La storia

L'opposizione russa si unisce: «Basta guerra»

Dall'ex barone del petrolio Khodorkosvky all'alleato di Navalny Sobol, passando per Kasparov – Gli anti-Putin hanno lanciato un appello alla popolazione
© YouTube / Lyubov Sobol
Marcello Pelizzari
23.03.2022 12:29

Otto persone. Accomunate da status e, chiamiamola così, lontananza dal Cremlino. Otto figure dell’opposizione russa, in esilio. Unite, appunto, nel lanciare un’azione (meglio, un comitato) contro la guerra decisa da Vladimir Putin. E per protestare contro l’assurda invasione dell’Ucraina. Ne hanno dato notizia diversi media, fra cui il Moscow Times.

Da Kasparov a Sobol

Il nuovo fronte interno/esterno ha scelto i social media, va da sé, per veicolare il messaggio. Il comitato, leggiamo, è formato dalle principali voci «fuori dal coro» del Paese. Ne citiamo una, per cominciare: l’ex barone del petrolio Mikhail Khodorkovsky, fondatore e leader dell’organizzazione anti-Putin Open Russia nonché «agente straniero» secondo il Cremlino. Reo, banalmente, di aver criticato lo stato di corruzione in cui versava Mosca.

Poi ci sono l’alleato di Alexei Navalny, Lyubov Sobol, e l’ex maestro di scacchi Garry Kasparov, piuttosto attivo su Twitter in queste settimane. Tutti, ad ogni modo, hanno invitato la popolazione russa a resistere alla propaganda del Cremlino e, ancora, a respingere con forza la guerra in Ucraina.

«Rappresentiamo tutti diversi movimenti politici» ha detto Khodorkovsky. «Ma ci siamo fusi in un comitato contro la guerra, perché crediamo che il nostro Paese non abbia bisogno di questa guerra».

«Presto Putin finirà nella pattumiera della storia» aveva invece twittato Kasparov.

L’iniziativa rappresenta un raro, rarissimo momento di unità a livello di opposizione russa. Ci voleva un conflitto, insomma, per appianare le divisioni e le lotte intestine che hanno caratterizzato gli ultimi anni di attivismo.

«Ci siamo uniti in modo che le voci dei russi che stanno resistendo a questa guerra potessero essere ascoltate in tutto il mondo» ha chiarito l’ex deputato Dmitry Gudkov.

«Ci vedono come nemici»

Nel video, beh, non c’è spazio per l’interpretazione. Le cose vengono dette papale papale. «Il Cremlino ci vede come estremisti e nemici della nazione, come centinaia di migliaia di russi che sono stati messi a tacere o costretti a fuggire sotto la minaccia di essere imprigionati» ha ribadito Sobol.

Eppure, i sondaggi ufficiali dimostrerebbero che un’ampia fetta di popolazione sostiene la cosiddetta «operazione militare speciale» avviata da Putin in Ucraina. Simili dati, tuttavia, sono stati criticati dall’opposizione e da istituti indipendenti. Poiché, banalmente, non rifletterebbero i reali sentimenti della piazza e della società. Soprattutto se parliamo di grandi città come San Pietroburgo o Mosca.

«Traditori e feccia»

Putin, non a caso, ha attaccato i russi che hanno lasciato il Paese o che si sono opposti all’invasione. Li ha definiti «traditori e feccia», giusto per capire i toni. Di più, le proteste sono state frenate con repressione e arresti. Era stata arrestata perfino Yelena Osipova, ottantenne che resistette all’assedio di Leningrado durante la Seconda guerra mondiale.

Maxim Katz, che nel video non c’è, dal canto suo ha chiarito che il 95% delle persone da lui contattate per un sondaggio non ha risposto alle domande sulla guerra.

Il comitato si è spinto oltre, accusando apertamente la Russia di aver commesso crimini di guerra in Ucraina. Lo dimostrano i rapporti diffusi, le fotografie e i video.

«Putin sta commettendo crimini di guerra in Ucraina in nome di cittadini russi» ha affermato Vladimir Kara-Murza. «È fondamentale parlare contro questa guerra, e farlo ad alta voce, in modo che tutti possano ascoltarci».

Il video, concludendo, è altresì una risposta, chiara, agli ulteriori nove anni di pena inflitti ad Alexei Navalny.

In questo articolo: