna ha lanciato ieri l'allarme: "Il conflitto con l'Iran sta creando un ambiente di minaccia elevata negli Stati Uniti".
09:46
09:46
Il capo di stato maggiore dell'Esercito iraniano: «Gli USA sono entrati in guerra»
«Gli Stati Uniti, continuando a sostenere incondizionatamente il barbarico e aggressivo regime sionista, sono entrati apertamente e direttamente in guerra violando la sovranità dell'Iran islamico e il sacro suolo del nostro Paese»: lo ha affermato il capo di stato maggiore dell'Esercito iraniano, Abdolrahim Mousavi. La Repubblica islamica non farà «mai marcia indietro», ha aggiunto, come riferisce l'agenzia di stampa Mehr, sottolineando che le forze armate iraniane sono pronte per «qualsiasi azione».
09:44
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«Nella notte abbattuti 339 droni russi su 352»
Le forze russe hanno attaccato l'Ucraina la notte scorsa con 16 missili e 352 droni di vario tipo, inclusi i kamikaze Shahed: lo ha reso noto su Telegram l'Aeronautica militare di Kiev, aggiungendo che 12 missili e 339 velivoli senza pilota sono stati abbattuti o neutralizzati dai sistemi di guerra elettronica.
Nell'attacco sono stati registrati colpi diretti da parte russa in sei località, mentre i frammenti dei velivoli abbattuti sono caduti in 25 località della capitale e della regione di Kiev.
09:44
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Sirene d'allarme in Israele
Le sirene d'allarme per il lancio di missili dall'Iran sono scattate a Tel Aviv, nel nord di Israele, ma anche a Gerusalemme e nel centro e sud di Israele.
08:53
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L'Iran promette rappresaglie: «Serie conseguenze per gli Stati Uniti dopo gli attacchi»
L'Iran ha minacciato gli Stati Uniti di «serie conseguenze» dopo gli attacchi ai siti nucleari del Paese: lo ha affermato un alto funzionario del governo.
«Questo atto ostile... amplierà la portata degli obiettivi legittimi per le forze armate della Repubblica Islamica dell'Iran e aprirà la strada all'allargamento della guerra nella regione», ha detto il portavoce della base militare di Khatamulanbia, Ebrahim Zolfaghari, come riporta l'agenzia di stampa Irna.
«I combattenti dell'Islam vi infliggeranno serie e imprevedibili conseguenze, con operazioni (militari) potenti e mirate», ha aggiunto Zolfaghari in un video trasmesso dalla Tv di Stato.
08:52
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Ma davvero il programma nucleare iraniano è stato annientato?
Il giorno dopo che il presidente Donald Trump ha dichiarato che il programma nucleare iraniano era stato «completamente e totalmente annientato» dalle bombe americane anti-bunker e da una raffica di missili, lo stato effettivo del programma sembrava molto più confuso, con alti funzionari che ammettono di non conoscere il destino delle riserve di uranio iraniano arricchito ad un livello vicino a quello necessario per una bomba. Riserve che gli iraniani potrebbero aver messo in salvo in tempo. I dubbi rimbalzano sui media Usa.
«Lavoreremo nelle prossime settimane per assicurarci di fare qualcosa con quel combustibile e questo è uno degli argomenti su cui parleremo con gli iraniani», ha detto lo stesso vicepresidente J.D. Vance ad Abc, riferendosi ad una quantità di uranio sufficiente a produrre nove o dieci armi atomiche. Ciononostante, ha sostenuto che il potenziale del paese per trasformare quel combustibile in armi è stato sostanzialmente ridimensionato perché non ha più le attrezzature per trasformarlo in armi operative.
Nel briefing con i giornalisti, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth e il capo di stato maggiore congiunto, Dan Caine, hanno evitato le affermazioni massimaliste di Trump sul successo dell'operazione. E hanno affermato che una valutazione iniziale dei danni subiti in battaglia in tutti e tre i siti colpiti dai bombardieri B-2 dell'Aeronautica Militare e dai missili Tomahawk della Marina ha mostrato «gravi danni e distruzione». Ma gli esperti dicono che serviranno settimane per capire quanto l'attacco sia stato devastante ed efficace.
07:24
07:24
Bombardamenti in corso nell'ovest dell'Iran
L'Aeronautica militare israeliana (Iaf) sta bombardando infrastrutture militari a Kermanshah, nell'Iran occidentale: lo rende noto l'Esercito (Idf) su Telegram.
07:23
07:23
Trump attacca l'Iran e apre al cambio di regime
Il giorno dopo l'attacco sui tre siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz ed Esfahan, il presidente statunitense Donald Trump ha aperto per la prima volta al cambio di regime a Teheran.
«Non è politicamente corretto usare il termine 'cambio di regime' ma se l'attuale regime iraniano non è in grado di rendere l'Iran di nuovo grande, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime??? Miga!!!», ha scritto parafrasando Make America Great Again in Make Iran Great Again.
