Lo sbarco in Normandia, ottant'anni fa

Ottant'anni fa, il 6 giugno del 1944, circa 156 mila uomini delle truppe alleate sbarcarono su cinque spiagge della Normandia. L'inizio della riconquista dell'Europa continentale a scapito della Germania nazista, proprio così. O, se preferite, il cosiddetto D-Day, la più grande invasione marittima della storia. D-Day, nel gergo militare anglosassone, indica in genere il giorno in cui inizia un'operazione. Con il passare degli anni, e grazie al successo ottenuto dagli Alleati sulle spiagge francesi, il D-Day è divenuto il sinonimo dello sbarco. E, allargando il campo, di una ritrovata speranza di pace.
Il nome in codice scelto per lo sbarco in Normandia fu operazione Neptune. Operazione che, a sua volta, faceva parte di un'altra operazione, più ampia, denominata Overlord. Le truppe alleate utilizzarono quasi 7 mila navi (6.939) e oltre 11 mila aerei. I primi a mettere piede sulla costa settentrionale dell'Esagono, sotto dominio del Reich dal 1940, furono i soldati statunitensi alle 6.30. Gli americani sbarcarono con tre divisioni di fanterie sulle spiagge denominate Utah e Omaha. Un'ora dopo, sulle spiagge denominate Sword, Juno e Gold, nel settore anglo-canadese, sbarcarono altre tre divisioni. Durante le operazioni, fra gli Alleati le perdite furono ingenti: 7.844 tra morti, feriti e dispersi sulle spiagge, 3.799 tra morti, feriti e dispersi tra le truppe aviotrasportate. Migliaia e migliaia di morti, giovani se non giovanissimi, per riportare la libertà in Europa, già.
Lo sbarco, nelle intenzioni iniziali, era previsto per il giorno prima, il 6 giugno. Venne tuttavia rimandato a causa delle pessime condizioni meteo sulla Manica, il canale che separa il Regno Unito dalla Francia. I meteorologi, per l'indomani, avevano previsto netti miglioramenti. In realtà, il maltempo non se ne andò del tutto. Complicando quindi, e non poco, lo sbarco. Prima degli sbarchi, avvenuti tramite mezzi anfibi, l'intera zona venne bombardata in maniera massiccia dagli aerei statunitensi. All'operazione Neptune, per contro, oltre alle truppe angloamericane parteciparono anche contingenti di Canada, Australia, Belgio, Cecoslovacchia, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Polonia e Norvegia.
Il generale statunitense al comando dell'operazione, Dwight Eisenhower, futuro presidente del Paese dal 1953 al 1961, pianificò altresì l'utilizzo di truppe aviotrasportate. Sul fronte opposto, quello nazista, al comando delle truppe c'era Erwin Rommel, la volpe del deserto o Wüstenfuchs, l'uomo che assunse il comando dell'Afrikakorps in Nordafrica. Dove, per quasi due anni, come scrive Wikipedia, dimostrò grande abilità tattica infliggendo una serie di sconfitte alle truppe britanniche grazie alla sua capacità nella conduzione di agili e spericolate manovre con i mezzi corazzati nel deserto, evidenziando tuttavia altresì i suoi grossi limiti strategici e operazionali che compromisero non poco la conduzione della guerra dell'Asse nella regione. Richiamato da Adolf Hitler a supervisionare le difese occidentali, si ritrovò quindi al comando delle truppe tedesche in Francia sebbene in quei giorni si trovasse in Germania per il compleanno della moglie.
Il 6 giugno 1944, evidentemente, è rimasto impresso nella memoria collettiva. Ogni anno, in Normandia ma non solo, le iniziative per ricordare lo sbarco e omaggiare i soldati morti per liberare l'Europa si moltiplicano. Oggi, i leader mondiali si sono riuniti proprio lungo le coste che diedero vita all'operazione Neptune: all'arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky c'è stata una vera e propria ovazione alla spiaggia di Omaha. Il programma dei festeggiamenti era cominciato lo scorso sabato con la scritta Libertà, scrivo il tuo nome disegnata sulla spiaggia di Arromanches-les-Bains. Anche il cinema, in questi ultimi ottant'anni, ha dato il suo contributo per ribadire l'epica e la storicità di quel giorno. Fra le pellicole più famose e riuscite che trattano lo sbarco citiamo Il Giorno più Lungo (1962), Overlord (1975), Il Grande Uno Rosso (1980), Salvate il Soldato Ryan (1998).