L'ONU riduce la presenza ad Haiti a causa delle violenze

L'ufficio dell'Organizzazione delle Nazioni unite ad Haiti (Binuh) ha annunciato la «riduzione temporanea» della sua presenza nella capitale Port-au-Prince travolta da una ondata di violenza che ha causato 150 morti e 20 mila sfollati negli ultimi giorni.
«In risposta al deterioramento della situazione della sicurezza stiamo temporaneamente riducendo la nostra presenza», riferisce su X il Binuh. Citando un «riadattamento delle operazioni» sull'isola per poter comunque riuscire a «garantire la continua fornitura di programmi umanitari essenziali», l'Onu specifica che non sta lasciando Haiti. «Il nostro impegno nei confronti della sua popolazione rimane incrollabile», conclude la nota.
Il ridimensionamento dell'ufficio dall'ONU segue di 24 ore l'annuncio della sospensione delle attività da parte di Medici Senza Frontiere (Msf) a causa di «violenze e minacce» sofferte dai propri dipendenti da parte della polizia. La turbolenza politica e il dominio del territorio da parte delle organizzazioni criminali hanno causato dall'inizio dell'anno una grave crisi di sicurezza che ha aggravato l'endemica emergenza umanitaria. Nella ultime settimane la situazione è precipitata a seguito delle nuove minacce lanciate dal Vivre Ensemble, il cartello che riunisce le bande locali, di fronte a quello che definiscono il fallimento del Consiglio presidenziale di transizione (Cpt).
La struttura incaricata di ripristinare l'ordine e garantire lo svolgimento delle elezioni a febbraio del 2026 è stata travolta sin dalla sua creazione a giugno da scandali di corruzione che in ultimo hanno portato - due settimane fa - al licenziamento del primo ministro Garry Conille gettando nuovamente l'isola nel caos.