«Tutti i siti nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come mostrato dalle immagini satellitari. Annientamento è un termine esatto!», ha scritto Trump su Truth, aggiungendo che «la struttura bianca mostrata è incastonata profondamente nella roccia, con il tetto ben al di sotto del livello del terreno, e completamente protetto dal fuoco. I danni maggiori si sono verificati ben al di sotto del livello del suolo. Centro!!!».
Intanto durante il consiglio di sicurezza dell'Onu, l'ambasciatore iraniano ha accusato gli Stati Uniti di aver lanciato una «guerra con pretesti assurdi e inventati». Funzionari militari e dell'intelligence americani hanno infine rilevato segnali secondo cui milizie sostenute dall'Iran si stanno preparando ad attaccare le basi statunitensi in Iraq, e forse in Siria.
Nel frattempo sono continuati gli scambi di attacchi missilistici tra Iran e Israele: ieri sera la Forza di difesa israeliana (Idf) ha annunciato di aver lanciato un attacco con 20 caccia contro obiettivi militari di Teheran precisando di aver colpito «siti di stoccaggio e infrastrutture di lancio di missili» diretti contro Israele, «nonché satelliti militari e siti radar utilizzati per la creazione di una valutazione di intelligence aerea a Kermanshah e Hamedan, nell'Iran occidentale». Teheran denuncia la morte di tre persone che sarebbero state uccise dopo che un'ambulanza è stata centrata da un attacco israeliano. Nella notte sirene d'allarme sono risuonate nel centro di Israele, con i cittadini che hanno raggiunto i rifugi. Un missile dall'Iran è stato intercettato.
La situazione desta preoccupazione per l'instabilità di approvvigionamenti. Le quotazioni del greggio sui mercati asiatici sono salite di oltre il 4%, con gli investitori che guardano ad un ulteriore inasprimento del conflitto in Medio Oriente, e la possibile chiusura dello Stretto di Hormuz - che collega il Golfo Persico con l'oceano indiano, dal quale transita oltre il 20% del petrolio a livello mondiale. I prezzi sono schizzati nei primi scambi lunedì, dopo la decisione degli Stati Uniti di sostenere Israele con il bombardamento dei siti nucleari iraniani. Il Brent sul mercato di Londra, e il principale contratto statunitense WTI in poco tempo hanno raggiunto i massimi livelli da gennaio, per poi ridurre i guadagni, rispettivamente del 2,4%, a 77,50 dollari al barile, e del 2,5%, poco sotto i 76 dollari.
Intanto Trump, probabilmente per la situazione in Iran, rinvia la partenza per il vertice Nato di Amsterdam. La Casa Bianca aveva annunciato la sua partenza per oggi ma nel programma di lunedì risulta solo una riunione con il Consiglio per la sicurezza nazionale, alle 13 locali (le 19 in Svizzera). Citando fonti della West Wing, alcuni media, tra cui NewsNation, hanno riferito che il tycoon partirà martedì per il summit dell'Alleanza, in programma il 24 e il 25 giugno.
06:48
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Il punto alle 6.30
L'azione militare statunitense contro l'Iran, «in grave violazione degli scopi e dei principi della Carta dell'ONU e del diritto internazionale, non solo aumenta le tensioni in Medio Oriente, ma rischia anche di innescare una crisi più ampia». Il Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese, critica duramente in un editoriale l'intervento americano del fine settimana pro Israele nel conflitto contro Teheran, osservando che «ciò che le bombe Usa hanno colpito è il fondamento dell'ordine di sicurezza internazionale. Attaccando gli impianti nucleari sotto la tutela dell'Aiea, Washington ha creato un pericoloso precedente».
Data la loro natura unica, «i danni a tali siti potrebbero causare gravi perdite nucleari, con il potenziale rischio di disastri umanitari e gravi rischi per la sicurezza regionale. Le tragiche lezioni del passato, tratte dagli incidenti nucleari di Chernobyl e Fukushima, hanno già dimostrato che le conseguenze delle perdite nucleari non sono una minaccia per un singolo paese, ma hanno un impatto sulle nazioni confinanti e sulla sicurezza globale». Utilizzando bombe 'bunker-buster' per «ottenere ciò che Israele non è riuscito a fare», gli Stati Uniti «hanno aumentato deliberatamente il livello di armamenti utilizzati, gettando benzina sul fuoco della guerra e spingendo il conflitto Iran-Israele sempre più verso uno stato incontrollabile», si legge nell'editoriale.
Per l'Iran, l'attacco «è una palese provocazione. Dopo aver risposto di riservarsi tutte le opzioni per difendere la propria sovranità, i propri interessi e il proprio popolo, Teheran ha lanciato domenica per la prima volta il potente missile Kheibar Shekan contro Israele». Il parlamento iraniano ha poi votato a favore della chiusura dello Stretto di Hormuz, un punto critico di transito circa un quinto del consumo mondiale di petrolio e gas. Una volta che «sarà bloccato dalla guerra, i prezzi internazionali del petrolio sono destinati a fluttuare drasticamente, mentre la sicurezza del trasporto marittimo globale e la stabilità economica dovranno affrontare serie sfide», sottolinea l'editoriale.