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L'omelia: «Sono stato scelto senza alcun merito, vengo a voi con timore e tremore, come un fratello»

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© KEYSTONE (AP Photo/Jacquelyn Martin)
Ats
18.05.2025 11:14

«Fratelli e sorelle saluto tutti voi con il cuore colmo di gratitudine per il ministero che mi è stato affidato.

In questi ultimi giorni abbiamo vissuto un tempo particolarmente intenso. La morte di papa Francesco ha riempito di tristezza il nostro cuore. E in quelle ore difficili ci siamo sentiti come pecore senza pastore. Proprio nel giorno di Pasqua, abbiamo ricevuto la sua ultima benedizione. E nella luce della resurrezione abbiamo affrontato questo momento.

In spirito di fede il collegio dei cardinali si è riunito per il conclave. Abbiamo posto nelle mani di Dio il desiderio di eleggere il pastore di Dio. Accompagnati dalla vostra preghiera, abbiamo avvertito l'opera dello Spirito Santo, che ha saputo accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un'unica melodia. E sono stato scelto. Senza alcun merito e con timore e tremore vengo a voi, come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia. Camminando con voi sulla via dell'amore di Dio che ci vuole tutti uniti in un'unica famiglia. Amore e unità sono le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù. Si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù. Senza porsi come un capo al di sopra degli altri. Al contrario, a lui è richiesto di servire la fede dei fratelli camminando insieme a loro. Tutti infatti siamo costituiti pietre vive, a costruire l'edificio di Dio.

Vorrei che il nostro primo desiderio insieme sia una chiesa unita, che diventi esempio per un mondo riconciliato. In questo tempo vediamo troppe ferite causate da odio, violenza, pregiudizi, paura del diverso, un paradigma economico che sfrutta le risorse della terra e emargina i più poveri. Noi vogliamo essere in questa pasta un piccolo lievito di unione e fraternità. Per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace.

Fratelli, sorelle, questa è l'ora dell'amore. Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull'amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo e che diventa lievito di concordia per l'umanità. E, come il mio predecessore Leone XII, possiamo chiederci "se questo criterio prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non prevarrebbe la pace?"».